Federer assicura che non andrà in Sud America per denaro: “Volevo visitarla prima di ritirarmi. Sono più emozionato dei fans”. Il calcio, Del Potro, Nadal, il futuro, il ruolo di padre…
Roger Federer e Jan Martin Del Potro si troveranno a Tigre i prossimi 12-13 dicembre
TennisBest – 30 novembre 2012
“Ciao, grazie per il tuo tempo. Come stai?”. Sembra incredibile, ma a pronunciare queste parole è stato Federer. Il grande Roger Federer. I media argentini lo hanno preso di mira perché i prossimi 12-13 dicembre giocherà due esibizioni-evento contro Juan Martin Del Potro a Tigre, nei dintorni di Buenos Aires. Intascherà un sacco di soldi, ma sarà anche la sua prima visita in Sudamerica. Prima ancora di recarsi in Argentina, andrà in Brasile e in Colombia per un mini-tour che gli garantirà circa 6 milioni di dollari. In questi giorni si trova a Dubai, dove si sta godendo qualche un clima decisamente più mite rispetto al freddo europeo. “E’ un posto interessante, dove mi piace trascorrere le vacanze, poi c’è un bel clima per allenarsi. So che qui c’è Maradona, ma non l’ho incontrato. L’avevo conosciuto tempo fa a Londra, mi sembra una persona molto cortese”. Inizia così la chiacchierata con Sebastian Torok, de “La Naciòn”, secondo quotidiano più importante d'Argentina. Un’intervista focalizzata sul tour in Sudamerica, ma che non ha disdegnato altri argomenti. Per questo vale la pena riportarla integralmente. “Ho visitato più di 50 paesi – dice Federer – ma non sono mai stato in Sud America. L’Argentina mi attrae perché è un paese molto forte nello sport. Sentivo il bisogno di venire in America Latina prima di ritirarmi. Non è una questione di soldi. Volevo avere un’esperienza del genere con i fans. Inizialmente dovevo giocare solo una partita, ma la richiesta di biglietti era talmente grande che sarebbe stato un peccato restare solo un giorno"
In Argentina hai più fans che in diverse parti del mondo. In due giorni verranno 40.000 persone a vederti. Che ambiente credi di trovare?
Sarò sincero: non pensavo che fossero capaci di costruire uno stadio così grande ed esaurirlo in poco tempo. Sto vivendo un sogno. Ho giocato in campi molto grandi, come lo Us Open, ma scendere in campo davanti a 20.000 persone offre grande energia, oltre a nervi e aspettative. Realizzerò il sogno di andare per la prima volta in Argentina, grande paese con tanti appassionati. Sono emozionato, sarà un’esperienza incredibile. Vorrei essere sorpreso da quello che incontrerò, mi piacerebbe fare qualcosa, rilassarmi, divertirmi. Sono quasi più entusiasmato dei fans.
Sei un grande appassionato di calcio, hai anche fatto degli allenamenti con il Basilea. E’ vero che hai il desiderio di vedere qualche stadio di calcio?
Amo il calcio. L’ho praticato intensamente fino ai 12 anni. Oggi ammiro Messi e Cristiano Ronaldo, il top dei top. Qualche anno fa mi piaceva molto Batistuta, apprezzavo la sua capacità di andare in gol. Era tra i miei preferiti. Lo sport argentino ha sempre attirato la mia attenzione: Coria, Nalbandian, Del Potro, Sabatini, Vilas, Gaudio…quest’ultimo mi parlava sempre dell’Independiente. Ovviamente conosco anche il Boca e il River.
Quest’anno hai giocato otto volte con Del Potro, raccogliendo sei vittorie e due sconfitte. Hai un buon rapporto con lui: dove credi che possa arrivare nel prossimo futuro?
Aaaah, fammi pensare…credo che il suo obiettivo, come minimo, sia arrivare al numero 4-5 del ranking. Quest’anno ha giocato molto bene. Spero che possa mantenere questo livello nel 2013 e che stia meglio fisicamente, senza infortuni. Ha avuto la sfortuna di stare fermo a lungo. Può arrivare a lottare per il numero 1. Le partite contro di lui sono state difficili, emozionanti…ne ho vinta qualcuna e spero di fare altrettanto nelle esibizioni e l’anno prossimo.
Un tema sempre in voga: la Coppa Davis è compatibile con chi lotta per i primi 5 posti?
Essere top 10 o top 5 è un obiettivo difficile da raggiungere. Ci sono tante cose in ballo: i tornei, la pressione…credo che anche Juan Martin ce l’abbia. A volte bisogna prendere delle decisioni anche se non tutti capiscono. Ogni giocatore prende la sua decisione e sono tutte rispettabili.
L’anno prossimo non giocherai Miami, Monte Carlo e Basilea. Il tuo obiettivo è preservare il fisico per tornare numero 1 o soltanto prenderti quello che viene?
Continuo ad avere obiettivi. Li ho sempre avuti nel corso della mia carriera. Il giorno in cui non avrò più obiettivi mi sentirò svuotato e penserò al ritiro. Ovviamente vorrei tornare al numero 1 ATP, anche se sarà molto difficile. Sarà una caccia stimolante. Ci proverò. Adesso devo terminare bene la preparazione, spero di iniziare bene in Australia perché il 2013 sarà un anno molto competitivo e ci sarà bisogno di stare bene.
Cosa ti resta da vincere?
Gioco da tanti anni, so quando posso giocare e quando no. Voglio restare al top della capacità fisica. E voglio restare al centro della scena. Adesso, rispetto al passato, trascorro più tempo con la mia famiglia. La cosa buona è che mi piace farlo. Ovviamente vorrei vincere più Slam. Non ho in programma di ritirarmi, voglio continuare a giocare al top per ancora molti anni.
Hai ottenuto più titoli e riconoscimenti di quello che aspettavi?
Tutti i titoli, i trionfi, i record, nonché il rispetto ottenuto nel corso della carriera, hanno di gran luga superato quello che mi aspettavo. E’ incredibile aver ottenuto tanto. Mi piace stare in questo mondo.
Che apporto ha dato alla storia del tennis la tua rivalità con Rafael Nadal?
Penso che sia una rivalità geniale. Rafa è un grande giocatore, è sempre competitivo. I nostri sono incontri attraenti, la gente li attende con ansia. E’ incredibile far parte di una delle storiche rivalità del tennis, come quelle tra Sampras e Agassi, Borg e McEnroe, Connors e McEnroe…sapere che l’abbiano seguita in tanti è emozionante. Spero che Rafa possa mettersi alle spalle gli infortuni e torni presto nel circuito. Il tennis è uno sport di rivalità e sfide: sicuramente nasceranno nuovo dualismi.
A 31 anni, sposato con la Vavrinec e con due figlie, com’è la tua vita fuori dal tennis? E che tipo padre sei?
Adoro il ruolo di padre. Tra qualche anno, quando mi dedicherò esclusivamente alle gemelle, cercherò di fare quello che prova a fare ogni padre: educare i propri figli. Mirka mi ha sempre aiutato, è una grande compagna. Quando l’ho conosciuta non avevo vinto neanche un titolo, mentre adesso ne ho 76…e guarda che succede! Le cose sono cambiate dopo la nascita delle figlie, ma facciamo in modo di avere una vita compatibile con la mia carriera. Mirka mi segue sempre, credo che mi sarei già ritirato se a lei non fosse piaciuto accompagnarmi. In definitiva, vivo tranquillo. Mi piace essere considerato una persona normale.
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