Accanto a lui c’è solo la moglie Lilian, eppure Michael Russell non perde l’amore per il tennis. Si prenota da solo voli ed alberghi e va a caccia della prima vittoria contro un top 10.
Michael Russell è ancora a caccia della prima vittoria contro un top 10
Di Riccardo Bisti – 12 aprile 2012
Prendiamo un top player qualsiasi. Quando gioca un torneo del Grande Slam si porta dietro un'entourage più o meno così composta: allenatore, sparring partner, nutrizionista, fisioterapista, manager, addetto stampa, massaggiatore, amici e fidanzata. Per portarli tutti ci vuole un pulmino. E i tornei si sono adeguati, allargando a dismisura il “Players Box”. Ma ci sono anche giocatori come Michael Russell, professionista dal 1998 e mai oltre la 60esima posizione, che ai tornei si porta solo una persona: sua moglie Lilian. I due si sono conosciuti nel 2004 a Houston, durante un torneo di esibizione. “Poco tempo dopo mi sono infortunato – racconta il numero 136 ATP – pure lei aveva un problema al tendine d’achille…così abbiamo passato 6 mesi sul divano, insieme. Abbiamo pensato che se avessimo superato quel problema, non avremmo avuto più ostacoli. Siamo incredibilmente compatibili. Sono rimasto a Houston e ci siamo sposati nel 2007”. In questi giorni, Russell è di nuovo a Houston per il locale torneo ATP, l’unico a disputarsi sulla terra battuta sul suolo americano. Ha passato le qualificazioni e ha vinto una buona partita contro Daniel Gimeno Traver e stasera (non prima delle 23 italiane) se la vedrà con Mardy Fish, testa di serie numero 1.
Russell è uno dei tanti giocatori che “vivacchia” con il tennis. La sua carriera avrebbe potuto svoltare nel 2001 quando ebbe un matchpoint contro Guga Kuerten agli ottavi di finale del Roland Garros. Perse, Guga disegnò un cuore sulla terra del campo Chatrier, e l’americano tornò al ruolo di comprimario. La differenza tra i primi al mondo e il numero 136 va ben oltre i numeri. Federer, Nadal e Djokovic viaggiano con il jet privato e soggiornano nelle suite più lussuose. Fanno pubblicità per aziende di livello mondiale. Michael e Lilly Russell prenotano i voli e gli hotel via internet. Lei ricopre vari ruoli: manager, fisioterapista e segretaria. Recentemente hanno prenotato il volo per Parigi, dove Michael tenterà la via delle qualificazioni. Dopo Houston tornerà a giocare nel circuito challenger, al torneo di Savannah. Piccoli tornei, piccoli sponsor. Il suo partner più importante non si chiama Mercedes o Rolex, ma è il negozio “Tennis Express” di Wetheimer. Veste il marchio “Under Armour” e usa racchette Babolat. E’ lontano anni luce dal mondo patinato dei Federer, dei Nadal e dei Djokovic…ma condivide con loro l’amore per il tennis. “E’ una sensazione stupenda competere in questo sport. Sono cresciuto giocando a tennis, amo la competizione, amo il fatto che sia uno sport individuale. E’ uno sport difficile, e questo mi piace. Sono in giro da 15 anni e amo ancora ogni aspetto del tennis, compresi gli allenamenti”. Il prossimo 1 maggio compirà 34 anni.
E poi ci sono i soldi. Russell non è un campione, ma ha incassato oltre un milione e seicentomila dollari, cifra che lo mette al numero 309 nella lista dei più ricchi di sempre. Non gliene sono rimasti in tasca molti, ma c’è di peggio. Anche perché, in tutta la carriera, non c’è mai stata una stagione in cui ha vinto più match di quanti ne abbia persi, almeno nel circuito ATP. Nel 2007 si è arrampicato al numero 60 ATP, ma soprattutto grazie a challenger. Negli ATP raccolse 10 vittorie e 19 sconfitte. L’anno scorso, nonostante risultati non eccezionali, si è messo in tasca 280.000 dollari. E vuole guadagnarne ancora, anche se il denaro non è certo l’unica molla che lo spinge a rincorrere ogni palla. A dispetto dei (quasi) 34 anni, è un guerriero che lotta su ogni punto. Gli piace prendere per sfinimento gli avversari. E’ la sua unica chance. Lo sa bene, anche perché è un uomo intelligente. E’ uno dei pochi tennisti ad aver conseguito la laurea. Si è tolto questa soddisfazione lo scorso gennaio, laureandosi in Amministrazione Aziendale presso l’Università di Phoenix. Non ci vuole la laurea per giocare bene nel circuito ATP, ma il 2-6 7-5 6-1 con cui ha battuto Daniel Gimeno Traver, 35 posizioni avanti a lui, è lo specchio della sua carriera. La carriera tranquilla e serena di chi non si arrende mai. A fine partita era freschissimo: avrebbe potuto giocare altri due set e poi sottoporsi a una seduta di allenamento. Adesso è atteso da Mardy Fish, numero 9 ATP e prima testa di serie. In carriera, il buon Russell ha giocato dodici partite contro tennisti compresi tra i primi 10 del mondo. Le ha perse tutte, compresa quella clamorosa contro Kuerten. Erano gli ottavi di finale del Roland Garros. Quel risultato gli regalò 55.000 dollari, che sarebbero raddoppiati in caso di vittoria. Ma soprattutto la sua carriera sarebbe girata. Ha avuto un’altra chance nel 2007, quando è stato avanti di due set contro Lleyton Hewitt all’Australian Open. Perse anche allora. L’anno scorso ha giocato una bella partita contro Andy Roddick allo Us Open, ma ha ceduto in quattro set. “Quest’anno cercherò di interrompere la striscia negativa”. Se non ce la farà, riproverà nel 2013. “Sto bene. Sono sano. Mi sto divertendo. Datemi una ragione per smettere”.
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