di Daniele Rossi – foto Getty Images
31 anni, una classifica in caduta libera, svariate operazioni chirurgiche ad anche, caviglie e mignoli del piede, quattro sconfitte al primo turno su cinque tornei giocati, una moglie e tre figli. Molti, se non tutti, avrebbero mollato e appeso la racchetta al chiodo. Ma la parola arrendersi nel vocabolario di Lleyton Hewitt non esiste e non esisterà mai. Eh sì, perchè “Rusty” è ancora lì a girare per il mondo, convinto che il suo tempo non sia scaduto, che il suo tennis non sia finito. E ha ragione.
Sull'erba di Newport, al Campbell's Hall of Fame Tennis Championships, giocherà la sua 43esima finale in carriera. L'ultima risaliva al 2010, sempre sull'erba, ma ad Halle. Avversario, nientemeno che Roger Federer, battuto dopo 15 sconfitte consecutive.
A Newport, entrato grazie ad una wild-card, ha sconfitto il giovane canadese Pospisil al primo turno, il qualificato americano Smyczek, l'israeliano Dudi Sela e Rajeev “Rampras” Ram, così chiamato per l'emulazione in ogni gesto di Pete Sampras. Il suo avversario in finale sarà John Isner, testa di serie numero 1, reduce da un periodo negativo, ma che sul suolo amico sembra aver ripreso confidenza. Precedenti, due a zero, per l'australiano.
In caso di successo, sarebbe il 29esimo titolo in carriera per Hewitt, che ha vinto almeno un torneo all'anno dal 2001 al 2010, bucando solo l'anno scorso.
C'è ancora Lleyton, ci sono ancora i sui “C'mon”, che sono diventati un marchio sulla maglietta, c'è ancora il suo rovescio, la sua rapidità di gambe, i sui lob, la sua incrollabile convinzione di poter battere chiunque e la sua immarcescibile grinta. Mitigata ma non sopita, dalla moglie Bec, dai figli Mia, Ava e Cruz, che dopo la partita con Sela sono entrati in campo per complimentarsi con papà.
Due Slam, due Masters, due Coppe Davis, numero 1 del mondo per 80 settimane (il più giovane di sempre, a 20 anni). Soddisfazioni se ne è tolte Rusty, bravo ad approfittare del vuoto di potere fra l'era Sampras e l'era Federer, per poi venire spazzato via dallo svizzero e da una generazione sempre più potente e implacabile. Batoste ne ha prese Rusty, ma lui è ancora lì, a 31 anni, sotto sotto, convinto di poter battere chiunque.