Tratta dal numero in edicola de Il Tennis Italiano, la rubrica di Riccardo Piatti. Fra previsioni per il 2023 e bilanci della stagione appena conclusa, la soddisfazione per quanto si sta facendo in Italia e un augurio che sa di pronostico…
La stagione 2022 è appena finita – e approfitto per fare gli auguri di Buon Natale a tutti i lettori de Il Tennis Italiano – il tennis già pensa all’anno che verrà. Che cosa dobbiamo aspettarci? La scena internazionale mi sembra molto aperta, tanti talenti stanno crescendo, Alcaraz e Rune ma anche Auger Aliassime, Taylor Fritz e altri ancora.
Se posso esprimere un desiderio sotto l’albero, uno sfizio personale che vorrei togliermi è di vedere Novak Djokovic in gara e vittorioso in tutti e quattro gli Slam del 2023.
Nole può piacere o non piacere, ma dei Tre Grandi – che ora sono rimasti due… – è quello che meriterebbe di più di farcela. Ha dimostrato tutta la sua classe anche alle Atp Finals di Torino, e ne approfitto per dire che sono molto contento di come andate le cose a Torino. Da italiano poi sono orgoglioso di avere ai vertici di Fit e Atp Angelo Binaghi e Andrea Gaudenzi. Due nostri connazionali che ricoprono incarichi di grande importanza e sanno ragionare da manager, non da politici. Bravi, continuate così.
Anche il tennis italiano deve proseguire sul cammino che ha intrapreso, conservando se possibile tutti gli appuntamenti in calendario. Per il bene del movimento poi sarebbe bellissimo avere un italiano alle prossime Finals, ecco dunque un altro desiderio che mi sento di esprimere. Berrettini è stato di esempio e di traino per Sinner e Musetti, tutti e tre l’anno prossimo saranno candidati ad un posto a Torino. Dietro a loro poi si sta facendo avanti una nuova ondata azzurra, e il compito dei vari Nardi, Arnaldi, Bellucci, Passaro, che lotteranno per entrare fra i top 100, è quello di diventare un punti di riferimento credibile, realistico, per i ragazzini che stanno crescendo. In qualità di consulente Fit per gli under 11, 12, 13 e 14 sono a contatto con i giovani e i loro maestri, e vi assicuro che ce ne sono molti interessanti. È molto importante che si mantenga questa continuità, che non si spezzi la catena virtuosa.
Per quanto riguarda il tennis internazionale, mi auguro che Andrea riesca nel suo proposito di avvicinare i Masters 1000 agli Slam. Il rapporto fra guadagni e premi versati ai giocatori nei majors è infatti troppo squilibrato rispetto a quanto avviene nel resto del circuito, bisogna renderlo più equo nei confronti di alla fine fornisce lo spettacolo.
Capitolo Coppa Davis. Che l’Atp sia entrata nel board della gara è importante, avvicina Atp e Itf, ma credo che per l’Italia la Coppa sia più una conseguenza della salute del movimento, che una premessa. E a Bolelli e Fognini dopo Malaga dico: tenete duro, avete ancora tre o quattro anni da giocare a buon livello.
Infine un abbraccio e un arrivederci a presto ad Andreas Seppi. Al Piatti Center ho voluto Luca Vanni e Gian Luigi Quinzi, per me è importante che i nostri tennisti restino nell’ambiente per trasmettere la loro esperienza, e Andreas ha tanto da dare ancora. Certo, deve trovare il suo giusto ruolo. Ma per me può fare tutto.