Il russo batte Nadal 0-6 7-6 6-4, salvando 2 match point. Con la sesta vittoria di fila su un Top 10 è il giocatore più caldo del momento…

di Giorgio Spalluto – foto Getty Images

 

Il computer non lo sa, ma il vero numero 1 del mondo in questo momento si chiama Nikolay, ha origini ucraine e un gioco di un’intensità mostruosa che non trova eguali nel tennis moderno. Si sa che il ranking Atp si basa su un intervallo temporale (52 settimane) tale da non poter apprezzare gli exploit conseguiti in un arco di tempo circoscritto. Quello che, però, l’Atp potrebbe forse tenere maggiormente in considerazione, è il valore dei giocatori battuti.  E’ abbastanza difficile, infatti, giustificare come sia possibile che il vincitore del torneo di Doha possa incamerare lo stesso numero di punti (250) dell’omologo dell’Atp250 di Chennai. Insomma per il computer non fa alcuna differenza, sconfiggere Federer e Nadal anzichè Sela e Tipsarevic, per citare i 2 semifinalisti del torneo indiano. Forse, è giunta l’ora che vengano reintrodotti quelli che una volta si chiamavano i bonus point, in modo da rendere giustizia ad un giocatore che, con quella odierna, porta a casa la 6° vittoria di fila contro un Top10, la quarta contro un Top 2. L’avversario odierno, di Top10 ne ha sconfitto solo uno, da maggio (nell’interminabile semifinale vinta su Djokovic a Madrid), anche se c’è da dire che il Nadal ammirato prima nell’esibizione di Abu Dhabi, e poi a Doha è solo lontano parente di quello smunto, sfibrato visto all’opera a fine 2009.

 

Se ne è accorto lo stesso Davydenko nel primo set di una finale in cui tutti, ma proprio tutti, avrebbero voluto vedere al suo posto, Roger Federer, in quello che sarebbe potuto essere il 21° atto dell’eterna rivalità tra Roger e Rafa. Il russo, nel primo parziale, nulla può contro la ritrovata potenza e la precisione dei colpi con cui il numero 2 del mondo aveva scherzato i suoi avversari nel corso della settimana, lasciando complessivamente soli 15 game nei primi 4 incontri contro i nostri Bolelli e Storace, Darcis e Troicki in semifinale. Il primo set si chiude 6-0 per lo spagnolo in 32 minuti: 28 punti a 11, 4 errori non forzati a 15, 10 vincenti a 4. Erano più di 4 anni che Davydenko non subiva un “bagel”. Correva l’anno 2005, nel primo set della semifinale del Master. Ne è passata di acqua sotto i ponti e, rispetto ad allora, Davydenko può contare su una nuova modalità di gioco, quella che Del Potro ha battezzato con il nome di Playstation.

 

A Nadal piace da matti giocare alla consolle della Sony – lo fa ogni qual volta può liberarsi dalle grinfie dello zio Tony, peraltro assente a Doha – ma non sul campo da tennis.

 

Che l’aria sia cambiata lo si capisce nel primo game del secondo set, in cui Nadal tiene il servizio, ma dopo un game di 14 punti, durato più di 10 minuti. Davydenko prende in mano le redini del gioco, costringendo Rafa a fare il tergicristallo ed a subire il primo break dell’incontro nel 5° gioco. Si fanno più frequenti le incursioni a rete del nativo di Severodonezk, che sul 5-4 si appresta a servire per il set. Si procura 3 setpoint (di cui 2 consecutivi) annullati dal maiorchino che, in occasione della 3° palla set, trova un angolo spaventoso che incute talmente timore al russo da indurlo poco dopo al doppio fallo sulla palla del contro break. Ancora un doppio errore di Nikolay, questa volta sul 4-1 in suo favore del tiebreak, rimette in partita Rafa che riesce per 2 volte a portarsi a matchpoint sul proprio servizio (sul 6-5 e 8-7). Prima un passante in corridoio, poi un dritto in rete consentono a Nikolay di rimanere in partita e di chiudere al 5° setpoint.

 

A inizio terzo set il numero 6 del mondo ha l’opportunità di strappare il servizio all’avversario e di mettere la parola fine ad un incontro che, dopo mezzora, sembrava non dovesse mai iniziare. Nadal, che già comincia a palesare i primi segni di cedimento dal punto di vista fisico, annulla la palla del 2-0 e nel game successivo è lui a portarsi avanti di un break. Malgrado il vantaggio, l’inerzia del gioco è nelle mani del russo che, dopo aver rischiato uno svantaggio ancora più pesante, riporta il match in parità sul 3-3 e, sul 5-4, sfrutta 3 errori gratuiti del maiorchino oramai in debito di ossigeno. Finchè è durato, quello visto quest’oggi è stato un Nadal completamente ritrovato, capace di dominare Davydenko come nessuno nell’ultimo periodo. Il fatto che non sia ancora al 100% della forma, può non essere necessariamente un male, in ottica Australian Open.

 

Per Nikolay si tratta del 20° titolo in carriera. Sono solo 5 i giocatori in attività a poter vantare un palmares così nutrito.

 

1) Roger Federer 61

2) Rafael Nadal 36

3) Lleyton Hewitt 27

    Andy Roddick 27

5) Carlos Moya 20

 

Ad impressionare è la striscia di 6 finali consecutive vinte dal russo che, battendo in finale il numero 2 del mondo, diventa il secondo giocatore nella storia a battere per la seconda volta Federer e Nadal in uno stesso torneo, dopo il Master di Londra dello scorso novembre. Ci era già riuscito David Nalbandian a fine 2007 nei Master Series di Madrid e Parigi. Autori della stessa impresa, ma in sola una occasione, anche Djokovic (Montreal 2007) e Del Potro agli ultimi US Open.

 

Davydenko è inoltre il secondo giocatore nella storia a battere 3 volte Nadal in una finale. Inoltre con la vittoria odierna diventa l’unico Top10 a vantare un bilancio positivo nei confronti del maiorchino: 5-4 con Nikolay che si è aggiudicato ben 4 degli ultimi 5 confronti diretti, tutti disputati sul veloce. Insomma, “squallidone” comincia ad indossare le vesti di una vera e propria bestia nera nei confronti di Rafa, e non solo. A Melbourne Davydenko sarà una brutta bestia per tutti, soprattutto per il Top4 che se lo ritroverà già nei quarti, lui che anche nella classifica della prossima settimana continuerà a essere il numero 6 del mondo. Sì, ma solo per il computer…

 

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