Un anno fa, di questi tempi, Petra Kvitova si rendeva conto che sarebbe tornata ad alti livelli. Vinceva (bene) il torneo di Birmingham, e qualcuno pensava che potesse fare il tris a Wimbledon, dove aveva già vinto nel 2011 e nel 2014. Non andò esattamente così: a Londra fu sorpresa al secondo turno da Madison Brengle. Ma quest'anno si presenta al Nature Valley Classic con ambizioni rinnovate. Petra è tra le favorite per Wimbledon, ed è in piena lizza per centrare il numero 1 WTA. Per quanto abbia un primo turno di assoluto livello contro Johanna Konta, i giornalisti continuano a chiederle dell'incidente di 18 mesi fa, la vigliacca aggressione di cui è stata vittima a nella sua abitazione di Prostejov. Un malvivente si era insinuato a casa sua col pretesto di leggere il contatore del gas. In realtà era un ladro, e nella colluttazione Petra si è ferita gravemente a un braccio. La novità è che, dopo oltre un anno, la polizia ha individuato e arrestato il colpevole. Un colpo a sorpresa, visto che l'indagine era stata ufficialmente chiusa lo scorso novembre. Inizialmente si pensava a un uomo di 54 anni, già noto alle forze dell'ordine per essere abituale consumatore di droga. L'identikit diffuso dopo l'aggressione, tuttavia, raffigurava una persona decisamente più giovane. Invece, il quotidiano “Pravo” sostiene che sia stata la stessa Kvitova a riconoscere un 32enne (anche lui con precedenti per droga) dopo aver osservato una serie di foto segnaletiche. Il suo nome non è stato diffuso, ma pare che avesse già messo in atto il modus operandi con cui era entrato a casa della Kvitova, Messo definitivamente alle spalle questo incubo, le ceca ha ritrovato le top-10 e quest'anno ha già vinto quattro tornei. Archiviata la stagione sulla terra battuta, adesso è in buona posizione per salire ancora. Birmingham, ma soprattutto Wimbledon, ci diranno se potrà lottare per il numero 1 di fine anno. Il “comeback” di Petra non deve essere sottovalutato, perché un trauma di questo genere lascia sempre qualche scoria.
UNA SOFFIATA A GENNAIO
Petra ha ammesso di sentirsi ancora a disagio quando si trova in mezzo alla folla. Anche situazioni banali come una manicure non sono più semplici come un tempo. “Quando ho saputo dell'arresto è stata una grande notizia, ma sarà ancora più bello quando tutto sarà finito, magari con una condanna”. L'episodio è avvenuto a Prostejov, città di circa 40.000 abitanti, nell'est della Repubblica Ceca. Non certo un luogo di richiamo, ma a pochi passi dal centro città si trova un Centro Tecnico con un piccolo hotel. Dentro, 12 campi da tennis e un piccolo ma grazioso campo centrale. Per questa ragione, la Kvitova ha acquistato un appartamento da quelle parti. Si pensava che in un luogo del genere il colpevole fosse subito individuato, anche perché ben 300 persone si sono presentate agli uffici di polizia per dare testimonianze e/o informazioni. Invece, mentre un intervento di quattro ore rimetteva a posto il braccio della Kvitova e le salvava la carriera, le indagini si infilavano in un vicolo cieco. Nel frattempo, Petra ha venduto l'appartamento nell'agosto 2017, ma già qualche mese prima si era trasferita a Praga. Chi frequenta il centro di Prostejov sostiene di non averla mai più vista. E lei non ha mai più messo piede nell'appartamento dopo l'incidente. Raramente ne ha parlato in pubblico, limitandosi a raccontare le sue sensazioni ma senza entrare nello specifico dell'incidente. Quando le indagini sono state chiuse, molti hanno temuto che l'aggressore l'avesse fatta franca. A quanto pare, l'arresto è frutto di una soffiata risalente a gennaio, che ha messo in guardia la polizia denominata “Tempus”, corpo speciale che si occupa di casi "freddi". In attesa di notizie giuridiche, e non più di cronaca, Petra torna a giocare sull'erba dopo la parentesi non troppo felice al Roland Garros (si è arresa al terzo turno per mano di Anett Kontaveit). “Quando gioco sull'erba, posso utilizzare al massimo il servizio in slice e mi piace anche sfruttare il rovescio in back, Adesso la mia mano sta bene. Non è al 100% e so che non la sarà mai più, ma va bene così”.