Fognini lotta con un problema fisico che lo mette in crisi con servizio e rovescio. Soffre, arranca, è costretto a un complicato esercizio di umiltà contro James Ward. Ma ce la fa. 
Fabio Fognini festeggiato dai compagni dopo il successo su Ward

Dall’inviato a Napoli, Riccardo Bisti – 4 aprile 2014

 
Il virus di Andy Murray aveva fatto passare in secondo piano i problemi fisici di Fabio Fognini. C'erano eccome, ma l’azzurro ci ha messo quintali di cuore per darci l’importante punto dell’1-0 contro la Gran Bretagna. Perdere contro James Ward sarebbe stata un’apocalisse. Contava vincere, in qualsiasi modo. Fabio ha avuto bisogno di oltre tre ore, ma alla fine ha salutato il pubblico da vincitore. Il 6-4 2-6 6-4 6-1 finale è stato un film emozionante, una battaglia psicologica. Il dolore al costato non è andato via. L'avevano anestetizzato, ma la tensione e lo sforzo lo hanno riacceso. Tra gli ingredienti del nuovo Fognini c’è un rovescio decisamente migliorato, mentre oggi era quasi sempre costretto sulla difensiva contro Ward, non certo un fulmine di guerra. “Ho fatto grande fatica, non stavo bene – ha detto Fabio – avevo problemi nel tirare il servizio e il rovescio. Allora ho dovuto accettarlo e lottare. Alla fine ce l’ho fatta e sono contento di aver gestito una situazione difficile, in cui l’avversario non aveva nulla da perdere. Insomma, molto bene sul piano mentale, mentre la prestazione tennistica è tutta da rivedere”. La giornata di Fabio è stata molto lunga. Alle 10 del mattino, puntuale, si è presentato in campo per un breve riscaldamento, accompagnato dal preparatore atletico Pino Carnovale. Giusto il tempo di tornare negli spogliatoi e su Napoli si è abbattuto un acquazzone. Prima violento, poi insistente. Il campo della Rotonda Diaz è dotato di teloni, ma è ugualmente penetrata parecchia acqua che ha reso difficoltose le operazioni agli addetti. La zona di campo dal lato del mare è rimasta molto pesante, creando più di un problema durante la partita.
 
Per velocizzare le operazioni, hanno cancellato la cerimonia inaugurale, rinviandola a sabato. Il primo punto, sotto un cielo finalmente soleggiato, si è giocato alle 13.51. E si è capito subito che sarebbe stata una giornataccia. Ward saliva 2-0 con un doppio fallo di Fognini, poi teneva il game successivo rimontando da 15-40 e giocando un grande punto sulla parità. Sotto 0-3, Fognini si rialzava e sugli scambi lunghi faceva il suo dovere, vincendoli quasi tutti. Capire di non poter giocare al 100% gli ha dato una mano, regalandogli cinque giochi di fila, con ulteriori tre palle break annullate sul 2-3. Un servizio vincente gli dava il 6-4 dopo 44 minuti. Il secondo set aveva un andamento-fotocopia. Ward saliva di nuovo 3-0, veniva riavvicinato sul 2-3, poi si giocava un sesto game ad alta tensione. Il britannico tirava fuori alcune soluzioni inaspettate, raccoglieva una palla break dopo l’altra e alla fine infilava il 4-2, scatenando la reazione dei tifosi britannici, numerosi e colorati, attaccati al coro “Let’s Go GB, Let’s Go!”. Sul 4-2, Ward prendeva fiducia, spingeva con il rovescio, cercando di picconare sulla ferita di Fognini, e attaccava anche con un dritto che ricorda quello di Marin Cilic. Teneva un game molto delicato e poi chiudeva 6-2, mandando in visibilio il clan britannico. Poteva succedere di tutto, anche perché Fognini ha chiesto l’intervento del dottor Parra per il problema alla costola. Fabio ha tenuto duro, prendendosi il break in avvio di terzo set. Sarebbe stato l’unico di un parziale giocato in apnea, ad alta tensione. Sul 3-2, Ward si è procurato una palla break ma Fabio l’ha cancellata con uno smash. Il game andava avanti all’infinito, tra parità e vantaggi Fognini, che poi trovava il prezioso 4-2. La Grande Paura arrivava nel decimo game, quando Ward si portava sul 15-40. Due servizi mandavano via i fantasmi, e una volèe vincente scatenava l’entusiasmo, con Fognini che esultava come un indemoniato e dagli spalti si levava una bandiera con scritto “Vai Fabio, infognali tutti”. Il quarto set era una formalità: dall’1-0 Ward, l’azzurro infilava sei game di fila e poteva finalmente esultare.
 
Le difficoltà ambientali hanno messo a dura prova il temperamento di Fabio, ma ha saputo restare con la testa nella partita. Alcune fiammate hanno acceso il pubblico (si è visto anche il dritto incrociato in corsa, ormai un marchio di fabbrica), poi le scelte tattiche sono state quasi sempre giuste. Inoltre si è comportato bene nel gioco di volo: non ha sbagliato un solo smash, mentre ha tirato alcune volèe davvero notevoli. La forma tecnica c’è, quella fisica anche. Le gambe sono reattive, tanto che fargli il punto con la palla corta è davvero complicato. Ward ne ha provate almeno una ventina, perdendo il punto nell’80% dei casi. Da parte sua, il britannico ha giocato una partita dignitosa, mostrando un tennis più incisivo della sua classifica, ma anche limiti tecnici precisi. Esce dal campo a testa alta, senza grossi rimpianti. Ha avuto le sue chance sia nel primo che (soprattutto) nel terzo set, ma non ha commesso particolari svarioni. La bravura di Fognini e le vertigini per un livello che non gli appartiene lo hanno messo in un angolo. Adesso avrà 48 ore per riposare: se i restanti match andranno secondo pronostico, potrebbe giocarsi la serie contro Andreas Seppi. Il Ward di oggi può sostenere la sfida con dignità. E Fabio? Speriamo che il suo weekend possa andare avanti. “Vediamo se riesco a recuperare e giocare il doppio” è stata la frase, sinistra, pronunciata nell’intervista TV sul campo. Ci sarà tempo per parlarne. Adesso siamo 1-0 Italia e in Davis, si sa, è l’unica cosa che conta. 

ITALIA – GRAN BRETAGNA 1-0
Fabio Fognini (ITA) b. James Ward (GBR) 6-4 2-6 6-4 6-1