La storia insegna che difficilmente un qualificato può andare molto avanti all'Australian Open. Tuttavia, può succedere che chi arriva dalle qualificazioni possa essere protagonista nella prima settimana, magari mettendo a segno qualche exploit. D'altra parte, i qualificati sono reduci da tre vittorie e un perfetto adattamento alle condizioni di gioco. Stazionano in loco da almeno 10 giorni e conoscono alla perfezione superficie, palle e tutto il resto. In Australia, sono fattori ancora più importanti. La classifica li vede ben oltre il numero 100 ATP, ma non è azzardato dire che sono tra i giocatori più in forma. Le migliori prestazioni di un qualificato all'Australian Open risalgono al 1977 e al 1989. Nel gennaio 1977, Bob Giltinan ha raggiunto addirittura le semifinali. Dodici anni dopo, Goran Ivanisevic si sarebbe spinto fino ai quarti. Più in generale, da quando il torneo è passato a 128 giocatori (nel 1988) è capitato dieci volte che in qualificato arrivasse negli ottavi o meglio. L'ultimo a centrare l'impresa è stato Milos Raonic nel 2011. Da allora è mancato l'exploit da copertina, ma i qualificati si sono comunque ben disimpegnati: detto che ogni tabellone concede 16 “spot” a chi proviene dalle qualificazioni, negli ultimi cinque anni ci sono stati 80 qualificati. Di questi, 30 hanno superato il primo turno (4 nel 2013, 7 nel 2014, 4 nel 2015, 8 nel 2016 e 7 nel 2017), con una percentuale complessiva di poco inferiore al 40%. Di questi, tuttavia, soltanto 5 hanno raggiunto il terzo turno.
LE PROSPETTIVE DI RUUD E BEMELMANS
Il 2018 può invertire la tendenza? La prima giornata ha lasciato indicazioni interessanti: detto che il sorteggio ha concesso due derby tra qualificati (Ruud b. Halys e McDonald b. Ymer), sono scesi in campo undici qualificati con un bilancio di tre vittorie e otto sconfitte. L'unico a superare un giocatore ammesso nel main draw è stato Ruben Bemelmans. Il belga si è tolto una grande soddisfazione battendo Lucas Pouille, eroe della finale di Coppa Davis proprio tra Francia e Belgio. Nel vedere questo match, chissà cosa avrà pensato Johan Van Herck, capitano belga, che sul 2-2 ha insistito su un acciaccato Steve Darcis e non ha schierato Bemelmans (che, va detto, era un po' demoralizzato dopo il doppio). Bemelmans se la vedrà con Basilashvili e si trova nello spicchio di tabellone in cui sono uscite tutte le teste di serie (Anderson, Pouille, Kohlschreiber e Sock). Significa che può aspirare, come gli altri, a un miracoloso piazzamento nei quarti. Ben più complicato il percorso per McDonald, atteso al secondo turno da Grigor Dimitrov, mentre Casper Ruud ha colto il suo primo successo Slam proprio laddove papà Christian aveva ottenuto il suo miglior risultato Slam, gli ottavi del 1999, a poche settimane dalla nascita di Casper. Al secondo turno troverà Diego Schwartzman, come lui reduce da un 11-9 al quinto (contro Dusan Lajovic). Il vincitore, troverà al terzo turno il vincitore di Dolgopolov-Ebden. Nella seconda giornata esordiranno altri cinque qualificati: Denis Kudla, Vaclav Safranek, Jaume Munar, Matthias Bachinger e Lorenzo Sonego. Secondo il sito dell'Australian Open, il torinese può auspicare un clamoroso passaggio al terzo turno. Lo hanno inserito tra i tre giocatori più accreditati: gli altri erano sono Ruud e Yuki Bhambri. All'indiano è andata male, visto che si è arreso al redivivo Marcos Baghdatis, che pure gli sta dietro in classifica (119 contro 123), ma era entrato in tabellone grazie al ranking protetto. L'ottimismo degli australiani può inorgoglire Lorenzo, reduce dal gran successo su Bernard Tomic, anche se non ha avversari semplici: nella notte sfiderà Robin Haase (n.43 ATP e buon protagonista ad Auckland), in vista di un possibile secondo turno contro Gasquet (o Kavcic).