Insulti, parolacce e minacce di morte. Gli scommettitori sono sempre più accaniti e se la prendono con i professionisti del circuito minore. Se all’inizio il problema può infastidire, in seguito, ci fai l’abitudine. Ci sono minacce però a cui non ci si dovrebbe mai abituare. Un “mi auguro che tutta la tua famiglia muoia oggi” non dovrebbe mai passare inosservato.Certe faccende, ormai, sono facili da individuare anche per quelli che non conoscono bene queste vicende; vai su SofaScore (uno dei siti più utilizzati per seguire le partite dei tornei Challenger e Futures) e ti dedichi al punteggio di una partita qualsiasi. Per chi non lo sapesse, su questo sito/applicazione è possibile anche lasciare commenti sull’andamento del match. Si leggono tanti incoraggiamenti ma anche insulti. Entrambi hanno un denominatore comune: lo scommettitore. Se ti incoraggiano non stanno facendo il tifo per te a livello affettivo, ma devi fargli vincere la scommessa. Se stai perdendo sei uno str****, devi darti all’ippica e ti meriti la morte. Abbiamo fatto una prova: ho seguito su SofaScore un match femminile di un $10.000 ad Hammamet, in Tunisia, ho scelto quello più combattuto (erano al terzo) e ho letto i commenti che comparivano sulla chat. Con delle ragazze in campo il gioco degli insulti risulta anche più facile, si è iniziato con un “son of b***h”, passando per un “fott***” e concludendo con un “muori tr***”.

Ma finché gli insulti scorrono su SofaScore è inaccettabile ma quasi normale, tutto passa quasi inosservato. Si verificano però, in continuazione, situazioni in cui lo scommettitore scrive direttamente un messaggio privato su Facebook al giocatore che gli ha fatto perdere la scommessa. Funziona un po’ così: il giocatore, magari solo e lontano da casa, perde un match e in uno sport individuale come il tennis, soprattutto a quei livelli, difficilmente dopo una sconfitta esci dal campo col sorriso. Il giocatore si ritrova quindi, dopo il defaticamento e la doccia, in una situazione di totale relax a dare un’occhiata alla timeline dei social network, e gli arriva un messaggio che gli comunica che deve vergognarsi perché è uno str****, da qualcuno che in realtà è più str**** di lui. Il motivo? Questo tizio, per colpa di una scommessa, ha perso 50, 100, 150 euro. Come se fosse stato il giocatore stesso a pregarlo di puntare su di lui. Capita a molti giocatori. Tutti, chi più chi meno, hanno ricevuto un messaggio con qualche insulto. La nostra attenzione però si è concentrata su Francesco Vilardo (nella foto sopra, di Francesco Panunzio), che giovedì scorso ha denunciato pubblicamente la vicenda. Vilardo, attualmente 472 ATP, ha pubblicato sul suo profilo Facebook un messaggio che ha ricevuto in seguito a un match perso “Ho guardato dall’inizio alla fine il tuo match. Ti dico che sei uno str****. Ho perso 100 euro per colpa tua. Spero che questo porti male a te e alla tua famiglia.”  Contattiamo Francesco e gli domandiamo come reagisce davanti a queste minacce? “All’inizio ci rimanevo male. Poi è arrivato il secondo, il terzo, il quarto messaggio e ho iniziato a ridere. Cosa dovrei fare?! Chi sono questi che mi scrivono? Sono solo dei poveracci. Quando ha provato a scrivermi qualche italiano ho risposto, ma non risolvi il problema così”.



Vilardo ci riporta altri due esempi, ne avrebbe molti di più ma alcuni messaggi li ha cancellati, “Guarda la foto che ha messo Bonny (Riccardo Bonadio, 526 Atp) su Facebook mentre eravamo al sushi in Egitto insieme!” Sotto quella foto, in effetti, c’è un altro insulto. Un commento di tal Jonathan Fiorito recita “Sparatevi mer** vi siete venduti pure la mamma nel doppio”. Il padre di Francesco, Giuseppe, ha risposto: “Ognuno è libero di fantasticare, di dire ciò che pensa. Libero però non significa calunniare quelli che lavorano per obiettivi nobili. Il pulpito non meriterebbe risposta (visto come si esprime) ma credo non faccia piacere a nessuno essere offesi senza fondamento. È vero che l’ignoranza imperversa sui social network però tutto questo è passabile di querela e la legge non ammette ignoranza”. L’episodio peggiore però è accaduto per mano di tal Mubmarak Shizoev che, nel maggio del 2015, sempre tramite messaggio in posta su Facebook ha scritto queste parole a Francesco “Mi auguro che tutta la tua famiglia muoia oggi, stupido str****, sei un fott*** pagliaccio. Avevi l’occasione di fare break sul 4-1, poi sul 4 pari e hai perso 6-4, str****. Spero che tua mamma muoia presto, pezzo di m****.”

Francesco Vilardo non è il solo a ricevere questi messaggi, basta leggere sotto il suo post di giovedì scorso e lo stesso Matteo Trevisan, ex 267 Atp, ha commentato: “Normalità. Io se sono ancora vivo è fortuna, da quante me ne dicono.” Un articolo non può fare grandi cose. Possiamo solo riportare un fatto che non dovrebbe essere sottovalutato. Per fortuna, nonostante la gravità delle parole, certi episodi non si sono ancora verificati e ci auguriamo non si verificheranno mai. La vita del tennista non è facile, lo abbiamo già detto, non sempre ti ritrovi a giocare un torneo vicino a casa, non sempre partecipi ai tornei con gli amici e non sempre la situazione economica gioca a tuo favore, anzi raramente. Per rendere l’idea, molti di questi giocatori, nonostante il periodo, continuano a fare tornei in Egitto e in Turchia. Quanti di voi prenderebbero un aereo ora per andare in Egitto o in Turchia? Attualmente Francesco è proprio in Turchia e in queste trasferte spende ben più dei 100 euro che fa perdere agli scommettitori; deve pagarsi aereo, hotel, pranzo, cena e alto. Certo scelta sua, ma lo fa per raggiungere un obiettivo, per augurarsi un futuro migliore. E’ questo il prezzo che devono pagare questi professionisti?