Lo dice Novak Djokovic, ma a vederlo giocare sembrerebbe proprio il contrario. In semifinale potrebbe trovare Murray, che però prima deve scalare…l’Alpe d’Huez!
Andy Murray è lieto di giocare sulla Hisense Arena

Di Riccardo Bisti – 19 gennaio 2012


In un tabellone già orfano di tennisti italiani (tutti fuori all'esordio tranne l’ammirevole Cipolla, KO al secondo turno), Novak Djokovic si diverte a bluffare. Dopo aver spazzato via Paolo Lorenzi al primo turno, ha rifilato un netto 6-3 6-2 6-1 a Santiago Giraldo in poco più di un’ora e mezza. Vittoria di routine, che però alimenta il suo status di favorito numero 1. “Penso che nessuno sia invincibile – ha detto Nole dopo la partita – è una questione di fiducia in se stessi e nelle proprie qualità”. Ma se c’è un giocatore che trasmette l’idea di invulnerabilità, beh, è proprio lui. “Ad oggi, la Rod Laver Arena è il campo più vincente della mia carriera. Ho vinto due volte, e ogni volta che ci metto piede mi tornano in mente splendidi ricordi. Mi piace tutto: le condizioni, la velocità della superficie, le palle…su questo campo ho più fiducia che altrove”. La sfida di Andy Murray è affascinante, ma ad oggi il serbo sembra inscalfibile. Dopo il zoppicante finale di 2011, si è presentato ad Abu Dhabi in perfetta forma e ha dominato l’esibizione mettendo in mostra un tennis perfetto. Lo stesso che ha in canna a Melbourne. Non ha certo avuto bisogno di tirarlo fuori contro Lorenzi e Giraldo, e probabilmente non gli servirà nemmeno contro Nicolas Mahut al terzo turno. Anche perché: “La superficie è abbastanza lenta e il rimbalzo è un filo più alto, decisamente più adatto al mio tipo di tennis”. Le difficoltà vere, per Djokovic, potrebbero arrivare negli ottavi di finale, soprattutto se Milos Raonic dovesse battere Lleyton Hewitt e la sua ghenga di hooligans. Il bombardiere canadese, insieme a Del Potro e Tsonga, sembra il più attrezzato per dare filo da torcere ai primi quattro. Contro questo Djokovic, tuttavia, ci vorrebbe qualcosa di più che un miracolo.
 
La parte alta del tabellone maschile è zeppa di francesi. A parte l’invidia (e l’imbarazzante paragone con gli italiani), la Francia sarà il vero ostacolo di Andy Murray nella corsa verso le semifinali. Dopo la semplice vittoria contro Edouard Roger Vasselin (6-1 6-4 6-4 lo score), prima di arrivare a Djokovic nel match previsto nella serata del 27 gennaio, dovrà battere uno dopo l’altro Michael Llodra, Gael Monfils e Jo Wilfried Tsonga. Non è un tabellone semplice, ma la presenza di Ivan Lendl al suo fianco è un doping psicologico irresistibile. “Non ho dato tante opportunità al mio avversario nei miei turni di battuta – ha detto Murray – adesso contro Llodra non sarà semplice. E’ un giocatore divertente, il suo chip and charge è in grado di mettere in difficoltà chiunque”. Al suo angolo, Lendl ha assistito al match impassibile, avvolto in un asciugamano. Ancora una volta, l’avversario extra del britannico sarà la pressione. L’arrivo di Lendl, in un certo senso, potrebbe sgravarlo di qualche attenzione. E lui gradirebbe. Non è un caso che abbia apprezzato la collocazione dei suoi primi due match, programmati sull’Hisense Arena e non sulla Rod Laver. Lui sostiene che è un vantaggio a livello atmosferico: il freddo della vigilia del torneo ha lasciato spazio al caldo, accompagnato dalla brezza. L’Hisense Arena è quasi interamente al riparo dalle condizioni esterne, il che ha consentito a Murray di giocare in condizioni ottimali. “Negli altri campi c’è tanto vento, anche sulla Rod Laver Arena. Questo crea delle difficoltà che invece non ci sono in questo campo”. Sarà pur vero, però…
 
La quarta giornata dell’Australian Open non ha offerto sorprese, a meno che non si vogliano considerare i successi di Mikhail Kukushkin su Viktor Troicki e di Frederico Gil su Marcel Granollers. Il colpo grosso lo avrebbero potuto infilare il giovane James Duckworth (bravo a impegnare Tipsarevic) e Ryan Sweeting, capace di portare al quinto set David Ferrer, semifinalista in carica. Alla fine non si sono creati buchi in tabellone, e il ritiro di Roddick a favore di Hewitt non ha certo sconvolto gli equilibri. E se anche dovesse arrivare negli ottavi troverebbe l’insormontabile Djokovic. Gli organizzatori – dopo una democratica alternanza – si sono tolti dall’imbarazzo di mettere uno tra Federer e Nadal nel secondo campo creando un order of play su misura: nella notte italiana, prima Nadal (contro Lacko) e poi Federer ( contro Karlovic) giocheranno sulla Rod Laver Arena. Affascinante la doppia sessione serale: da una parte Dolgopolov-Tomic, dall’altra Clijsters-Hantuchova. Si preannuncia un venerdì coi fiocchi.

AUSTRALIAN OPEN 2012 – IL TABELLONE MASCHILE

L'ORDINE DI GIOCO DI VENERDI' 20 GENNAIO