Come se non bastassero i problemi di Rafael Nadal ed Andy Murray, come un fulmine a ciel sereno arriva anche il forfait di Novak Djokovic all'esibizione di Abu Dhabi. Nel giorno in cui avrebbe dovuto esordire contro Roberto Bautista Agut, primo match ufficiale dopo sei mesi di stop, ha annunciato il ritiro per il riacutizzarsi del problema al gomito. A parte la delusione degli organizzatori, che avevano già dovuto incassare i forfait di Nadal, Raonic e Wawrinka, preoccupano le parole utilizzate da Djokovic: “Sono enormemente deluso di dovermi ritirare dal Mubadala World Tennis Championship – ha scritto sui social e sul suo sito ufficiale – sfortunatamente, negli ultimi giorni ho iniziato a sentire dolore al gomito e dopo alcuni test il mio team medico mi ha consigliato di non prendere rischi, rinunciare al torneo e continuare con le terapie”. Ma se Abu Dhabi è soltanto un'esibizione, a breve arriveranno eventi molto importanti, su tutti l'Australian Open, già vinto sei volte dal serbo. E quanto dice Nole accende l'allarme: “Sono molto triste perché non vedevo l'ora di tornare a giocare partite ufficiali. Mi sono piaciuti gli allenamenti e tutto quello che ho fatto per prepararmi all'inizio della stagione, compreso il torneo di Abu Dhabi, dove mi sono sempre divertito. Adesso devo accettare la situazione e attendere i risultati delle terapie per riprendere a giocare a tennis e tornare a buon ritmo. Questo potrebbe influenzare l'inizio della stagione e il mio programma di tornei, ma una decisione sarà presa nei prossimi giorni”. Significa che l'Australian Open è a rischio, forte rischio. Il forfait del serbo sorprende, perché quanto trapelato durante il periodo di offseason portava a un vivace ottimismo: in primis, la collaborazione con Radek Stepanek (e il modo in cui era stata annunciata), poi la recente intervista con Sport360, in cui aveva evidenziato ambizioni super: al di sotto del numero 1 ATP e dei titoli Slam, gli sarebbe interessato ben poco.
AL SUO POSTO MURRAY, MA SOLO PER UN SET
Ma adesso c'è un problema fisico da affrontare e c'è da preoccuparsi, sia per le sue parole che per la natura dell'infortunio. Si tratta dello stesso problema che lo ha bloccato per tutta la metà del 2017 e le ricadute, si sa, sono sempre molto pericolose. Vien da domandarsi quale sia la verità: perché Nole ha annunciato il ritiro a poche ore dal match? È stato qualcosa di improvviso, oppure gli organizzatori sapevano già tutto, ma gli hanno chiesto di rimandare l'annuncio per evitare l'ennesima batosta mediatica al torneo? Nel comunicato, ha parlato di un dolore comparso “nei giorni scorsi”, quindi non è stato un problema comparso all'ultimo momento. E poi, di solito, i giocatori sono molto prudenti nel parlare di queste cose. Se Nole scrive che l'episodio “potrebbe influenzare la mia programmazione”, significa che l'Australian Open è veramente a rischio. Che gli organizzatori fossero al corrente del rischio forfait sembrerebbe confermato dalla presenza ad Abu Dhabi di Andy Murray. Lo scozzese, ancora alle prese con i guai all'anca, prenderà il posto di Nole e giocherà un match di esibizione (sulla distanza di un set) contro Bautista. Il fatto che si giochi sulla breve distanza fa pensare che anche lui non sia a a posto. Murray si è presentato ad Abu Dhabi nei giorni scorsi, ufficialmente per “prepararsi in vista dell'Australian Open”. Una presenza sospetta, da far pensare che il forfait di Djokovic fosse nell'aria. Ad Abu Dhabi si consolano con il rientro di Serena Williams, più che sufficiente per “salvare” il weekend, ma adesso il tennis si interroga sullo stato di salute dei suoi protagonisti. Con tanti big acciaccati, il solo Federer se la ride da Perth, dove sta mischiando allenamenti e turismo. Dopo la restaurazione dell'anno scorso, l'Australian Open 2018 sarà un torneo spartiacque verso il futuro?