I dati sui controlli antidoping del 2013 indicano la tendenza: i controlli ematici sono in forte aumento. E arriva il passaporto biologico. Ma il budget è ancora modesto.
Un paio di settimane fa, l’ITF ha diffuso le statistiche sui controlli antidoping effettuati nel 2013, A quanto pare, la federazione internazionale ha dato ascolto all’opinione pubblica, che chiedeva a gran voce un aumento dei controlli sul sangue, possibilmente fuori dalle competizioni. I dati del 2011 (soltanto 21 controlli di questo tipo) avevano scandalizzato. Si trattava di una percentuale inferiore all’1% del totale. A distanza di un paio d’anni, le cose sono cambiate. I controlli sul sangue sono aumentati, e a breve sarà introdotto il passaporto biologico. I prelievi sul sangue sono cresciuti in misura esponenziale: sono il 30% del totale, contro il 6% del 2011 e il 9% del 2012. I controlli sul sangue sono più invasivi e “fastidiosi” di quelli sulle urine: basti pensare al “pasticcio” combinato lo scorso anno da Viktor Troicki, squalificato per essersi rifiutato di lasciare un campione. E’ interessante ascoltare il parere di alcuni protagonisti. Lo ha fatto USA Today tramite il suo columnist Doug Robson. Secondo Eric Butorac, uno dei migliori doppisti del circuito (e membro del Player Council), i test sul sangue sono fondamentali perché sono i più difficili da eludere. Alla crescita dei controlli ematici, tuttavia, fa da contraltare una riduzione di quelli sulle urine, soprattutto fuori dai tornei. Tuttavia, anche i più critici ritengono che questa sia la direzione giusta. Stuart Miller, responsabile del programma antidoping ITF, ha detto che il tennis si è adeguato alle linee guida degli altri sport. Sono riposte grandi speranze sul passaporto biologico, considerato uno strumento molto efficace per scoprire gli impostori.
 
Si tratta di un monitoraggio continuo sui profili ematici degli atleti. Eventuali variazioni possono indicare l’utilizzo di sostanze proibite. Il tennis ha iniziato ad adottarlo nell’ultimo trimestre del 2013, e inizialmente riguarderà i top-50 ATP. Più sono i campioni ematici, più è efficace il sistema. Per questo, la piena operatività dovrebbe scattare in settembre. Dopo aver bacchettato l’ITF, la WADA ha mostrato di apprezzare gli ultimi sforzi, sia per la scelta del passaporto biologico che per l’aumento dei test (+26% nel 2013). Ben Nichols, portavoce dell’organizzazione mondiale antidoping, ha detto che l’efficacia di un programma antidoping non si valuta soltanto dal numero dei test, ma anche dalla qualità degli stessi. “Per questo, il passaporto biologico è una buona soluzione”. Tuttavia, è opportuno rimarcare le differenze con altri sport, soprattutto il ciclismo. Nel 2012, l’UCI ha effettuato ben 14.168 esami: di questi, 3.267 sono stati prelievi del sangue al di fuori delle competizioni. Don Catlin, dirigente del “Consorzio Catlin” e famoso per aver scoperto l’agghiacciante laboratorio “Balco” si è detto scettico sulla reale portata dei controlli cosiddetti “a sorpresa”. “Ovviamente gli atleti dicono di non essere avvisati in anticipo…”. Lasciando intendere che, forse, potrebbero esserci delle soffiate. Eric Butorac, come quasi tutti i suoi colleghi, ritiene che il tennis sia generalmente pulito. “Però non avrei mai sospettato che Lance Armstrong si dopasse”. In campo femminile, le rappresentanti delle giocatrici Serena Williams e Bethanie Mattek Sands non hanno voluto commentare (perché?), mentre Samantha Stosur si è espressa positivamente, ma senza entrare nello specifico.
 
Da quando il programma antidoping è entrato in vigore, nel 1995, ci sono state 69 sanzioni. Gli ultimi casi, famosi e discussi, hanno riguardato Marin Cilic e Viktor Troicki. Entrambi hanno ottenuto una riduzione dal CAS di Losanna, anche se Cilic ha già ripreso a giocare mentre Troicki dovrà aspettare fino a luglio (Djokovic lo ha inserito nel suo staff, cosa che dal 2015 non si potrà fare: i sanzionati non potranno avere ruoli di alcun tipo). Il grosso limite riguarda le risorse economiche. Un singolo test può arrivare a costare 800-1000 dollari. I finanziamenti arrivano da ITF, ATP, WTA e tornei del Grande Slam. “Tuttavia stiamo cercando di non far passare il concetto secondo cui maggiori risorse equivalgono a un programma migliore” ha detto Miller. Nel 2012, il budget complessivo era di circa 2 milioni di dollari, inferiore al montepremi di un solo Masters 1000. Nel 2014, i tornei del Grande Slam verserannno circa 1 milione di dollari, cifra importante ma non così alta se relazionata agli utili generati dai quattro Major. L’impressione è che la strada intrapresa sia quella giusta, ma che il processo di ottimizzazione richieda ancora tempo. A meno che non scoppi uno scandalo, con la positività di un nome davvero grosso. In quel caso, chissà…