“Il mio sogno sarebbe vedere Fabio battere Nadal a Roland Garros, anche perchè Rafa è uno dei pochi veri amici che ha nel circuito”. L'ha detto in tempi non sospetti Fulvio Fognini, papà-tifoso del numero 1 azzurro. Batterlo a Parigi, forse, resterà un'utopia. Ma siamo sicuri che Fognini Senior si sarà commosso dopo la grande impresa di Rio de Janeiro, dove il figlio ha colto un successo eccezionale contro il più forte di sempre sulla terra battuta. Ok, forse Rafa avrà avuto qualche problema alla coscia, nel finale zoppicava e certamente ha provato ad accorciare gli scambi. Tutto vero, ma per batterlo sul rosso bisogna tirare fuori una prestazione maiuscola. E Fognini, dopo un primo set senza storia, ha trovato il meglio di sé. Così, all'improvviso. E la sua carriera è girata nuovamente, dopo un lungo periodo di crisi che aveva fatto pensare a un declino, o semplicemente all'incapacità di restare laddove era arrivato. Tutto falso: l'1-6 6-2 7-5 con cui ha cancellato Nadal lo rilancia alla grande, sia nella classifica che nella testa. Le sconfitte consecutive e le cattive sensazioni dei mesi scorsi sono volate via, risucchiate dall'umidità di Rio de Janeiro, dove Fabio si giocherà il titolo contro David Ferrer. Cercherà di conquistare il quarto successo in carriera, e diventerebbe il più titolato italiano degli ultimi 35 anni. Come lui, hanno intascato tre titoli Andreas Seppi, Andrea Gaudenzi e Paolo Canè. Nessuno ha centrato il poker. Seppi c'è andato vicino un paio di settimane fa a Zagabria, ma gli è mancato lo sprint. Adesso ci prova Fabio, peraltro in un ATP 500, ottimo anche per la classifica. I 360 punti già intascati, ad ogni modo, lo porteranno al numero 22 ATP, gioiosa inversione di tendenza dopo la lenta discesa degli ultimi mesi. E adesso, come un lampadario cui è stata cambiata la lampadina, tornano d'attualità i discorsi di 12 mesi fa, quando l'ingresso tra i top-10 sembrava solo una questione di tempo. “Fogna” si è incagliato al numero 13, ma non è quello il suo limite.
FORTE E LUCIDO
Lo ha dimostrato contro Nadal, cambiando atteggiamento dopo essere stato sotto 6-1 2-1 e servizio, peraltro subendo il break al terzo game nel peggiore dei modi, con un doppio fallo e un'invasione di campo su una volèe. In altri tempi avrebbe mollato, magari andando in escandescenza. Stavolta la partita è radicalmente cambiata, in positivo. I segnali di una nuova mentalità, di una maturità improvvisamente ritrovata, si erano visti anche nei turni precedenti. C'è stato il matchpoint annullato a Jiri Vesely (eh si, a volte la storia può girare per un solo punto…), e la lucida freddezza con cui non si è disunito quando Federico Delbonis gli cancellava un matchpoint dopo l'altro. Abbiamo visto un Fognini tranquillo, desideroso di vincere e di nuovo “motorizzato” nelle gambe. Contro Delbonis ha ripreso decine di palle dal bidone della spazzatura, contro Nadal ha trovato la forza di essere aggressivo, di prendere in mano il gioco, di non farsi travolgere dal carisma altrui. “Ho battuto il più forte di tutti su questa superficie – ha detto Fabio – contro Rafa è sempre difficile. Dal secondo set in poi ho giocato molto bene, ho provato a cambiare qualcosa e ad essere più positivo in campo”. Contro Nadal ci aveva perso quattro volte su quattro, e chissà che non sia di buon auspicio per la finale contro Ferrer, contro cui il bilancio è di zero vittorie e sette sconfitte. “Adesso fatemi godere il momento. Certo, domani dovrò superare Ferrer che mi ha sempre battuto. Ma se anche dovessi perdere, mi porterò via splendidi ricordi da questa settimana”. Vero, ma l'appetito vien mangiando. E poi vincere un ATP 500 avrebbe un sapore speciale. Forse Rio non ha un campo di partecipazione strepitoso, ma la vittoria su Nadal e un eventuale successo su Ferrer metterebbero a tacere qualsiasi abbozzo di critica.
NADAL, SEMIFINALE MALEDETTA DOPO 12 ANNI
I numeri dicono che Fabio ha tirato ben 32 colpi vincenti a fronte di 27 errori, ed è stato molto bravo sulle palle break (ne ha trasformate cinque su nove). A sua volta, ne ha cancellate tre (pericolosissime) in avvio di terzo, poi quando Rafa ha servito sul 5-6 ha capito che era il momento di chiudere, di non infognarsi in un pericoloso tie-break. I primi due matchpoint sono volati via con altrettanti dritti vincenti del maiorchino, ma sul terzo è arrivato un capolavoro tecnico-atletico che ha mandato in visibilio gli appassionati italiani, ormai sempre più abituati agli exploit: prima Seppi contro Federer, poi Bolelli contro Raonic, adesso Fognini contro Nadal. Curiosamente, questo successo è arrivato il 21 febbraio, proprio come sette anni fa. In questa stessa giornata, infatti, Seppi battè Nadal a Rotterdam. Ed era persino il giorno del suo compleanno. Insomma, affinchè un italiano debba battere Nadal, lo deve affrontare il 21 febbraio…Questa vittoria, tra l'altro, ha un valore statistico eccezionale. Nadal non perdeva in una semifinale su terra battuta da 52 partite: l'ultimo a batterlo era stato Carlos Moyà a Umago, nel 2003. Proprio quel Carlos Moyà che è stato l'idolo indiscusso del giovane Fognini. Più in generale, è la 25esima sconfitta per Rafa sulla terra battuta. Nella speranza che stia bene e che il problema fisico non sia niente di grave (lo scopriremo già a Buenos Aires), adesso è tempo di sognare. Fognini può scrivere un altro piccolo record. E sarebbe un sonoro ceffone (simbolico, per carità) a tutti quelli che lo davano per finito e lo criticavano senza pietà. Ma nei momenti d'oro, sia Fabio che papà Fulvio sanno benissimo chi merita di salire sul carro.
ATP 500 RIO DE JANEIRO – Semifinali
Fabio Fognini (ITA) b. Rafael Nadal (SPA) 1-6 6-2 7-5
David Ferrer (SPA) b. Andreas Haider Maurer (AUT) 7-6 6-4