Nel giorno del 26esimo anniversario dell'incidente che spezzò in due la carriera di Thomas Muster, il giovane Dominic Thiem prova a esaltare il tennis austriaco. Perde contro Murray ma gioca bene e lascia Miami a testa alta. 

Chissà cosa avranno pensato gli appassionati austriaci, soprattutto quelli meno giovani, quando Dominic Thiem ha strappato il primo set ad Andy Murray. Il 1 aprile, giorno dei famosi “pesci” per milioni di persone, il tennis austriaco soffre. Perchè non era affatto uno scherzo la Lincoln Continental 1983 guidata dall'esule cubano Robert Norman Sobie, un ubriacone senza patente e senza un dollaro in tasca. Thomas Muster era un giovane in ascesa, già tra i più forti sulla terra. Ma poteva fare faville anche sul cemento, come aveva dimostrato nella semifinale del Lipton International. Aveva appena battuto Yannick Noah in cinque set ed era pronto a dare battaglia contro Ivan Lendl. Sarebbe stata una battaglia furibonda, con il centrale tutto esaurito e la diretta TV in 40 paesi. Mentre tornava in hotel, affamato, Thomas si fermò a prendere qualcosa da mangiare. Dopo aver parcheggiato, si ricordò di aver lasciato il portafoglio nel bagagliaio, dentro la borsa da tennis. Mentre lo stava recuperando, la macchina di Sobie franò addosso alla sua. Lo avesse colpito, sarebbe morto sul colpo. Fu colpito di striscio dal paraurti, fece un volo di 6 metri e si frantumò i legamenti del gionocchio sinistro, sia il collaterale mediale che il crociato anteriore. Sulle prime, Thomas non si rese conto della gravità dell'accaduto. Tuta strappata, sangue, ma tanta voglia di competere. Disse a Ronnie Leitgeb, suo storico coach, che sarebbe sceso in campo. “Al massimo applicheremo una fasciatura al ginocchio”. Ci volle poco per capire che l'infortunio era molto grave, di quelli che possono tranciare una carriera. Operazione e lunghissimo stop. Tutti ricordano l'incredibile forza di volontà dell'austriaco, che si allenò su una sedia a rotelle pur di non perdere il ritmo, come testimoniarono articoli giornalistici e servizi TV. Quando giocava, Muster era considerato un guerriero, un animale, un robot privo di sentimenti. Ma nell'occasione mostrò un'umanità esemplare. “Nessun rancore per Sobie. Era un povero ragazzo, gli avevano già tolto la patente un paio di volte. Queste cose succedono in pochi secondi”.




26 ANNI DOPO, ANCORA UN AUSTRIACO

Non si arrabbiò nemmeno quando scoprì che Sobie aveva provato a scappare. Tuttavia, era talmente messo male che andò a sbattere contro un muro 200 metri più in là. Thomas sarebbe diventato numero 1 al mondo, il più forte di tutti, e avrebbe coronato il sogno di vincere almeno uno Slam. Ma quel 1 aprile ha segnato la sua carriera, impedendogli di diventare un giocatore completo. Per anni, ha ridotto all'osso le presenze nei tornei sul duro. Poi, pian piano, ha ritrovato coraggio e ha chiuso il cerchio vincendo proprio a Miami, otto anni dopo. Fu il suo 'ultimo successo. 26 anni dopo, nello stesso giorno e sullo stesso campo, Dominic Thiem ha provato a centrare la vittoria più bella della sua giovane carriera. Per un set ha deliziato quelli che non lo conoscono ancora, poi ha tenuto fin quasi alla fine del secondo. Ma il centrale di Crandon Park è casa di Andy Murray: ci trascorre tre mesi all'anno, ci passa buona parte della preparazione invernale e ci gioca alla grande. Ha vinto questo torneo per due volte, nel 2009 e nel 2013. Quest'anno prova a ripetersi, anche per festeggiare al meglio le 500 vittorie in carriera, festeggiate negli ottavi contro Kevin Anderson. La qualità del suo tennis è cresciuta rapidamente fino a diventare impeccabile nel terzo set, quando ha ceduto appena tre punti sul suo servizio.


LE CORSE A MEZZANOTTE

“Prima del torneo avrei messo la firma per un posto nei quarti – ha detto Thiem – adesso sono un po' deluso, soprattutto perchè ho vinto il primo set. Ma ho comunque giocato un buon match, lascio Miami con buone sensazioni in vista della stagione sul rosso”. Thiem è più di una speranza per il tennis austriaco, che dopo il ritiro di Muster ha trovato un solo giocatore, quel Jurgen Melzer che ha addirittura acciuffato la top-10. Ma Thiem è un'altra cosa, almeno in potenza. Tira un rovescio a una mano che fa paura, perla ancor più brillante perchè sempre più rara. Con Muster non ha molto in comune, a parte una certa dedizione al lavoro. Sono già nel mito i suoi allenamenti con Sepp Resnik, preparatore atletico un po' pazzo che lo ha tenuto lontano dalle palestre. Ex triathleta e campione di sport estremi, 62 anni, lo ha fatto correre sui boschi, lo ha svegliato a mezzanotte per fargli fare gli addominali e gli ha regalato un paio di libri sul buddismo zen e sull'anatomia del corpo umano. La cosa sorprendente è che Thiem lo ha assecondato, costruendosi un fisico niente male. Corre tanto, cercando di trovare il giusto equilibrio tra grinta e talento. “E' un gran lavoratore, molto disciplinato, per questo merita rispetto” ha detto Murray prima di affrontarlo. Ha persino rischiato di perdere, poi l'ha sfangata. Però Miami, ancora una volta, è diventato il crocevia del tennis austriaco. Nel 1989 ha rischiato di distruggere la carriera di Muster, nel 1997 gli ha restituito il maltolto…e nel 2015, sempre l'1 aprile, ha rilanciato la carriera del suo erede. Almeno secondo il passaporto.

 

ATP MASTERS 100 MIAMI – Quarti di finale

Novak Djokovic (SRB) vs. David Ferrer (SPA)

Kei Nishikori (GIA) vs. John Isner (USA)

Andy Murray (GBR) b. Dominic Thiem (AUT) 3-6 6-4 6-1

Tomas Berdych (CZE) vs. Juan Monaco (ARG)