Djokovic respinge anche gli attacchi di Fernando Verdasco, e approda agli ottavi di finale senza cedere un set. "La differenza l'ha fatta il tie-break", dice, prima di cantare "happy birthday" alla madre. Lunedì sfida Gilles Muller per i quarti.
Di Marco Caldara – 24 gennaio 2015
Le vittorie dei ‘teen’ australiani, i problemi di Rafael Nadal e l’eliminazione di Roger Federer l’hanno fatto passare leggermente in secondo piano, ma Novak Djokovic rimane il favoritissimo per il titolo all’Australian Open. È il suo Slam portafortuna: nel 2005 ci ha giocato il primo Slam, nel 2008 ha colto il primo successo, poi se n’è presi altri tre. E a giudicare dalla corazza mostrata oggi contro Fernando Verdasco, il quinto potrebbe arrivare a breve. Fresco dell’ennesimo cambio di racchetta (da Tecnifibre a Head in sei anni, passando per Yonex, Dunlop e Babolat), il madrileno ha mostrato lampi di quel tennis che proprio a Melbourne gli permise di arrivare in semifinale nel 2009, ma Djokovic ha respinto ogni attacco, chiudendo 7-6 6-3 6-4 un match che poteva andare per le lunghe. La differenza l’ha fatta il tie-break di un primo set bellissimo, in cui Verdasco ha spesso arrancato ma si è difeso alla grande, meritandosi il 6-6 dopo aver cancellato sei palle-break sparse nell’intero arco del parziale, spesso e volentieri con l’aiuto del servizio. E nel game decisivo è pure andato avanti sino al 5-3, ma poi si è autocondannato con un rovinoso doppio fallo, che con le dovute proporzioni ha ricordato quello decisivo nellla semifinale di sei anni prima contro Nadal. Allora, stremato, lo servì sul match-point al quinto set, qui in una situazione ben diversa, ma l’impressione è che se lo spagnolo avesse vinto il primo parziale, il match avrebbe potuto assumere una piega diversa. Non a caso, Verdasco ha cercato di tenere i nervi saldi e ha cancellato con ogni forza i primi tre set-point, trovando il decimo ace del set e poi un missile di rovescio al termine di un lungo scambio, ma ormai la sua chance se l'era giocata, e sul quarto è stato costretto a capitolare. All’inizio del secondo set Djokovic ha saggiamente provato ad accelerare, 'Nando' ha accusato il colpo finendo sotto 3-0, e l’incontro è finito lì. Il serbo non ha più concesso nulla, chiudendo senza mai cedere il servizio dopo 2 ore e 21 minuti di gioco, con un prezioso saldo di + 19 fra vincenti (43) ed errori gratuiti (24). Numeri che la dicono lunga sulla sua condizione.
SFIDERÀ MULLER PER I QUARTI
“Onore a Fernando – ha detto ‘Nole’ al microfono di Jim Courier – ha disputato un ottimo primo set, servendo benissimo e colpendo alla grande da fondocampo. Dopotutto è stato nel primi 10, è arrivato in fondo in alcuni tornei importanti, non mi sorprende. In tutte le occasioni che ho avuto nel primo set ha servito alla grande, trovando vari ace. Giocare con un avversario così è difficile, mette molta pressione, ma nei miei turni di servizio sono riuscito a stare tranquillo, ottenendo molti punti gratuiti. La differenza è stata tutta nel tie-break. Fisicamente sto bene, qui ho sempre giocato al meglio, e spero sia così anche nei prossimi incontri”. Il primo lo vedrà opposto a Gilles Muller, passato 7-6 7-6 6-4 nel duello fra bombardieri con John Isner e finalmente agli ottavi di finale lontano dagli Us Open, dove ci riuscì nel 2008 (quarti) e nel 2011. Entrato per la prima volta fra i top 100 nel 2004, il lussemburghese migliorerà a quasi 32 anni il proprio best ranking di numero 42 ATP, grazie agli oltre 300 punti messi insieme in questo frizzante avvio di stagione. In premio la prima sfida in carriera col numero uno del mondo, agli ottavi senza cedere un set. Da gran ribattitore, il campione di Belgrado non dovrebbe soffrire più di tanto il serve&volley mancino di Muller, anche se i campi più rapidi rispetto agli anni precedenti potrebbero dare una mano al rivale. Al termine dell’intervista con Courier, il ‘Nole’ in versione showman ha intonato “happy birthday” insieme al pubblico della Rod Laver Arena, per festeggiare i 51 anni di mamma Dijana. La speranza è che sia solo un’anticipazione del regalo vero e proprio, che lo renderebbe il secondo più titolato nel primo Major dell'anno, dietro al solo Roy Emerson (6). Viste le premesse, la signora Djokovic aspetterà volentieri.
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