Dopo un periodo nero, Andrea Petkovic torna a giocare a New Haven. Gli infortuni a schiena e caviglia l’hanno bloccata per tutto il 2012. “Ho paura di non tornare tra le prime 10”
Il grave infortunio alla caviglia patito in aprile da Andrea Petkovic
Di Riccardo Bisti – 20 agosto 2012
Se esistesse un Oscar per la tennista più sfortunata dell’anno, beh, non ci sarebbero dubbi. Dopo uno splendido 2011, in cui era arrivata tra le top 10, Andrea Petkovic si è bloccata a inizio stagione per problemi alla schiena che le hanno fatto perdere tre mesi di tennis. L'abbiamo rivista al torneo casalingo di Stoccarda, evento anomalo perché si gioca sulla terra indoor. Neanche il tempo di scendere in campo ed ecco il “crack” alla caviglia. Altri 4 mesi di stop, fiducia che scompare e classifica che peggiora settimana dopo settimana. Ma adesso è il momento di riprovarci e mettersi alle spalle i cattivi pensieri. D’altra parte, dopo un’ernia al disco e lo strappo dei legamenti della caviglia (con tanto di operazione chirurgica) non si può che risalire. La simpatica “Petkorazzi” è a New Haven e nella serata italiana farà il suo esordio contro Timea Babos. “Ho capito immediatamente che era un infortunio grave, perché ho sentito il crack – racconta la tedesca – ho cercato di tirare il piede, ma non c’è stato niente da fare. La prima cosa che ho pensato? Mi sono detta di non piangere. Non potevo, davanti a 4.000 persone e proprio in Germania”. E infatti non ha pianto. L’anno scorso era salita al numero 9, raggiungendo i quarti in tre Slam su quattro. Ma più che per il tennis, la gente la apprezza per il suo senso dell’umorismo con i suoi improbabili video e la mitica “Petko-Dance”, balletto con cui festeggia dopo ogni vittoria.
Ma negli ultimi 4 mesi c'è stato ben poco da festeggiare. L’infortunio a Stoccarda le ha impedito di giocare Roland Garros, Wimbledon e Olimpiadi. In particolare, ha sofferto per l’impossibilità di giocare a Londra. Dopo l’operazione ha passato lunghe e noiose settimane per dedicarsi alla riabilitazione, in cui fuggiva al bagno per vedere se qualcuno le aveva mandato un sms. Mica facile distrarsi durante una riabilitazione che richiedeva un impegno di sette ore al giorno, cinque giorni a settimana. “E’ stato il periodo peggiore. Devi fare degli esercizi in cui non si suda, quindi hai la sensazione di non fare niente. Nella sala c’era un enorme orologio, ed ogni minuto mi sembrava durasse un’ora. Per un attimo ho pensato di rubarlo e portarmelo a casa come souvenir. Ma non avevo alternative, e comunque ora sto bene”. Il 2012 della Petkovic è stato un anno difficile. Quando era ferma per l’infortunio alla schiena le hanno detto che non doveva fare nulla per due settimane. Riposo assoluto. Allora se ne è andata alle Maldive. “Quando mi hanno detto che avrei dovuto riposare ho subito prenotato l’aereo. E’ stata la migliore vacanza della mia vita”. Il problema è che l’infortunio è arrivato proprio quando era al picco della carriera. Mentre era ferma per l’infortunio alla schiena, ha sfogato le sue frustrazioni con uno psicologo dello sport. Ma dopo l’infortunio alla caviglia ha deciso di riflettere da sola. “Si, volevo stare sola con i miei pensieri – continua – mi sono sentita parte di un processo che non poteva essere controllato, ma che doveva succedere. E vorrei diventare qualcuno di migliore dopo questa esperienza”.
Sarà dura rivedere la Petkovic di qualche tempo fa, almeno nei primi tornei. Lei dice di avere un po’ di paura. “Non so se sarò in grado di tornare tra le prime 10”. Inoltre, con la classifica scesa al numero 43, non sarà testa di serie allo Us Open. “Quando ero a casa ero molto preoccupata. In sei mesi il tennis si sviluppa parecchio. Ho avuto paura di non tornare dove ero prima. Le aspettative sono quelle, non mi accontenterò di un posto tra le prime 30. Sicuramente ho paura di questo”. Durante le Olimpiadi, non ha guardato neanche un minuto di tennis. Si è concesso solo la visione della finale per il terzo posto del doppio misto, in cui erano impegnati i connazionali Cristopher Kas e Sabine Lisicki. Lo ha fatto per amicizia, altrimenti non avrebbe guardato neanche uno scambio. Eppure lei è veramente innamorata delle Olimpiadi, tanto da essersi “scolata” anche le gare di tiro. Ma adesso non si trova più a Darmstadt. La sua casa ha ripreso ad essere il circuito: viaggi, players lounge, campi…e le avversarie. “Allo Us Open sarebbe un bel successo vincere una partita. Sarebbe un grande risultato, non posso aspettarmi niente di più”. Vale la pena fare il tifo per lei, anche perché potremmo avere qualche sorpresa in caso di vittoria. “E’ dura inventare qualcosa di nuovo per la Petko-Dance, l’ho già aggiornata con il moonwalk e il movimento del braccio. Mi ci vorrà una nuova ispirazione”. Siamo certi che la troverà.
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