La russa vince il 12esimo titolo in carriera e dice: “Diverse ultratrentenni hanno vinto uno Slam. Vorrei riuscirci anch’io. Ho la motivazione per continuare a migliorarmi”. Battuta Agnieszka Radwanska.
Quello ottenuto a Tokyo è il più importante successo nella carriera di Nadia Petrova
Di Lorenzo Cazzaniga – 29 settembre 2012
E’ proprio vero che le cose succedono quando meno te l’aspetti. Nadia Petrova si è presentata a Tokyo con un fastidioso mal di schiena. Se ne andrà con il 12esimo titolo in tasca, il più importante della carriera, impreziosito da tre vittorie contro altrettante top 10 (Errani, Stosur e Radwanska, non le era mai successo in carriera). E pensare che ha lottato più di tre ore per battere Petra Martic e si è trovata in svantaggio 6-3 4-1 contro la nosta Errani. Ma quando le cose devono succedere…succedono. In finale ha superato Agnieszka Radwanska col punteggio di 6-0 1-6 6-3, aiutata da due doppi falli-killer commessi dalla polacca nell’ottavo gioco del terzo set. “Ho voluto strafare – ha poi ammesso Agnieszka – non avrei dovuto farlo in quel momento, ma ormai non posso più farci niente”. La Petrova è partita a spron battuto, dominando un primo set in cui ha tirato 16 vincenti a fronte di 3 errori. “Ma ho speso troppe energie, e l’ho pagato nel secondo. Ho avuto bisogno di un po’ di tempo per tornare in partita. Quando sono uscita dal campo per cambiarmi, ho avuto qualche minuto di tempo per concentrarmi in vista del terzo set”. C’è stato grande equlibrio fino al 4-3, spezzato dai due errori della polacca. Nell’ultimo game la Petrova è stata glaciale, sigillando il successo con una volèe vincente di dritto. “Non so dove ho trovato le energie per lottare nel terzo set, ma ce l’ho fatta ed è incredibile – ha proseguito la russa – è il torneo più importante che ho vinto. A inizio settimana non me l’aspettavo, anche per i guai alla schiena”.
La scorsa settimana, la russa si era dovuta ritirare dal torneo di Seul. Sette degli undici titoli vinti in passato dalla Petrova erano WTA Premier, ma nessuno aveva il montepremi di Tokyo. I più ricchi erano stati Charleston e Pechino nel 2006. Fare meglio a 30 anni compiuti è una bella soddisfazione. Dopo il successo le hanno chiesto delle recenti vittorie delle ultratrentenni nel circuito. “Ci sono diverse giocatrici che hanno vinto uno Slam dopo aver compiuto 30 anni. Non vorrei ritirarmi senza aver fatto lo stesso. Ho ancora la voglia di alzarmi al mattino e scendere in campo nel tentativo di migliorarmi. Se il destino vorrà, vincerò uno Slam. Se non ce la farò, a fine carriera saprò di aver fatto tutto il possibile per riuscirci”. Adesso la Petrova si sposterà a Pechino, dove usufruirà di un bye e se la vedrà con la vincente di Li-Schiavone. Un pizzico di delusione per la Radwanska, che puntava a diventare la prima giocatrice a vincere a Tokyo per due anni di fila dai tempi di Lindsay Davenport (che ci riuscì nel 2003 e nel 2004). “Sono delusa, desideravo molto questo titolo. Quando ci arrivi così vicina e non ce la fai è sempre un peccato. Ma Nadia è stata brava: ha un gran servizio, ma oggi ha risposto davvero bene. Mi ha messo molta pressione nei turni di battuta”. Si spiegano anche così i due doppi falli che l’hanno condannata. Pure lei è già in rotta verso Pechino, dove avraà un esordio easy con la locale Shuai Zhang, vincitrice nel derby tra wild card contro Qiang Wang.
WTA PREMIER TOKYO – FINALE
Nadia Petrova (Russia) b. Agnieszka Radwanska (Polonia) 6-0 1-6 6-3
I TITOLI WTA DI NADIA PETROVA
2005 – Linz
2006 – Doha
2006 – Amelia Island
2006 – Charleston
2006 – Berlino
2006 – Stoccarda
2007 – Parigi indoor
2008 – Cincinnati
2008 – Quebec City
2011 – College Park
2012 – ‘s-Hertogenbosch
2012 – Tokyo
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