. Già vincitrice a Shenzhen e New Haven, ha firmato il tris stagionale (nonché il 20esimo titolo in carriera) al Premier Mandatory di Pechino. Un dominio durato tutta la settimana e coronato da una finale (quasi) a senso unico contro Johanna Konta, battuta col punteggio di 6-4 6-2. “Aga” non ha avuto bisogno di fare cose eccezionali: si è limitata a palleggiare, aspettando un errore della Konta che prima o poi sarebbe arrivato. E’ andata così fino al 5-2 del primo set, poi Johanna ha ritrovato il suo tennis, quello che le consentirà di entrare per la prima volta tra le top-10. La Konta ha ripreso uno dei due break di svantaggio, poi sul 5-4 ha avuto la grande chance di riacchiappare l’avversaria. Sul 5-5, chissà, forse sarebbe nata una nuova partita. Invece ha sparato in rete uno schiaffo al volo di dritto. Il sito WTA l’ha definita una “drive volley” di routine. In realtà non era così semplice, giacché la moon-ball della Radwanska non aveva peso ed era in fase discendente. Sarebbe stato meglio giocare una volèe classica, ma il gioco di volo non è nelle corde della Konta. E si è visto.
La partita è finita lì: tenuto il turno di battuta (e dunque il set), la Radwanska ha poi preso il largo già nel terzo game del secondo. La Konta ha continuato ad aggredire, ma non ha trovato una vera soluzione per sfondare – o almeno aggirare – le difese della Radwanska. Un dato su tutti: Aga ha commesso appena 8 errori gratuiti, meno di uno ogni due game. Una riserva troppo piccola da cui attingere per la Konta. L’Asia porta bene alla Radwanska, che nel continente dagli occhi a mandorla ha vinto nove dei suoi venti titoli. Tra l’altro, si era già imposta a Pechino nel 2011. Nel suo palmares pesa l’assenza di uno Slam (ha giocato una finale a Wimbledon 2012 più quattro semifinali e sette quarti), ma per il resto si è tolta tanti sfizi. Non ultime, le WTA Finals dell’anno scorso, dove quest’anno proverà a difendere il titolo. “E’ un momento speciale: terza finale e secondo titolo a Pechino – ha detto la Radwanska – ogni titolo ha un grande significato, ma qui affronti le migliori del mondo, in uno dei tornei più grandi. Ci sono le più forti sin dal primo turno, ma ho giocato il mio miglior tennis per tutta la settimana. Insomma, questo trofeo avrà un posto speciale per me”.
Tra le giocatrici in attività, “Aga” si aggiunge a Serena Williams, Maria Sharapova e Victoria Azarenka tra quelle che hanno vinto almeno tre Premier Mandatory, nome un po’ stantio che indica i quattro tornei più importanti dopo gli Slam (infatti Steve Simon, CEO WTA, lo vuole cambiare): oltre ai due titoli a Pechino, si è imposta anche a Miami nel 2012. La Radwanska divide gli appassionati: c’è chi si esalta per alcuni tocchi d’alta classe (in effetti la troviamo spesso tra gli hot-shot quotidiani proposti dalla WTA), ma anche chi si annoia con il suo tennis difensivo, accompagnato da un dritto non troppo elegante. Alla Konta resta la soddisfazione di un grande torneo e una fiammante ottava posizione nella “Race to Singapore”. Ha superato Dominika Cibulkova di 10 punti (3455 a 3445), ma pare chiaro che si deciderà tutto al fotofinish. Il tutto mentre Serena Williams effettua una comparsa durante un concerto di Beyonce. Magari ci smentirà, ma non sembra l’atteggiamento di chi sta preparando il Masters. A Singapore, invece, ci sarà di sicuro Agnieszka Radwanska, regina della Cina tennistica.
Agnieszka Radwanska (POL) b. Johanna Konta (GBR) 6-4 6-2