L'azzurro spreca una bella chance in un torneo dove aveva tanto da guadagnare. Avanti di un set e due break contro Jeremy Chardy, dolorante a un polso, si fa rimontare, si innervosisce e cede alla distanza. Quattro anni fa, aveva portato fortuna a Flavia Pennetta: lei ha provato a ricambiare, ma la magia non si è ripetuta.

Doveva essere una partita di routine, si è trasformata in un calvario. Ed è finita male, malissimo. Fabio Fognini si era presentato a Indian Wells con mille ambizioni, reduce dal successo a San Paolo e sensazioni importanti, quasi libidinose. Testa di serie numero 16, anche il sorteggio gli aveva dato una mano. Il suo primo avversario era Jeremy Chardy, coetaneo, ex vincitore di Wimbledon Junior, che però non sta bene. Ha la bua al polso sinistro, non riesce a giocare con efficacia il rovescio a due mani (“Però ho migliorato molto lo slice” aveva scherzato dopo il primo turno). I fisioterapisti lo hanno tenuto a galla, ma stava vivendo Indian Wells come una mezza vacanza. Ha dolore dal torneo di New York, la scorsa settimana aveva giocato il Challenger locale e si era ritirato prima di giocare il secondo turno. Ha già deciso che dopo Indian Wells tornerà a casa, saltando Miami per poi tornare solo a Houston. Durante l'Australian Open non era stato bene, si sentiva depresso, il tennis non era più la sua priorità. Non sarà tra i convocati di Yannick Noah per Italia-Francia di Davis. Italia-Francia è iniziata male per Fognini, che nell'unico torneo dove poteva incassare punti preziosi si è arreso col punteggio di 4-6 7-6 6-4. Il problema non è perdere contro Chardy: ci può stare, anche con un Chardy un po' acciaccato. Il problema è il modo, la dinamica. Fino al 6-4 4-1 era tutto ok, un match quasi banale. Due break di vantaggio, un avversario con un piede e mezzo negli spogliatoi. Poi è calata la tensione e il francese si è riavvicinato.

NIENTE MAGIA A INDIAN WELLS
Sul 4-3, Chardy si è arrabbiato per una valutazione errata di Fergus Murphy: è rimasto tranquillo, poi però ha polemizzato al cambio di campo sul 5-4. Era furioso, ha parlato dell'eccessiva tutela di cui godono gli arbitri, sembrava con la testa fuori dal match. Quando Fabio ha servito per il match, il 30enne di Pau ha chiuso gli occhi e ha tirato alcuni missili di dritto, oltre i 160 km/h, che hanno riacceso la partita. Ha avuto bisogno di cinque chance, ma si è ugualmente assicurato il game. Totalmente deresponsabilizzato, ha giocato meglio nel tie-break e ha allungato la sfida. Il terzo set è iniziato dopo una lunga pausa, poiché uno spettatore si è sentito male e i giocatori hanno dovuto aspettare l'intervento dei medici. L'inerzia era girata, Fognini era sempre più nervoso e incassava il break al quinto game. In verità, provava a non mollare. Pur lamentandosi per la condotta di gioco di Chardy (“Sta giocando completamente a caso!” ha detto in più occasioni), ha avuto qualche chance nell'ottavo gioco, pur senza arrivare a palla break. Alla fine vinceva il francese ed è un peccato, non solo perché Indian Wells poteva dare combustibile alla classifica fogniniana, ma perché è il luogo dove quattro anni fa Flavia Pennetta vinceva il titolo proprio con Fabio al suo angolo. Sulle prime, si pensava che fosse un gesto d'amicizia. Invece fu l'origine di un rapporto sfociato in un matrimonio e nella nascita del piccolo Federico. Un luogo simbolico, insomma, dove Fabio aveva ben altre ambizioni. C'era anche Flavia, nel suo box, come a voler ricambiare il sostegno di allora. Non è servito. Un passo falso ci può stare, ma a Miami scenderà in campo con qualche pressione in più. Sarà inevitabile.

ATP MASTERS 1000 INDIAN WELLS – Secondo Turno
Jeremy Chardy (FRA) b. Fabio Fognini (ITA) 4-6 7-6 6-4