Johanna Konta sperava nel colpaccio contro l'americana, ma le sue velleità sono state rispedite al mittente. Quando Serena gioca così, è impossibile fermarla. Il 23esimo Slam sembra solo questione di tempo, a meno che non accada un miracolo. E in questo torneo, fino ad oggi, ce ne sono stati parecchi.

Prima di stanotte, Serena Williams non aveva mai giocato contro Johanna Konta. Però la temeva. L'aveva osservata, studiata, e aveva elaborato un piano. Aveva visto abbastanza per giungere a una conclusione: prima o poi, la britannica vincerà uno Slam. E poi, quando se l'è trovata davanti, si è resa conto che era persino più alta di lei. Ma al momento di fare sul serio, Serena ha pensato che fosse abbastanza. E' andata di fretta, voleva sbrigare la pratica. Tirando 10 ace, ha raccolto un netto 6-2 6-3 e ha persino mostrato qualche segno di nervosismo quando il suo servizio funzionava a intermittenza. Serena è entrata a gamba tesa sul match, senza permettere alla Konta di entrare in partita. Nel secondo set, la britannica ha provato a fare qualcosa di diverso, ha preso un break di vantaggio. Appena ha sentito l'allarme, tuttavia, Serena ha ripreso a veleggiare e non ha più concesso un game. Questa Williams fa paura: ha inchiodato la britannica a fondocampo, facendola correre in tutte le direzioni, poi è stata molto incisiva con la seconda palla (che ha dovuto giocare più spesso del previsto: ha messo in campo solo il 45% di prime). “In effetti la prima non ha funzionato granché – ha detto – è stata una partita interessante, nel complesso è andata bene”. Per lei è la decima semifinale consecutiva in uno Slam. L'ultima volta in cui è uscita prima della Final Four risale a Wimbledon 2014, quello delle vertigini e dei capogiri durante un doppio. Il giorno prima, aveva ceduto ad Alize Cornet. Se entrambe rispetteranno i pronostici nelle semifinali (stanotte dalle 3.30, diretta su Eurosport 1), potrebbe esserci la nona finale importante tra Serena e Venus Williams. In caso di vittoria, per Serena sarà il settimo Australian Open, il 23esimo Slam in totale. In conferenza stampa, un giornalista un po' distratto le ha detto che al prossimo turno troverà Venus. “Veramente aspetto Mirjana Lucic…” ha replicato.  

CI VUOLE UN MIRACOLO
​Appunto, la Lucic. L'ha sfidata per l'ultima volta nel 1998, a Wimbledon, un netto 6-0 6-3. “Ma non ricordo molto. Era sul Campo Centrale e ho vinto. Ero contenta perché ero molto giovane. Questo è tutto. Oggi abbiamo un tennis molto diverso, entrambe. Ne abbiamo passate tante, siamo sopravvissute, ed eccoci qui. In effetti credo che sia una storia notevole”. La Konta si era presentata con legittime ambizioni, sperava di vincere. Ma le sue speranze, alimentate dalla recente vittoria a Sydney, si sono scontrate con tre qualità di Serena: il servizio, la potenza, la capacità di trovare gli angoli e allargare il campo. Insomma, è stata una brutta giornata, addolcita solo dalle parole della Williams. Non capita tutti i giorni che Serena pronostichi un successo Slam per una giocatrice. “In fondo è stata una delle migliori esperienze della mia vita. Ci sono tante cose da cui poter imparare e migliorare. Però ho anche fatto delle cose buone – dice la Konta – mi sarebbe piaciuto poter dire qualcosa in più, ma mi sono scontrata con la sua qualità. Credo che non ci sia una sola giocatrice, nel tour, che affronta Serena e pensa di avere voce in capitolo. E' una delle ragioni per cui è così forte: riesce a dettare il gioco e a sviluppare i punti alle sue condizioni”. Tutto farebbe pensare al 23esimo successo Slam e all'agognato sorpasso su Steffi Graf, che peraltro non ha più giocatrici tedesche a proteggerla. L'anno scorso la Kerber ha fatto un miracolo, stavolta il miracolo dovrebbe essere doppio. O triplo.

AUSTRALIAN OPEN DONNE – Quarti di Finale
Serena Williams (USA) b. Johanna Konta (GBR) 6-2 6-3