A Monterrey, Anastasia centra il suo primo successo in carriera, battendo Daniela Hantuchova. Pluridecorata a livello junior…

di Giorgio Spalluto

 

A una settimana dal primo acuto di Alisa Kleybanova, in quel di Kuala Lumpur, ecco sbocciare in tutto il suo splendore il talento di un’altra giovane russa, Anastasia Pavlyuchenkova. Classe 1991, grazie al fresco titolo conquistato nel torneo International di Monterrey, entra per la prima volta tra le Top 25, lei che era già la più giovane giocatrice tra le prime 40 al mondo.

 

Proprio un anno fa, in occasione del “Premier” di Indian Wells, Anastasia otteneva il suo primo risultato di rilievo: una straordinaria semifinale raggiunta al termine di un torneo in cui aveva estromesso giocatrici del calibro di Jelena Jankovic (numero 1 in Messico questa settimana, sconfitta dalla Sevastova al primo turno) e Agnieszka Radwanska, prima di cedere ad Ana Ivanovic. A fine 2009, è Venus Williams a fare le spese per ben 2 volte in altrettante settimane (Tokyo e Pechino), della freschezza atletica della russa.

 

Non sorprende, quindi, che questo ennesimo clone del movimento tennistico russo, sia finalmente riuscita a incamerare il suo primo torneo Wta. Costretta agli straordinari dalla pioggia, la Pavlyuchenkova si è liberata nella giornata di domenica, della sorprendente Anastasija Sevastova 63 26 61, prima di disputare la finale contro la numero 2 del seeding, Daniela Hantuchova. Probabilmente affaticata dal match precedente, la russa cede 6-1 il primo parziale, prima di azionare il suo favoloso servizio e cominciare a piazzare vincenti da ambo i lati, che lasciano immobile la sua avversaria. Impotente di fronte all’aggressività di Anastasia, la slovacca concede 12 degli ultimi 13 game, cedendo di schianto 16 61 60.

 

Le tre vittorie in singolare nel circuito Juniores, collezionate a Melbourne (battendo in finale Wozniacki e Brengle) e New York (Paszek) tra il 2006 e il 2007, rappresentano indubbiamente un ottimo biglietto da visita per una giocatrice che, oltre a possedere le consueta artiglieria tipica delle sue connazionali, dispone di un’ottima mobilità, a differenza della sopracitata Kleybanova. L’unico aspetto su cui può e deve migliorare è quello mentale. Quando il punteggio si fa delicato, non riesce ancora a gestire la tensione, irrigidendosi un po’ troppo e finendo per commettere errori gratuiti in serie. D’altronde, non ancora diciannovenne, la Pavlyuchenkova non può che migliorare.

 

Ragazza solare cui piace ballare, ascoltare musica e guardare film che la fanno ridere, si è messa in evidenza nel circuito anche per la sua mania di dipingere le unghie con i colori del suo abbigliamento. Se gioca con maglietta gialla e gonnellino nero, le unghie sono gialle e nere. Se ha la maglietta rosa, le unghie sono rosa.
Nulla è lasciato al caso per colei che da più parti viene considerata l’erede della Sharapova. “Non voglio essere una seconda Sharapova ma una prima Pavlyuchenkova”. Auguri.

 

 


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