10 milioni di utile, di cui metà finiranno nelle casse federali: è il bilancio economico degli Internazionali BNL d'Italia, che però perdono oltre l'8% di spettatori. Più che le previsioni meteo, il calo è dovuto all'aumento dei costi dei biglietti. I temi della conferenza di Binaghi: il nuovo incarico della Vinci, l'agognato tetto e la nuova Next Gen Arena.

Tanti soldi. Sempre più soldi. Un mare di soldi. È quanto emerso dalla tradizionale conferenza stampa di fine Internazionali BNL d'Italia. Anche se il torneo ha subito un calo in termini di incasso da biglietteria e (soprattutto) di spettatori, continua ad essere una fonte di guadagno per la Federazione, sempre più “pezzo grosso” tra le 45 affiliate al CONI. Il giro d'affari degli Internazionali – ha detto il presidente FIT Angelo Binaghi – ha toccato i 32 milioni di euro. Da questi, emerge un utile di 10 milioni che andrà diviso in parti uguali tra la FIT e la CONI Servizi, braccio operativo del Comitato Olimpico che affianca la federazione da ormai più di dieci anni. L'ottimo consuntivo del torneo è stato l'assist per parlare dello stato di salute economica della FIT: in questo momento, quella del tennis è la seconda federazione in termini di fatturato, con circa 50 milioni di euro (che però diventerebbero 60 considerando le tre società controllate: Mario Belardinelli SRL, FIT Servizi e Sportcast). Ciò che inorgoglisce Binaghi è che la FIT sia la federazione che ha meno bisogno di contributi pubblici (ovvero, dal CONI): soltanto il 12% del fatturato arriva dal gettito pubblico, mentre l'87% è frutto di incassi propri. A onor del vero, la percentuale è leggermente ridotta rispetto all'anno scorso (era l'89%), ma sono dettagli che non tolgono il primato alla FIT. Stessa storia sull'incidenza dei costi tra funzionamento della struttura federale e cifre destinate all'attività sportiva: secondo lo specchietto consegnato ai giornalisti, il funzionamento incide nell'11%, mentre tutto il resto viene speso per la disciplina. Dati incoraggianti per il futuro, anche se sarà basilare che gli investimenti siano produttivi. È chiaro, per esempio, che il settore femminile abbia bisogno di un impulso importante. Al di là di numeri e tecnicismi, il quadro che emerge è chiaro: la FIT attraversa uno splendore economico senza precedenti, dunque il futuro agonistico dell'alto livello non potrà accettare alibi sulla mancanza di risorse. Se le cose andranno male, significherà che gli investimenti non saranno andati nella giusta direzione. Naturalmente, c'è da augurarsi che vada tutto per il verso giusto.

LA DIFFUSIONE DI SUPERTENNIS
Binaghi ha parlato dei riscontri ottenuti da SuperTennis: il grafico mostra una crescita del 30% degli ascolti medi nel 2017 rispetto al 2016 (14.041 contro 11.038), segnalando come sia diventato il quarto canale sportivo del panorama TV italiano, nonché il primo tra quelli che non trasmettono calcio. È giusto segnalare la crescita, anche se era ampiamente prevedibile per almeno due motivi: nel 2016 c'era stato un riassetto delle frequenze del DTT che aveva fatto perdere qualcosa a SuperTennis, inoltre nel 2017 la programmazione è stata più incentrata sull'attività ATP-WTA e meno su alcune produzioni tentate in passato (ad esempio, “Ball Boys”), risultate negative sia come ascolti come come riscontro del pubblico. Il tennis live è certamente la via migliore per raccogliere spettatori. Per onestà, va detto che lo specchietto mette sullo stesso piano canali che non andrebbero paragonati tra loro o, almeno, meriterebbero alcuni asterischi. SuperTennis, infatti, trasmette in chiaro sia sul digitale terrestre che via satellite, avendo dunque una platea di potenziali ascoltatori ben più vasta rispetto a 7 degli 11 canali menzionati. Sky Sport 1, Sky Sport 24, Sky Sport 2, Sky Sport 3, Eurosport 1, Eurosport 2 e Fox Sports trasmettono solo via satellite e sono oscurati, dunque ricevibili per i soli abbonati a Sky (meno di 5 milioni, ai quali si aggiungono i meno di 2 milioni di Mediaset Premium, dove sono visibili i due Eurosport). Nelle stesse condizioni di SuperTennis (visibile sostanzialmente ovunque) ci sono soltanto Rai Sport e Sportitalia. Nello specchietto è citato Rai Sport 2, che però ha cessato le trasmissioni il 5 febbraio 2017 e, dunque, non avrebbe dovuto essere menzionato nel ranking delle TV sportive del 2017. Resta il fatto che SuperTennis sia diventato – almeno per gli appassionati – un punto di riferimento imprescindibile. L'assuefazione alla sua offerta non deve far dimenticare lo smarrimento a cui andrebbero incontro gli appassionati se il canale dovesse sparire. Ma ci sono ottime ragioni per pensare che, fino a quando Binaghi dirigerà la FIT, continuerà ad essere uno degli asset principali dell'orbita federale.

ROBERTA VINCI E LA NUOVA NEXT GEN
La conferenza stampa ha poi dato alcune notizie interessanti. La prima riguarda Roberta Vinci: la tarantina, che proprio a Roma ha giocato la sua ultima partita, ha scelto la “via più scomoda”, ovvero restare nei quadri tecnici. “Non si sa ancora se ad alto livello o con le giovani” ha detto Binaghi. Il giorno dopo l'ultima partita, Roberta ha avuto un colloquio con il massimo dirigente federale e ha scelto di continuare a dare una mano sul campo, rinunciando a un ruolo di immagine su SuperTennis. L'investimento per il rilancio del settore femminile, citato qualche riga fa, potrebbe partire proprio da lei. Sul piano strutturale, pare sempre più evidente che la FIT sia più spettatrice che attrice nell'annosa questione del tetto sul Campo Centrale. La faccenda, tra concessioni da ottenere e fondi da reperire, riguarda soprattutto la CONI Servizi. Dice Binaghi: “La cosa riguarda un asset immobiliare in concessione alla Coni Servizi. Il Presidente Malagò, col quale ho parlato la settimana scorsa, è oltremodo sensibile alla questione, che servirebbe tra l’altro molto ad altri sport, e seguirà con particolare attenzione la vicenda nei prossimi mesi". Su altre questioni ha parlato Carlo Mornati, segretario generale del CONI: la novità più interessante per il 2019 sarà un rinnovato secondo campo: la Next Gen Arena potrebbe cambiare nome e accoglierà una crescita della capienza di 1.500 spettatori. Non funzionerà soltanto per il torneo, ma sarà un impianto temporaneo, utilizzabile anche nel periodo estivo. Sarà importante creare un buon design, poiché l'atmosfera del campo attuale è francamente avvilente, e non è un caso che i giocatori non ci vadano volentieri.

BIGLIETTERIA: COSTI DA ABBASSARE
Per la prima volta dopo un paio di lustri di crescita, spettatori e incasso da biglietteria sono diminuiti. Hanno varcato i cancelli del Foro Italico 203.758 persone, con un calo dell'8,40% rispetto ai 222.425 dell'anno scorso. Il calo dell'incasso (-3,15%) è più basso perché i costi dei tagliandi sono aumentati. Fino all'anno scorso, le strategie di ritocco dei prezzi erano inattaccabili: con una richiesta impressionante era legittimo cercare di monetizzare. I risultati avevano premiato la policy, ma prima o poi sarebbe arrivato il momento-limite. Quel momento sembra arrivato, considerando che spettatori e incasso sono inferiori anche rispetto all'edizione del 2016. Nel suo intervento, Binaghi ha parlato di “flessione marginale”. Vero. Partendo da questa base, dunque, chi sarà chiamato a stabilire i prezzi per la prossima edizione dovrà essere bravo a fare un passo indietro e garantire un nuovo aumento, e magari un altro record. Sarebbe importante sia per l'immagine che per il confronto a distanza con Madrid, che quest'anno ha incrementato ulteriormente il proprio pubblico, sfondando il muro dei 270.000 spettatori (270.097), circa il 25% in più rispetto a Roma. Il gap in termini di pubblico è aumentato: visto che si parla di margini di incasso “marginali”, una riduzione dei prezzi sembra auspicabile per provare ad accorciare (e magari azzerare) il divario con il Mutua Madrid Open, che peraltro sembra sulla buona strada per restare nella capitale anche dopo il 2021. Per ambire a diventare un torneo “1.500” sono importanti anche questi dettagli, per quanto – a giudicare dal calendario – difficilmente l'ATP adotterà cambiamenti sostanziali. È opportuno ricordare che l'annunciata rivoluzione del 2019 si è tramutata in un nulla di fatto.

INTERNAZIONALI BNL D'ITALIA – SPETTATORI
2016 – 204.816
2017 – 222.425
2018 – 203.758

INTERNAZIONALI BNL D'ITALIA – INCASSO BIGLIETTERIA
2016 – 11.733.165
2017 – 12.007.165
2018 – 11.629.011