L’ex coach del n.1 del mondo: “Sapevo che non ci sarebbe stata uniformità nelle reazioni a questa squalifica”

Riccardo Piatti – Foto Ray Giubilo

Jannik Sinner è fermo fino al 4 maggio per la squalifica concordata con la WADA che ha chiuso finalmente il caso della positività al Clostebol che durava da quasi un anno. Ha commentato questa situazione un coach che lo conosce benissimo come Riccardo Piatti, che l’ha accolto nella sua accademia di Bordighera a soli 13 anni. In un’intervista rilasciata a Tennis Majors, l’allenatore comasco si è detto non sorpreso delle reazioni che hanno accompagnato questo provvedimento da parte dei colleghi:

Conosco molti giocatori e non sono mai tutti uniti. È impossibile. Non sono sorpreso che non ci sia stato un supporto unanime verso Sinner: se fosse successo a loro sarebbe stato un disastro, ma siccome è successo a qualcun altro non è un disastro. La loro mentalità funziona così, il tennis è uno sport individuale. È da molto tempo che non sento Jannik, ma penso che sappia ciò che deve fare per restare concentrato ed evitare di pensare a ciò che pensano gli altri. Adesso può prepararsi per vincere gli altri tre Slam“.

Sulla separazione con Sinner: “Due anni prima della separazione, gli ho detto che quando sarebbe diventato forte, mi sarebbe piaciuto trovare qualcun altro che lo aiutasse. Ma prima doveva crescere. Poi chiaramente la collaborazione si è fermata, ma penso che abbia fatto una buona scelta, soprattutto avendo assunto Darren Cahill. Anche il resto del team sta facendo un buon lavoro. Queste cose nella vita succedono, per me non è un problema e sono molto contento di quello che abbiamo fatto per lui per otto anni. Avevamo le idee molto chiare su cosa fare. Ha sempre avuto il potenziale per diventare fortissimo e per vincere Slam e ci è arrivato“.