Dal 2019 entreranno in vigore le più importanti modifiche all'ATP Challenger Tour in 40 anni di storia. I tabelloni principali saranno portati a 48 giocatori, con appena 4 posti per le qualificazioni, mentre la durata dei tornei sarà ridotta a soli 7 giorni. Stimata la distribuzione di 1 milione di dollari in più: l'obiettivo è aumentare il divario fra Challenger e Futures.Da un po’ di tempo è come se il mondo del tennis maschile avesse tirato una riga fra 2018 e 2019, individuando la prossima stagione come quella delle rivoluzioni. Ci si aspettava uno stravolgimento del calendario ATP che non è arrivato (ma potrebbe sempre giungere la nuova Coppa Davis), mentre di novità ce ne saranno eccome ai piani più bassi della piramide del tennis professionistico: l’ATP Challenger Tour e l’ITF Pro Circuit. L’ITF ha annunciato da mesi la nascita del nuovo Transition Tour, per il quale pian piano emergono dettagli e malcontento fra i giocatori, e anche l’ATP non è stata a guardare, apportando delle modifiche al circuito Challenger che toccano da vicino soprattutto l’Italia, nazione leader al mondo nell’organizzazione di tornei di categoria. Nei corridoi certe idee erano trapelate già da mesi, ma l’ufficialità è arrivata solamente questa mattina, con un comunicato pubblicato sul sito ATP e diffuso ai media di settore. Le modifiche riguardano principalmente la grandezza dei tabelloni, portati da 32 a 48 giocatori, la durata (e le categorie) dei tornei, ridotti a sette giorni qualificazioni comprese, e i servizi ai giocatori, e sono state studiate con l’obiettivo di rendere il circuito ancora più professionale. Eccole nel dettaglio:
– TABELLONI A 48 GIOCATORI
I tabelloni di tutti i tornei Challenger del mondo verranno allargati da 32 a 48 partecipanti, con le qualificazioni ridotte invece a soli quattro giocatori, che si sfidano su un solo turno per accaparrarsi gli ultimi due posti liberi in tabellone (46 gli ammessi di diritti). I giocatori in gara in singolare a ogni Challenger diventano così un massimo di 50, contro i 60 che gli appuntamenti di categoria possono arrivare ad accogliere con la formula attuale, fra main draw e qualificazioni. Significa che a ogni Challenger potrebbero esserci dieci posti in meno, ma la differenza vera la fanno i sedici in più nel tabellone principale, quindi già con un prize money garantito. Cosa che al momento, nelle qualificazioni, non avviene. Resta da capire il numero di wild card totali – ora sono quattro, potrebbero lievitare a sei – e come verranno organizzati i tabelloni, ma è facile immaginare che 16 giocatori partiranno direttamente dal secondo turno, con altri trentadue in gara invece dal primo. Restano invariati i tabelloni di doppio, con sedici coppie in gara.
– TORNEI RIDOTTI A SETTE GIORNI
L’altra grande novità riguarda la durata dei tornei. Oggi, fatta eccezione per qualche raro caso, i tornei Challenger hanno una durata di nove giorni: dal sabato delle qualificazioni alla domenica della finale. Dal 2019, invece, tutti i tornei dovranno iniziare e finire in soli sette giorni, dal lunedì alla domenica. Una modifica studiata sia per diminuire i costi che gli organizzatori si trovano costretti a sostenere dal punto di vista logistico (due giorni in meno di torneo possono incidere eccome), sia per eliminare la concomitanza fra i vari tornei, situazione che spesso creava più di una difficoltà ai giocatori. Naturalmente, sparendo la concomitanza fra i tornei sparisce la possibilità di utilizzare gli special exempt.– OSPITALITÀ OBBLIGATORIA
Dal 2019 ogni torneo Challenger dovrà garantire l’ospitalità a tutti i giocatori in gara nel main draw, in singolare come in doppio. Ergo, i singolaristi ai quali un torneo deve garantire il pernottamento (dalla notte prima del via, a quella successiva all’eliminazione) lievitano da 32 a 48. Secondo le stime dell’ATP le notti “pagate” ai giocatori dovrebbero aumentare di un totale di circa 20.000 nell’arco della stagione. Novità che farà piacere ai giocatori, un po’ meno agli organizzatori: pur considerando i due giorni in meno, l’esborso totale per mettere in piedi un torneo è destinato ad aumentare.
– 1 MILIONE IN PIÙ DI MONTEPREMI
Già accennato in precedenza: l’allargamento a 48 del tabellone principale farà sì che il prize money sia garantito a un totale di sedici giocatori in più per ogni singolo torneo. Secondo una stima svolta sul totale dei tornei Challenger organizzati del 2018, l’intero montepremi che il circuito andrà a distribuire il prossimo anno sarà superiore di circa un milione di dollari. Nel 2019 il montepremi massimo per un torneo Challenger sarà di 162.480 dollari, l’equivalente – al cambio odierno – di circa 138.000 euro. Non sono state specificate altre eventuali modifiche ai prize money dei tornei.
– TORNEI DIVISI IN CINQUE CATEGORIE
Al momento a far la differenza fra un Challenger e l’altro è soltanto il montepremi, che si riflette anche nel numero di punti distribuiti, in maniera proporzionale. Dal 2019, invece, proprio come i tornei dell’ATP World Tour anche i Challenger avranno le loro categorie, in base ai punti in palio per il vincitore, in modo da dare una struttura più definita al circuito. Le categorie saranno cinque in tutto: ATP Challenger 70, 80, 95, 110 e 125, una in meno rispetto alle fasce attuali di montepremi. Curiosità: oggi i Challenger di montepremi minore (43.000 euro) assegnano al vincitore 80 punti, mentre nel 2019 ne daranno dieci di meno.– SERVIZI AI GIOCATORI E AL PUBBLICO
L’ATP ha anche promesso di offrire ai giocatori dei servizi sempre migliori, dal punto di vista dell’officiating e anche da quello medico, con l’obiettivo di aprire le porte dei tornei soltanto a fisioterapisti qualificati. In più, verranno rese più severe molte condizioni imposte agli organizzatori: in primis aumentare il numero di campi d’allenamento e migliorare i servizi a disposizione dei giocatori. Un altro obiettivo è quello di produrre – attraverso lo streaming ufficiale gratuito dell’ATP Challenger Tour – tutti (!) gli incontri di singolare dei tabelloni principali, da tutti i campi e da tutti i tornei. Dovessero riuscirci, l’offerta di match dai tornei Challenger diventerebbe oltre il doppio.
AUMENTARE LA DIFFERENZA CHALLENGER-ITF
In generale l’obiettivo di tutte queste novità è quello di garantire ai giocatori un circuito migliore, più vivibile, e aumentarne l’appeal, in modo che possa crescere anche il numero dei potenziali investitori e di conseguenza il traffico (e il valore) economico del circuito. “Si tratta di cambiamenti significativi che porteranno a un reale miglioramento del circuito – ha detto il CEO dell’ATP Chris Kermone –, perché garantiranno maggiori guadagni ai giocatori che si affacciano al tennis professionistico. Una nostra grande priorità è quella di semplificare alcuni passaggi del percorso che i giocatori devono affrontare per garantirsi una carriera nel mondo del tennis professionale”. Solo negli ultimi quattro anni il prize money distribuito dai tornei Challenger (circa 160 all’anno) su scala globale è aumentato del 28%, e non è un caso che le modifiche più significative nei quarant’anni di storia dell’ATP Challenger Tour arrivino proprio in concomitanza con l’inaugurazione del nuovo Transition Tour. Visto che dal 2020 la distribuzione dei punti ATP inizierà dal circuito Challenger, e di conseguenza verrà ridotto di parecchio il numero di giocatori in grado di entrare nel ranking, la mossa è stata studiata ad hoc per rendere il circuito ancora più professionale, separando una volta per tutte i giocatori professionisti veri e propri – ossia coloro che grazie al tennis si guadagnano da vivere – dai tanti che invece continuano a rimetterci dei soldi, nella speranza di riuscire un giorno a emergere ad alti livelli.
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