Le statistiche non devono ingannare, e nemmeno la girandola di break che hanno colorato il secondo set. Flavia Pennetta e Simona Halep hanno giocato un match avvincente a dispetto dei 24 vincenti e dei 71 errori messi a referto. Ha vinto la rumena con il punteggio di 6-3 7-5 e ci sono grandi rimpianti, non tanto per questa partita, ma perchè la Pennetta avrebbe meritato di più. Ok, a Miami non aveva mai raggiunto il quarto turno, ma l'impressione è che il suo rendimento meritasse ben altro. Il rimpianto riguarda i tre matchpoint sciupati a Indian Wells contro la Lisicki (e sarebbe arrivata in finale, ne siamo convinti), nonchè la sfortuna di pescare la Halep negli ottavi a Crandon Park. La rumena sta crescendo match dopo match, sempre più a suo agio sotto i riflettori, pur senza perdere un carattere schivo e quel modo di parlare che la fa sembrare un robottino. In tre mesi ha giocato 25 partite, vincendone 23. Ha perso solo dalla Makarova in Australia e dalla Muguruza in Fed Cup: per questo guida la Race stagionale ed è l'avversaria numero 1 di Serena Williams, pur avendoci perso quattro volte su cinque. Ma oggi è più credibile di Maria Sharapova, che tra Indian Wells e Miami non ha combinato granchè. E le altre sembrano più indietro, a partire dalla grande assente Petra Kvitova. La Halep vola nei quarti e lo fa giocando un secondo set robusto, da vera campionessa. Qualche errore di troppo e l'intraprendenza della Pennetta le avevano fatto perdere il servizio in tre occasioni, spingendo l'azzurra sul 5-2. Ma quando il terzo set sembrava scritto, le sua gambe da culturista hanno preso a girare ancor più vorticosamente. Cinque game di fila e tanti saluti all'azzurra.
GLI ERRORI AL MOMENTO SBAGLIATO
Flavia ha pescato una delle poche che in questo momento le sono superiori. La Halep gioca con grande intensità, si muove come una trottola impazzita e sopperisce con l'intelligenza a un servizio così così, che la ha "fruttato" zero ace e quattro doppi falli. Avesse anche il servizio, chissà…Di sicuro può essere la favorita nei tornei sul rosso, dove Serena è più vulnerabile. Per la Pennetta, dunque, è una buona notizia apprendere che non c'è stata grande differenza. Il primo set era deciso da un solo break, poi è stato sigillato dagli errori dell'azzurra. Sul 5-3, la Halep non sembrava così inavvicinabile. Ma Flavia ha commesso tre sbagli piuttosto gravi. Stessa storia nel secondo. Dal 5-2, nei momenti importanti non ha obbligato la Halep a cercare il vincente, ma è stata lei a regalarle il punto. In particolare, quando ha servito sul 5-3, è arrivata a due punti dal set (40-40, dopo un battibecco con Kader Nouni per chiedergli di calmare i tifosi rumeni), ma lì ha sbagliato prima un rovescio e poi un dritto. Era il momento di “restare sul pezzo”, invece si è disunita e ha concesso aggancio e sorpasso alla Halep. Nell'ultimo game, nell'estrema chance di restare a galla (palla break per acciuffare il tie-break), ha messo in rete un altro rovescio. Troppa grazia per la Halep, che acciuffava i quarti contro Sloane Stephens.
POCHI PUNTI DA DIFENDERE
Sebbene Camila Giorgi abbia ottenuto un game in più, la sfida a distanza tra le due azzurre è andata alla Pennetta. Motivo? La Giorgi non ha mai dato l'impressione di poter vincere, rincorrendo in entrambi i parziali, mentre Flavia è stata davvero in partita. La rimonta incassata nel secondo set lascia un po' di amaro in bocca, anche se può aver influito la fatica del match contro Vika Azarenka. A 33 anni, recuperare in un giorno è molto più problematico che a 23. Adesso Flavia riprenderà a giocare sulla terra battuta, in vista della Fed Cup ma anche di una serie di tornei che potrebbero regalarle punti preziosi. Non è propriamente una terraiola, ma si è sempre adattata bene al rosso. Senza molti punti da difendere (365 fino a Wimbledon), può essere una mina vagante un po' dappertutto, specie adesso che il dritto in topspin è diventato un'arma concreta e non solo estemporanea. Se la voglia regge, il livello è ancora molto importante. E il cemento americano, il suo amato cemento, tornerà presto. Tra quattro mesi sarà di nuovo lì, a lottare in Nord America. Ci arriverà con una classifica migliore.