US OPEN – Flavia sfianca alla distanza l’aggressività di Petra Cetkovksa, prendendosi il sesto ottavo di finale nelle ultime sette partecipazioni. Non si è mai fermata prima dei quarti è può sperare: con la Stosur (a segno su una spenta Errani) ha sempre vinto.L’altra sera, mentre Petra Cetkovska cancellava quattro match-point a Caroline Wozniacki, a Flavia Pennetta sarà scappato un sorriso. Sia perché contro la danese aveva vinto una volta su otto e contro la ceca due su due, sia perché la attendeva un match diverso, da scambi brevi e poco ritmo, forse più difficile da giocare ma più facile da vincere. E Flavia l’ha vinto in rimonta, 1-6 6-1 6-4, conquistando per l’ennesima volta gli ottavi di finale a New York. L’ha fatto con merito, perché a dispetto della classifica di numero 149 del mondo (dovuta alla scarsa attività negli ultimi dodici mesi), la 30enne di Prostejov ci sa fare per davvero. L’aveva fatto vedere buttando fuori la campionessa uscente al secondo turno, sparando sei vincenti nel tie-break che le ha dato il successo e guadagnandosi un tweet di apprezzamento da parte di Andy Murray, e l’ha dimostrato di nuovo oggi, anche se troppo a sprazzi. Sa fare bene tutto, con grande facilità, e sull’accoppiata servizio-diritto può essere letale, come successo nel primo set. Ha aggredito ogni palla e messo in ginocchio l’azzurra, incapace di reagire. Ma la continuità non è proprio la sua caratteristica principale. Dopotutto, se sa lasciare le avversarie a metri dalla palla ma il suo best ranking è collocato solo alla posizione numero 25, un motivo ci deve pur essere. E non è solo la doppia operazione alle anche che l’ha tenuta ferma per oltre sei mesi a cavallo fra 2014 e 2015. A 33 anni, e con 48 Slam sul groppone, Flavia lo sapeva benissimo. È rimasta paziente, consapevole che prima o poi il suo momento sarebbe arrivato, e non ha avuto torto. Non ha nemmeno dovuto fare chissà cosa: semplicemente, il livello dell’avversaria è sceso.
CHE CAMBIO DI PASSO DAL 3-3 DEL TERZO
Prima un doppio fallo, poi un diritto lungo, quindi un vero e proprio passaggio a vuoto. Dall’1-1 del secondo set ha perso otto game su nove, finendo per trovarsi sotto 3-1 al terzo. Ma da un momento all’altro, proprio come aveva iniziato a giocare male, ha ripreso a farlo bene. Ha vinto due dei migliori game dell’incontro, e si è rifatta sotto sul 3-3, prima che Flavia decidesse di allungare per davvero. Si è visto proprio un cambio di rotta. Invece che limitarsi a fare il suo aspettando gli errori dell’avversaria, la brindisina ha capito che era il momento propizio per andarsi a prendere il successo, per tirare fuori tutta la sua superiorità. È salita tantissimo col servizio, togliendosi il problema di dover giocare tutti i punti contro un’avversaria superiore sull’uno-due, e ha mostrato grande coraggio. Dopotutto, cinque quarti di finale nello stesso Slam non si giocano per caso, come non è un caso il modo in cui Flavia ha risolto i due punti più delicati dell’ultimo game. Sul 30-30 ha chiamato l’avversaria a rete con una smorzata e l’ha infilata col lob, sul 40-40 ha stampato un ace di seconda al centro, sulla riga, a cancellare l’ultimo arrembaggio ceco. Dopo una doccia fredda così, l’errore dell’avversaria sul secondo match-point era praticamente garantito. E allora sì, che ha potuto festeggiare, per una vittoria che nella prima mezz’ora pareva molto lontana e soprattutto per l’ennesimo ottavo di finale a New York. È il sesto nelle ultime sette partecipazioni, ma la buona notizia è un’altra: Flavia non si è mai fermata lì. Quattro volte ha poi perso nei quarti, una in semifinale. E quest’anno? L’intenzione è di proseguire, e il nome della prossima avversaria aumenta la speranza: in sei incontri con Sam Stosur non ha mai perso.
ERRANI ANCORA IN DIFFICOLTÀ
Peccato, per l’Italia, che ad affrontare la Pennetta ci sarà l’australiana, protagonista dell’eliminazione di Sara Errani. Nel primo pomeriggio americano, la campionessa del 2011 l’ha spuntata per 7-5 2-6 6-1, su un’azzurra ancora alle prese con qualche problema. Giovedì prima del match contro la Ostapenko aveva addirittura meditato il ritiro a causa della febbre, ma l’emozione per una vittoria insperata non è bastata a cancellare le difficoltà. Ha dato forfait nel doppio misto con Fognini, ma di saltare il singolare non se ne parla. Seppur scarica, svuotata e senza nemmeno le forze per incitarsi, la romagnola ce l’ha messa tutta lo stesso, pur trovandosi sempre il balìa del tennis dell’avversaria. L’aveva battuta solo nel 2012, nel suo momento migliore, e la statistica non sorprende. Giocare contro la Stosur, che nei giorni precedenti ne ha avute un po’ per tutti, è un po’ come giocare contro Serena Williams: servizio difficile da leggere e scambi brevi. Nel bene o nel male, è sempre lei a fare il gioco. Sara ha provato a rimanere a ruota con quello che aveva, ma vien quasi da chiedersi come sia riuscita a giocarsela per quasi due ore, trascinandola al terzo set. Molto è dipeso dall’avversaria, ma il saldo positivo della Stosur fra vincenti ed errori dice che il secondo non è stato affatto un set regalato. Tuttavia, non è bastato a spingere l’azzurra verso un altro successo tutto grinta e sudore. Anche dopo dei bei punti vinti ha continuato a scuotere la testa, e quando l’uragano Sam è tornato ad abbattersi non è più riuscita a contenerlo. Peccato: un ottavo di finale tricolore sarebbe stato un bel modo per celebrare l’ottimo Us Open delle azzurre. Ma con due delle nostre ancora in gara il bilancio sorride comunque.
US OPEN FEMMINILE – Terzo turno
Flavia Pennetta (ITA) b. Petra Cetkovska (CZE) 1-6 6-1 6-4
Sam Stosur (AUS) b. Sara Errani (ITA) 7-5 2-6 6-1
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