AUSTRALIAN OPEN – Roger impartisce una lezione a Tomic, come un maestro che ridimensiona il giovane ed esuberante allievo. Negli ottavi sfida Milos Raonic.
Il saluto tra Roger Federer e Bernard Tomic
Di Lorenzo Baletti – 19 gennaio 2013
Cosa avrà detto Roger Federer a Bernard Tomic? Avrà avuto voglia di dirgli qualcosa dopo le tante (troppe?) parole pronunciate prima di questa partita? Ci piace immaginare che in realtà non abbia detto nulla, e che si sia limitato ad un tradizionale “grazie e complimenti”. In effetti, non c’era più nulla da dire dopo il 6-4 7-6 6-1 finale. Come sempre, tutto ciò che Federer doveva esprimere, lo ha espresso sul campo. Una partita dice più di mille parole, un dritto vincente è più efficace di una frase a effetto, un ace colpisce più di una provocazione. Soprattutto dopo il botta e risposta tra i due iniziato ormai una settimana fa. Il giovane Tomic, che non vedeva l’ora di affrontare Federer, forse è mal consigliato dal suo numeroso entourage, capitanato dal padre allenatore. Perché nello sport non si vince parlando o facendo lo spaccone. Invece il 20enne australiano pensa un po’ troppo a parlare, ad esprimere le proprie opinioni, e prefissarsi obiettivi lontanissimi tralasciando quelli a breve termine. Dichiara di voler battere Federer, di essere pronto a farlo, e di voler vincere uno Slam. E’ ovvio che il ragazzino sia manovrato dall’alto, e che nessuno ancora gli aveva detto che ci vuole ben altro per arrivare in alto nel tennis.
Sulla Rod Laver Arena l’atteggiamento di Federer era un po’ quello di un professore che voleva impartire una severa lezione all’allievo troppo sicuro di sé, a tratti cafone e sbruffone. Non per cattiveria: si ricordi che stiamo parlando di tennis e di Federer, la summa della signorilità sportiva. Ma Roger sa bene che le sconfitte insegnano e fortificano più delle vittorie. E sa bene cosa sta passando Tomic, perché da ragazzo anche Federer aveva un atteggiamento tra il saccente e il superbo. Ha semplicemente voluto aprire gli occhi a Tomic. Nelle quasi due ore di partita, non prima, non dopo, gli ha voluto dire “Ecco, così si diventa campioni, così si gioca a tennis, portando rispetto agli avversari, soprattutto se più esperti di te, e lavorando passo per passo con umiltà”. Una lezione di sport, ma anche di vita. E’ indubbio che Tomic abbia un talento smisurato, anche oggi ha mostrato grandi colpi con tutti i fondamentali. Pare non avere nessun potenziale punto debole, e allo stesso tempo ci sono grandi margini di miglioramento ovunque. Soprattutto nella testa, verrebbe da dire. Federer ha voluto dirgli che tutto questo talento va coltivato, cresciuto, lavorato. Quei cialtroni, padre in primis, di cui si è circondato Tomic (certo non per colpa sua) non si rendono conto di questo aspetto. Si parla già di vincere uno Slam, di chiudere l’anno tra i primi 10, quando Tomic ha vinto il primo titolo Atp solo la settimana scorsa! Speriamo che Federer abbia aperto gli occhi un po’ a tutti. Di certo, ha smorzato gli entusiasmi e ha riportato coi piedi per terra Bernard e il suo clan. Si capisce anche dalle stesse parole di Bernie: “E' il miglior tennista che questo sport abbia mai avuto. Impari sempre qualcosa di nuovo ogni volta che lo vedi giocare. Quando perdi da un campione del genere, fa meno male. Roger ha buone chance di vincere il torneo". Meglio tardi che mai…Addirittura, Bernard confida poi di essersi lasciato prendere dal panico nel sentire elencare dallo speaker tutti i successi del suo avversario prima della partita.
Le statistiche e la cronaca del match contribuiscono solo a rafforzare una vittoria dalla moltitudine di significati. Federer ha concesso una sola palla break in tutto il match, annullandola, contro le ben 16 concesse da Tomic. Di queste in realtà Roger ne ha sfruttate solo tre, a dimostrazione di come il punteggio sarebbe potuto essere molto più severo. I due hanno giocato alla pari sul piano dei colpi vincenti, con lo svizzero che ne ha messi a segno solo quattro in più (46 a 42). Ma a pesare tantissimo sono stati gli errori non forzati. In effetti è tipico dei giovani sbagliare molto, lasciarsi prendere dalla fretta per chiudere il punto, o provare il colpo spettacolare. Ma addirittura commettere più del doppio degli errori del proprio avversario (41 a 20) sottolinea ancora di più come Tomic sia ancora acerbo, da formare, e non quel campione già pronto a vincere tutto che invece si crede. Non è un caso che il primo break sia arrivato nel primo gioco della partita. A quel punto, Federer ha amministrato il vantaggio senza concedere neppure una palla del contro break. Il secondo set è stato molto più combattuto, con colpi spettacolari da una parte e dall’altra, Tomic che ogni game si trovava ad affrontare e annullare 2-3 palle break, e un tie break avvincente in cui Federer si è trovato indietro 3-5 prima di portare a casa uno scambio di 28 colpi e far girare definitivamente il set e il match. Insomma, non è stata una passeggiata, ma alla fine hanno prevalso esperienza e classe. Ed ora Federer ha un altro giovane rampante, ma molto meno sbruffone, da mettere in riga: Milos Raonic. Avanti un altro, andare a lezione da Professor Federer è sempre un piacere.
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