La nota associazione a tutela dei consumatori si scaglia contro l'idea di far giocare le pre-qualificazioni nella nota piazza romana. La FIT replica in modo pungente, raccontando una storia di accrediti rifiutati. Le affermazioni di Rienzi non sono condivisibili: giocare in Piazza del Popolo è una bella idea, e si fa da tre anni. Perché solo adesso diventa “aberrante”?

Tra le novità più interessanti degli Internazionali BNL d'Italia 2018 ci sarà la disputa di alcuni match delle pre-qualificazioni in Piazza del Popolo, noto punto di ritrovo per migliaia di persone, turisti compresi. Una bella idea, perfetta per far girare le immagini in tutto il mondo. “Manca ancora qualche passaggio burocratico” aveva spiegato Angelo Binaghi in sede di presentazione. Tutto tranquillo, tutto perfetto, fino a quando è arrivata la dura dichiarazione di Carlo Rienzi, fondatore e presidente del "Coordinamento delle associazioni per la difesa dell'ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori". Non vi dice niente? L'acronimo di verrà in soccorso: CODACONS, forse il principale ente italiano a tutela dei consumatori. L'idea di portare il tennis in Piazza del Popolo lo ha fatto infuriare: a suo dire, quella della FIT è un'idea “aberrante, fuori da ogni logica. Se il Comune permetterà questo scempio sarà denunciato alle autorità competenti per danno al patrimonio artistico e culturale della capitale. Stiamo parlando di una piazza storica che rientra nel patrimonio culturale e artistico di Roma e dell'Italia intera, e che non può in nessun caso prostituirsi a fini commerciali o sportivi trasformandosi in un campo da gioco. Se ciò dovesse accadere, si concretizzerebbe un danno per la città e per migliaia di turisti privati per giorni di un luogo simbolo della bellezza romana, e una forma di deturpazione di un bene storico tutelato dalle norme vigenti”. Nel suo intervento, Rienzi ha “invitato” Virginia Raggi a non concedere l'autorizzazione. Difficile, visto che la sindaca era al tavolo dei relatori durante la presentazione del torneo.

QUELLA RICHIESTA DI ACCREDITO
La faccenda non è piaciuta all FIT, che ha raccontato la propria versione dei fatti tramite i suoi organi di comunicazione, il sito federale e la TV SuperTennis. Sia pur usando termini meno accesi, la replica è stata altrettanto pungente. I fatti: il 10 aprile, il CODACONS chiedeva un accredito per Vincenzo Rienzi, "quale avvocato del Codacons sempre accorto alle problematiche connesse al mondo dello sport ed alla tutela degli utenti consumatori". “Abbiamo rilevato prezzi troppo alti all'interno del Foro Italico” avrebbe poi detto Rienzi Sr. La richiesta è stata negata perché la FIT di Binaghi porta avanti, da anni, una lodevole battaglia contro la perniciosa tradizione dei biglietti omaggio. Una volta ricevuto il rifiuto della richiesta di accredito, e dopo la presentazione del torneo, il CODACONS ha fatto partire le invettive anti-tennis. Giulio Andreotti avrebbe certamente pensato a un rapporto di causa effetto tra i due episodi, tenendo conto che Vincenzo Rienzi è figlio dello stesso Carlo. Ovviamente, il diretto interessato ha smentito. Secondo le sue parole, il figlio “non c'entra niente” con la sua presa di posizione. L'avvocato Vincenzo Rienzi “si occupa dello sport giovanile per la nostra associazione, credo che sia un appassionato di tennis. La presenza in queste manifestazioni, non solo agli Internazionali, è stata estremamente importante per segnalare cose che non andavano. Nel villaggio del tennis abbiamo rilevato prezzi esagerati, noi andiamo lì per controllare, non possiamo pagare per entrare. Se servirà, pagheremo il biglietto. Abbiamo sempre fatto richiesta di accredito, non di biglietti omaggio: è un'entrata di servito, la FIT è capocciona”. Insomma: da una parte, la Federtennis lascia intendere che il CODACONS avrebbe cercato di ottenere un ingresso gratuito, magari per dare un'occhiata alle partite (esplicita domanda fatta dall'intervistatore di SuperTennis a Rienzi): una volta ricevuto il diniego, il CODACONS avrebbe fatto un dispetto con la denuncia citata qualche riga fa. Una roba del tipo: “Non mi offri il caffè al tuo bar? Bene, provo a non fartene aprire un altro”. Da parte sua, il CODACONS insiste nel sostenere che si tratta di un'entrata “di servizio” per vigilare e lavorare. Lo stesso Carlo Rienzi ha detto, a telecamere accese, che né lui (che riceve accredito stampa in quanto iscritto all'albo dal 1986), né il figlio vanno a vedere le partite.

PERCHÈ PRIMA ANDAVA BENE E ADESSO NO?
Dato che la vicenda sembra essere scivolata sul personale, è ben più interessante parlare del merito: il tennis in Piazza del Popolo. L'opinione di Rienzi non ci trova d'accordo. Per nulla. Se è vero che le finalità commerciali sono abbastanza evidenti (promuovere il torneo e far parlare di un evento – le pre qualificazioni – un po' fine a stesso), la Città di Roma e la stessa Piazza avranno soltanto vantaggi. I turisti non avranno nessun fastidio nel trovare un campo da tennis (negli anni scorsi i passanti erano ben contenti di tirare due palle, come testimonia la foto qui sopra): anzi, si guarderanno qualche scambio prima di tuffarsi nello shopping. Magari qualcuno si divertirà e deciderà di fare un salto al Foro Italico per il torneo vero e proprio. E pensate al ritorno d'immagine e agli scatti dei fotografi: tennis al tramonto con la piazza sullo sfondo, magari ripreso dall'altro, dalla Terrazza del Pincio. Come Sharapova e Berdych al Colosseo dodici mesi fa, le foto faranno il giro del mondo e daranno un buona immagine della Città di Roma (che ne ha un gran bisogno, viste le polemiche degli ultimi mesi). Associare l'immagine di un evento sportivo alle bellezze del posto è pratica giusta e sacrosanta: gli Internazionali fanno benissimo a cercare di espandersi anche al di qua del Tevere e, davvero, fatichiamo a capire le parole di Rienzi. C'è poi il punto più importante, non sottolineato a dovere: già da qualche anno, il tennis fa capolino in Piazza del Popolo con alcuni campetti dove si svolgono lezioni e iniziative promozionali. Due anni fa, addirittura, si tenne il sorteggio del main draw. Neanche una lamentela. Come mai prima andava bene e adesso non più? A dirla tutta, il campo promozionale poteva essere più “fastidioso” per la funzione turistica della Piazza, mentre un campo di gara con match di buon livello può essere – al contrario – un'attrazione in più. Insomma, non sappiamo quali siano le ragioni che hanno spinto Carlo Rienzi all'invettiva contro il tennis in Piazza. Ciò che andrebbe sottolineato, semmai, è che si tratta di considerazioni non condivisibili. Gli Internazionali BNL d'Italia sono una risorsa della città. Piccola, ma funzionante. Per questo, il campo in Piazza del Popolo merita sostegno.