Annata finita, tempo di pagelle. Abbiamo dato i voti ai protagonisti (ma non solo) della stagione appena conclusa, felicissima per molti come Djokovic, Medvedev, Krejcikova e gli italiani, meno per altri come Kyrgios, Osaka, gli eterni Next Gen e… Roger Federer

Russia la top, Osaka già stanca?

Voto 10 alla Russia

ATP Cup, Billie Jean King Cup, Davis Cup, tre medaglie Olimpiche. Se il tennis fosse uno sport di squadra, la Russia sarebbe la dominatrice incontrastata della scena mondiale. Per fortuna non lo è.

Voto 7,5 a Lorenzo Sonego

Un titolo ATP, semifinale agli Internazionali d’Italia battendo due top-10, ottavi a Wimbledon e il best ranking a un solo gradino dalla top-20. Spesso ce lo dimentichiamo, perché chi gli sta davanti ha fatto cose enormi, eppure il torinese è sempre più fra i grandi. Mezzo voto in meno per la sconfitta contro Borna Gojo in Coppa Davis nella sua Torino: poteva cambiare completamente la storia delle Finals.


Voto 5 alla nuova generazione (Medvedev escluso)

Da anni sembrano pronti a stravolgere le gerarchie, e invece devono continuare ad accontentarsi di quel che resta. Tsitsipas si è sciolto come neve al sole in finale al Roland Garros e ha vinto solamente un Masters 1000, Rublev nemmeno quello, Shapovalov si sta rivelando più bello che vincente, e Auger-Aliassime colleziona finali perse (otto: il record di dieci di Julien Benneteau è vicino). Ancora un annetto e Alcaraz e Sinner se li divorano tutti.


Voto 4 a Naomi Osaka

Ha vinto l’Australian Open, confermando di essere la più forte del gruppo almeno sul cemento. Ma poi? Mistero. Nel resto della stagione ha giocato poco e raggiunto giusto i quarti a Miami, ritirandosi dal Roland Garros e dando forfait a Wimbledon. Davvero poco. C’è qualcosa che non funziona, probabilmente relativo alla salute mentale della quale ha parlato a Parigi, accusando i media di non trattare certi aspetti con la dovuta cura. Ma pochissime colleghe (e colleghi) l’hanno assecondata, e la questione si è trasformata in un autogol. Ad appena 24 anni sembra già stufa della sua dimensione da star.

Voto 9,5 a Novak Djokovic

Quando vinci tre Slam e arrivi in finale nel quarto, tutto il resto conta zero. Il suo progetto Grande Slam si è fermato al 96%, con 27 vittorie su 28. Non ce l’ha fatta e con buona probabilità non ce la farà mai più, ma in un tennis che sta cambiando volti lui resta di un altro pianeta. A tanti continua a non stare simpatico, ma fino a quando la sua colpa è quella di essere più forte di Federer e Nadal può fregarsene serenamente.


10 a Berrettini, 3 alla Davis

Voto 10 a Matteo Berrettini

Con la finale a Wimbledon ha cambiato dimensione alla sua carriera e anche alla visibilità del tennis negli organi d’informazione del nostro paese. Il numero uno azzurro ha vissuto una stagione da urlo, seppur condizionata da due fattori chiave: gli infortuni e Djokovic. Un problema addominale l’ha privato sia degli ottavi a Melbourne sia di ATP Finals e Davis Cup Finals, mentre Djokovic l’ha fermato negli altri tre Slam. Senza questi intoppi poteva fare ancora di più. Vien da pensare che lo farà.

Voto 3 alla riforma della Coppa Davis (e a chi l’ha appoggiata)

Mentire non serve: anche quando Gerard Piqué si limitava al ruolo di calciatore del Barcellona o di marito di Shakira, non è che la Coppa Davis fosse l’emblema della salute, però conservava un suo fascino particolare, diverso, unico. Ora, per colpa della riforma ITF-Kosmos ne ha smarrito la gran parte, assumendo contorni da torneo qualunque. Peccato.


Voto 8 a Daniil Medvedev

Anche nel 2021 si è confermato l’unica alternativa concreta (almeno per ora) al dominio di Novak Djokovic, negandogli il Grande Slam e vincendo il suo primo Major a New York. C’è da scommettere che non sarà l’ultimo, e se migliora sulla terra può provare l’assalto al numero 1 del mondo già nella prossima stagione. In più, ha confermato di essere un personaggio di valore, che sa divertirsi e divertire. A modo suo.

Voto 8 a Liudmila Samsonova

Dal nulla o quasi è diventata la protagonista del titolo della Russia in Billie Jean King Cup, lei che a giugno era ancora fuori dalle prime 100. Poi ha vinto un titolo WTA sull’erba di Berlino, è arrivata agli ottavi a Wimbledon e ha finito l’anno da eroina nazionale, al numero 39 e con molti margini per salire ancora. Tennisticamente è un prodotto italiano al 100%: un vero peccato che non giochi (più) per il nostro paese.

Voto 5 a Roger Federer

Dare un’insufficienza a Federer è un po’ come bestemmiare in chiesa, ma – seppur con valide motivazioni – in due anni ha giocato solamente 20 partite: quantità insufficiente se rapportata a degli obiettivi ancora di un certo livello. E la scelta di sfruttare il Roland Garros per allenarsi e poi ritirarsi, come fosse l’Open sotto casa e non uno dei quattro tornei più importanti al mondo, è stata poco elegante. Non da Federer.

Barty n.1, Kyrgios dietro la lavagna

Voto 8 ad Ashleigh Barty

Ha giocato meno delle altre, eppure ha chiuso di nuovo l’anno davanti a tutte, col trionfo a Wimbledon come ciliegina sulla torta. Basta e avanza.

Voto 4 all’off season

Quattro come le settimane di durata. Troppo poche.

Voto 7 a Camila Giorgi

Una media fra il 9 della settimana da favola a Montreal, dove ha finalmente trovato uno di quegli exploit che da anni venivano ripetutamente (e spesso generosamente) ipotizzati dagli appassionati, e il 5 della rimanente parte dell’anno, con solo qualche vittoria di rilievo qua e là. Per fare di più serve continuità. Trovarla a 30 anni non sarà semplice.

Voto 2 a Nick Kyrgios

7 tornei giocati, 7 partite vinte, numero 93 del mondo a fine anno. Una volta, perlomeno, il (poco) simpatico Nick faceva parlare di sé per quello che combinava in campo. Ora, invece, in campo ci va molto poco e quasi mai lascia il segno. La carriera è la sua, la vita anche. Ma che occasione sprecata.

Voto 7 ad Alexander Zverev

Ha chiuso con più titoli di tutti (sei) ed è stato il migliore nella seconda parte di stagione, vincendo l’Oro Olimpico a Tokyo, il Masters 1000 di Cincinnati e le ATP Finals. Le sconfitte al quinto set negli ultimi tre Slam dicono che nei Major ha ancora qualche dettaglio da sistemare, ma sembra finalmente maturo per fare qualcosa di grande. Era ora.


Bravo Sinner, Opelka che figura

Voto 9 a Barbora Krejcikova

Si può essere grandi singolariste e grandi doppiste contemporaneamente? Sì. Per informazioni citofonare Krejcikova, una delle più grandi sorprese del 2021 iniziato al numero 65 e chiuso da top-5. Il suo Roland Garros è stato uno spettacolo, sportivo ed emotivo per il legame con Jana Novotna. E in doppio, con la connazionale Siniakova, si è confermata una gigante.

Voto 3 a Reilly Opelka

Un mix fra il 3 del suo tennis, il 3 della sua idea di look elegante (?) e il 3 della sua opinione sui giornalisti di tennis, da lui definiti i peggiori nel mondo dello sport.

Voto 9 a Jannik Sinner

Mai nessun italiano era riuscito a vincere quattro titoli ATP in una stagione. Lui ce l’ha fatta a vent’anni, chiudendo da numero 10 del mondo. Serve altro? C’è chi dice che il suo tennis non emoziona, ma siamo italiani. Dobbiamo trovare per forza qualcosa che non va anche quando non c’è.

Voto 7,5 a Casper Ruud

Senza dubbio il giocatore migliorato di più nel 2021. Ha iniziato l’anno da numero 27 del mondo e l’ha finito in ottava posizione, con ben cinque titoli, la semifinale alle ATP Finals e tante vittorie di qualità. Sembrava davvero competitivo solo sulla terra, invece ha dimostrato (a se stesso per primo) di poter giocare da top-10 anche sul duro. Può salire ancora? Dura. Ma era difficile anche prevederlo fra i primi 10. E invece…

Voto 8 a Steve Simon

La presa di posizione sul caso di Shuai Peng, con la scelta di annullare tutti i tornei in Cina (dove la WTA è di casa), è stata da vero leader, con buona pace di enormi interessi economici. Di fronte ai diritti umani è sacrosanto che passino in secondo piano. Sulla questione è piaciuto molto più di altri (leggi ATP), anche perché fra tutti era quello ad avere di più da perdere.b