dal nostro inviato a Londra Gabriele Riva – foto Ray Giubilo
Alle 11.55 il campo 19 dell’All England Club è già strapieno. Gente sulle scale, sulle piccole tribunette da tre file, molti appoggiati alle varie balconate che danno sul verde del “court”. Aspettano Flavia Pennetta, che di lì a un’oretta scarsa sarebbe uscita dal campo tra gli applausi per il successo d’autorità su Anabel Medina Garrigues, spagnola che non digerisce l’erba ma che può adattarsi a quella del nuovo millennio, più lenta e meno insidiosa.
Italiana e iberica si erano già incontrate sette volte, tra circuito e Fed Cup. Il bilancio era 4-3 Anabel: l’erba di Wimbledon ha riequilibrato i conti. Partenza senza scossoni, ma con una palla break a testa, nessuna sfruttata. Sono tutti giochi molto tirati i primi cinque, che si prolungano ai vantaggi. L’ago della bilancia comincia a spostarsi verso l’Italia nel sesto game, quando con un rovescio lungolinea dei suoi Flavia lascia ferma l’avversaria in campo e sul tabellone. Nel turno di battuta successivo altro break, alla seconda chance: 5-2. La Pennetta ha a disposizione le palle nuove per chiudere il parziale e le sfrutta anche bene portando a casa il primo set point. Qui l’unico imprevisto di giornata. Palla larga di un pelo, sull’ennesimo rovescio piattone lungolinea e (quasi) vincente. Un millimetro e il set sarebbe finito lì, senza appello. Invece la palla esce, il colpo successivo, sempre lo stesso, batte sulla riga questa volta. Ma non secondo il giudice di linea che allarga il braccio, dalla sedia non arrivano correzioni e Flavia s’innervosisce. Rimette in gara la spagnola, che non aspetta altro. In un amen si vola 5-4, ma i dubbi vengono solo a chi sta in tribuna. Flà, dal campo, ritrova un po’ di serenità, insieme al servizio, e chiude da sinistra con una prima palla esterna.
Nel secondo parziale la partita finisce in fretta: non solo per il risultato, sei giochi a zero, ma anche per quello che si vede in campo. La brindisina riesce a far viaggiare anche il diritto, insieme a quel rovescio che non l’ha mai abbandonata a inizio match. Si fa solida anche da destra: accelera, si difende, lotta, fa pum pum e gioca di tocco. Quando c’è da scendere a rete lo fa senza impacci e si prende il punto. Chiude nello stesso modo del primo: servizio esterno vincente. Una bella Pennetta, non solo per l’abitino bianco fasciante. Al secondo turno, al contrario di quanto si potesse pensare, la nostra incontrerà la rumena Monica Niculescu che con il suo gioco “alla Santoro” ha fatto fuori la compagnia di doppio di Flavia, l’argentina Gisela Dulko.
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