ROLAND GARROS. L’eterno pomeriggio della finale termina con un rinvio a lunedì alle 13. Nadal è avanti due set a uno, ma l’inerzia è a favore di Djokovic. La vicenda poteva essere gestita meglio.
Djokovic esce dal campo in mezzo agli ombrelli aperti

Di Riccardo Bisti – 11 giugno 2012
 
Il Roland Garros 2012 non ha ancora un vincitore
. Gli esperti del meteo avevano previsto pioggia, e la pioggia è arrivata. Lunedì alle 13 (tempo permettendo) si giocherà un match tutto nuovo, in cui le tre ore di gioco di domenica saranno totalmente azzerate, tranne che nel punteggio. L'ultima sospensione è scattata alle 18.51, quando il match era passato (a sorpresa) nelle mani di Novak Djokovic, che fino a mezzora prima aveva un piede nel burrone e l’altro in una saponetta. Non è semplice interpretare un pomeriggio falsato dalla pioggia, compagno di viaggio per lunghissimi tratti della partita fino a quando il supervisor Stefan Fransson ha deciso di mandare tutti negli spogliatoi con un Nadal furente perché il match non era stato sospeso prima. E’ stata una brutta partita, sul piano tecnico la peggiore finale Slam degli ultimi anni. Novak Djokovic e Rafael Nadal sono due campioni straordinari, ma è difficile che riescano a esprimere un gran tennis negli scontri diretti. Propongono schemi semplici, ben giocati ma ripetitivi. Troppo ripetitivi. Mai una variazione, un’idea, un colpo di genio. Non è un bene che i due si siano trovati uno contro l’altro per la quarta finale Slam di fila. Il tennis vive di un contrasto di stili che Rafa e Nole non sono in grado di esprimere. L’incontro è stato sospeso sul punteggio di 6-4 6-3 2-6 1-2 per Nadal, con l’inerzia decisamente a favore di Djokovic. Lo spagnolo ha vinto l’ultimo game dopo che il serbo aveva infilato un incredibile parziale di otto giochi a zero, rovesciando completamente la psicologia di un match che Nadal aveva atrofizzato il match fino al 6-4 6-3 2-0. Sembrava tutto facile, semplice, quasi elementare…invece si deciderà tutto nel terzo lunedì del torneo. Quello di terminare in ritardo è un rischio che si correrà fino al 2017, quando dovrebbe essere ultimato il progetto di rinnovamento dell’impianto che prevede anche la costruzione di un tetto retrattile.
 
Nadal e Djokovic sono scesi in campo puntuali alle 15. Il cielo minacciava ma teneva duro. Pronti, via, Nadal è partito come un missile. Tirava vincenti da tutte le parti contro un Djokovic inebetito, incapace di entrare in partita. 3-0 con doppio break e palla del 4-0. Ma Nole è uno che non si arrende. Sbuffando, ha prodotto il massimo sforzo già nel primo set. Si è issato fino al 3-3 ma ha pagato lo sforzo: un doppio fallo ha mandato Nadal sul 4-3 e servizio, prodromo al 6-4 finale. Alternanza di punteggi anche nel secondo set. 2-0 Nadal, 3-2 Djokovic, 5-3 Nadal fino alla prima interruzione per pioggia. Alternanze del genere non sono un bene per lo spettacolo: significa che nessuno dei due ha tirato fuori il meglio in contemporanea. Nella finale-maratona dell’Australian Open, almeno, c’era stato un vivo equilibrio. Stavolta neanche quello. E intanto continuava a piovigginare su Bois de Boulogne. Nonostante tutto, dopo 27 minuti di stop li hanno rimandati in campo. Nadal è scattato alla grande, azzeccando i primi tre game che gli hanno consentito di intascare il secondo set e volare 2-0 nel terzo. Ormai aveva perso la chance di vedersi per intero Spagna-Italia degli Europei di calcio, ma sembrava avviato a una facile vittoria, con annessa possibilità di guardarsi almeno il secondo tempo. E invece è successo qualcosa di inspiegabile. Djokovic ha elevato il suo rendimento mentre Rafa è sprofondato in un “bajon animico” di cui non era mai stato vittima, nemmeno nei momenti peggiori. Nemmeno quando venne sconfitto da Soderling nel 2009 in una giornata simile. Ma neanche allora perse otto giochi di fila. Djokovic ha sentito l’odore del sangue, i suoi occhi hanno ripreso ad essere spiritati e si è scrollato di dosso tutta la pressione che lo aveva bloccato nei primi due set.
 
Sul 2-0 Djokovic nel quarto, Nadal ha tenuto un complicato turno di battuta quando Fransson è sceso in campo e ha mandato i giocatori nella pancia del Campo Chatrier. E’ stata un’interruzione…strana: il giudice di sedia (il francese Damien Dumusois, 32 anni, alla prima esperienza in una finale Slam) non è nemmeno sceso dal seggiolone per verificare lo stato del terreno di gioco (soprattutto le linee). Nadal se l’è presa con Fransson, a suo dire incapace di prendere una posizione. Secondo lo spagnolo, probabilmente, il match avrebbe dovuto essere sospeso prima. Un tarlo mentale che gli ha fatto perdere otto giochi di fila. Comunque strano, per uno come lui. Le telecamere della TV francese hanno mostrato, subito dopo il rientro negli spogliatoi, un infuriato zio Toni che mandava tutti a quel paese. Si riprenderà lunedì alle 13, in una giornata che prevede pioggia a intermittenza su Parigi. Probabilmente la finale-odissea terminerà e Mats Wilander potrà consegnare il trofeo al vincitore, però non sono esclusi altri colpi di scena. Comunque vada, sarà la prima finale del Roland Garros a non terminare di domenica dal 1973, quando Ilie Nastase battè Nikki Pilic in un match terminato addirittura al martedì.