dalla nostra inviata a New York Roberta Lamagni – foto Ray Giubilo
Ad essere seconda Flavia proprio non ci sta. La rivalità tra le nostre primedonne, Pennetta e Schiavone, in questo primo lunedì newyorkese si gioca a colpi di minuti: 58 per la Schiavo, 51 per la Penna.
6-2 6-1 lo score inflitto alla statunitense (nata in Ecuador) Irina Falconi, ammessa in tabellone grazie a una wildcard dopo essere emersa dalle ormai tradizionali prequalificazioni della Usta, la federazione americana.
L’attenzione sul match odierno di Flavia non era tuttavia rivolta all’avversaria. Ci si interrogava sul suo stato di salute, e soprattutto sulla condizione di quel piede destro che l’aveva costretta solo una settimana fa al ritiro dal torneo di New Haven. Lì le era stata dapprima diagnosticata una microfrattura, che dopo ulteriori controlli si è fortunatamente ridimensionata a infiammazione. Fastidiosa, sì, ma gestibile.
E rassicurazioni sono arrivate anche dalla stessa Pennetta: “Oggi ho avuto delle sensazioni positive. Giocare a New York mi piace, ci sono molti tifosi italiani e su questi campi mi trovo bene. Come prima partita non posso che essere contenta, soprattutto perché non conoscevo l’avversaria; per capire chi era sono andata su YouTube”.
Prossima rivale sarà Agnes Szavay, la talentuosa ungherese che dopo essersi smarrita, sembra, in questi ultimi mesi, aver ritrovato la bussola. “E’ una giocatrice bella tosta, con lei abbiamo sempre fatto delle grandi battaglie”, il commento lapidario di Flavia.
Quasi contemporaneamente, sull’Arthur Ashe Stadium, Roberta Vinci soccombeva a Venus Williams. Partita subendo un break, la tarantina aveva recuperato lo svantaggio fino a portarsi sul 4-4. Poi, sul 5-4 Williams, quando avrebbe dovuto difendere il set con il servizio, un game-catastrofe, “volato via, giocato davvero male”, per sua stessa ammissione. 6-4 6-1 in 1 ora e 14 minuti il finale. “Del resto in questo torneo non ho mai avuto molta fortuna. Mi era già capitato di aprire la sessione serale con la Sharapova, e negli anni ho sempre avuto avversarie Top Ten… certo che su 127 giocatrici ci vuole una bella sf…” ammette una sconsolata Vinci.
Risale invece a inizio giornata il successo di Sara Errani su Tathiana Garbin. Come ci si poteva attendere, un match molto combattuto, giocato più sui nervi che tatticamente. 2 set in 1 ora e 55 minuti, conclusisi entrambi ai 7 giochi (7-6 7-5). Un solo rammarico per la mestrina nel primo set, quando Tax, veterana del circuito e seconda italiana di sempre nella partecipazione Slam (44 la Garbin, 48 la Farina) spreca due setpoint sul 5-4. Nel tie-break più spregiudicata la Errani, che conquista meritatamente il primo parziale e, successivamente, l’incontro. Prossima avversaria Alisa Kleybanova, che le pure statistiche darebbero per sfavorita, avendo perso il più recente scontro con Sara quest’anno, sul cemento di Miami.
Infine, a collegare sessione diurna e serale, il match maratona di Alberta Brianti contro Pauline Parmentier. 2 ore e 24 di gioco, ma soprattutto un amaro 7-5 subito nel set decisivo dopo che la parmense era stata in vantaggio per 5 a 3.
Con la sconfitta di Brianti, Garbin e Vinci si riducono a 4 le giocatrici al secondo turno, in attesa di Romina Oprandi e del trio maschile Fognini, Seppi, Starace. Per il numero 1 e 2 d’Italia l’esordio sarà tuttavia rimandato al mercoledì.
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