di Fabio Bagatella – foto
Dopo la vittoria di Venus nel 2008 e Serena nel 2002-2003 e 2009 non ci sarà una nuova finale tra le Williams. Merito sopratutto della bulgara Tsvetana Pironkova, 82a nell’ultimo ranking WTA ma anche demerito della maggiore delle sorelle afroamericane. Venus, numero due mondiale e seconda favorita del seeding londinese, incappa in una giornata densa di errori (alla fine saranno ben 29 contro i soli 6 dell’avversaria) ma la 22enne di Plovdiv è praticamente perfetta nell’approfittare di un’americana che già negli “ottavi” aveva palesato un rendimento altalenante.
Il primo set si decide tra quarto-quinto gioco. Venus si procura due break-points consecutivi ma li sciupa, mentre la bulgara coglie al volo l’occasione nel game successivo. In 37 minuti è già 6-2 Pironkova con un ottavo games in cui la statunitense commette due doppi falli, recupera da 0-40 arrendendosi di fronte ad un perfetto passante di rovescio lungolinea dell’avversaria.
Molto fallosa (13 errori gratuiti solo nel primo set) ed alquanto innervosita da una Pironkova che rimanda ogni palla, Venus tenta di cambiare marcia ad inizio secondo set. Dopo aver salvato una pericolosa palla break nel secondo gioco strappa il servizio alla bulgara nel gioco successivo ma non riesce a “scappar via”. E’ invece Pironkova ad approfittare nuovamente di due doppi falli in uno stesso gioco dell’americana portandosi avanti 4-2 grazie ad un rovescio bimane sempre più efficace.
Il punto che sul 40-30 consegna il 5-2 alla bulgara, un nastro fortunato, sembra dare il colpo finale alla maggiore delle Williams. Venus non ci sta: annulla due matchpoints sulla propria battuta “spolverando” due righe ma non basta. Il braccio di Pironkova non trema e la bulgara chiude abbastanza comodamente 6-3 in nemmeno un’ora e mezza.
Era dai tempi delle sorelle Maleeva che una tennista bulgara non realizzava un risultato del genere. Anzi, Pironkova ha fatto di meglio. Manuela Maleeva, la maggiore delle tre sorelle di Sofia, colse due semifinali all’US Open quando era già cittadina svizzera per il matrimonio con il compagno-allenatore Francois Fragniere. Pur alla luce di una lunga e proficua carriera, Kateryna e Magdalena non hanno invece mai raggiunto il traguardo colto oggi dalla 22enne di Plovdiv.
Nel quarto meno nobile prevale, dopo un incontro non bello ma certamente emozionante all’inverosimile, Petra Kvitova (62). Si mangia le mani la qualificata estone Kaia Kanepi (80) che ha buttato via un incontro praticamente vinto due volte. L’equilibrio dei tre precedenti testa a testa (2-1 per la baltica) conclusi sempre al terzo set, si conferma anche sull’erba di Wimbledon: Kanepi si è dimostrata complessivamente superiore (dritto e servizio in particolar modo) ma non ha saputo concretizzare le molte occasioni del secondo set, due break di vantaggio nel terzo e ben cinque match-points in totale. Bravissima Kvitova a non arrendersi mai anche quando la situazione pareva letteralmente disperata.
Dopo le prime schermaglie, Kvitova si salva da 0-40 nel settimo game del primo parziale ma cede il successivo servizio: Kanepi incamera così il set (6-4) senza mai offrire alla ceca l’opportunità di strapparle la battuta. Anche nel secondo set le due giocatrici giungono speditamente fino al 3-3 quando iniziano le scintille: la ceca esce da due bruttissime situazioni nel settimo e undicesimo gioco (dove annulla complessivamente cinque palle break), l’estone deve a sua volta annullare, sulla propria battuta, un setpoint sul 5-6.
Nel seguente tie-break Kanepi vola 5-2 ma subisce il ritorno della ceca che le cancella tre match-balls: sul 5-6 dopo uno scambio all’arma bianca, sul 6-7 grazie ad un doppio fallo della baltica, sul 7-8 grazie ad una “seconda” rischiosissima. Alla fine il coraggio, o la temerarietà, della ceca viene premiato: 10-8 Kvitova e tutto rimandato al terzo set.
Kanepi non si scompone e riparte alla grande: 4-0 e 5-3. Sul 30-0 a sua disposizione, a due punti dalla semifinale, alla baltica torna però il “braccino” di fine secondo set: la ceca ringrazia ed impatta. Nel dodicesimo game Kanepi ha altri due palle-match ma sbaglia due risposte col rovescio bimane. E’ la classica “mazzata” finale per l’estone che cede, stremata più psicologicamente che fisicamente, 6-8 alla soglia delle tre ore.
Kvitova raggiunge in semifinale Serena Williams (1): è il miglior risultato di sempre per la ceca ma forse neppure tutto la sua audacia potrà bastarle contro il ciclone americano. Negli ultimi Australian Open la minore delle Williams le ha lasciato tre miseri games al secondo turno. Se anche giovedì dovesse perdere, Kvitova ha già vinto il suo Wimbledon…
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