La giovane Taylor Townsend firma con Lagardere e passa professionista. L’Orange Bowl dovrebbe essere il suo ultimo torneo junior. Ha ricucito i rapporti con la USTA, ma nel 2013 non potrà giocare molto.
Taylor Townsend è dotata di un ottimo gioco di volo
 
Di Riccardo Bisti – 5 dicembre 2012

 
A 16 anni e 7 mesi, Taylor Townsend è ufficialmente una professionista. Nei giorni scorsi, la giovane promessa americana ha firmato con Lagardere Unlimited e si è aggiunta a un team di cui fanno parte Victoria Azarenka, Caroline Wozniacki e le statunitensi Sloane Stephens e Melanie Oudin. “Era soltanto una questione di tempo – ha detto la Townsend, in questi giorni impegnata all’Orange Bowl – ero pronta ed entusiasta. Lagardere mi seguiva già da tempo. Mia madre ha parlato con loro per un po’, fino a quando ci siamo incontrati a New York. La scelta di diventare professionista è maturata nel tempo, non l’ho presa al volo. Ci ho pensato molto”. La Townsend, numero 1 junior e vincitrice dell’Australian Open under 18, non sta attraversando il suo miglior momento: la scorsa settimana ha perso al terzo turno dell’Eddie Herr Championsips, mentre all’esordio dell’Orange Bowl ha faticato per battere la 15enne serba Ivana Jorovic, sconfitta in due tie-break. “Non credo di aver giocato troppo bene” ha detto la Townsend, che dopo il match è passata direttamente dal campo centrale a uno secondario per allenarsi al servizio sotto la guida dell’allenatrice Kathy Rinaldi. “Capita di non essere al 100% in ogni partita, sono contenta di avercela fatta. Sono rimasta mentalmente in partita anche se ho avuto le mie chance in entrambi i set. E’ stata una partita equilibrata, la mia avversaria ha giocato molto bene”. Al secondo turno avrà un match affascinante contro l’olandese Indy de Vroome. Affascinante perché 12 mesi fa fu sconfitta proprio dalla de Vroone. “Ottimo – dice la Townsend – sono felice di affrontarla di nuovo. Sarà una buona partita e non credo proprio che penserò al precedente dell’anno scorso. Negli ultimi 12 mesi sono successe molte cose”.
 
Il 2012 della Townsend è stato pieno di risultati e qualche polemica. Non può lasciarti indifferente. Intanto è nera, quindi il richiamo alle sorelle Williams è obbligatorio, quasi automatico. Poi gioca un coraggioso serve and volley, rarissimo tra gli uomini, figurarsi tra le donne. Oltre al trionfo a Melbourne, si è distinta in doppio, dove ha collezionato tre quarti di Slam (le è mancato solo il Roland Garros). Era da 30 anni esatti che una giovane americana non chiudeva l’anno al numero 1 junior (l’ultima era stata Zin Garrison nel 1982…nera pure lei). Di Taylor si è parlato anche perché la USTA non l’aveva invitata a giocare lo Us Open perché…troppo grassa. Ne è venuto fuori un incidente diplomatico, in cui i vertici federali si sono difesi per bocca di Patrick McEnroe, direttore dello sviluppo. “Ciò che conta, per noi, è la salute e la crescita di Taylor”. Fu messa una pezza e la ragazza potè giocare. Oggi i rapporti sono decisamente più distesi. Lo testimonia il fatto che le hanno dato una wild card per l’Orange Bowl, visto che non si era iscritta in tempo. “Colpa mia, devo essere responsabile di me stessa. Con la USTA è tutto ok”. L’americana ha aggiunto che l’Orange Bowl è proobabilmente il suo ultimo torneo junior. Fosse vero, nel 2013 potrebbe giocare pochi tornei ufficiali perché da minorenne dovrà rispettare i limiti imposti dalla WTA per le giovanissime, e non può ancora partecipare ai tornei universitari. “Ma sono molto emozionata all’idea di passare professionista”. Che differenza con Mallory Burdette, che per continuare gli studi di psicologia è rimasta dilettante e ha rinunciato al sostanzioso montepremi dello Us Open… 

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