Messa in secondo piano dai tornei maschili di fine stagione, nel weekend si giocherà la finale di Fed Cup. A Minsk, la Bielorussia proverà a firmare un'impresa che farebbe la storia dello sport nazionale, mentre le americane proveranno a riprendersi un titolo che manca da 17 anni. Come è noto, non ci sarà Victoria Azarenka: tuttavia, sui gradoni della Chizhovka Arena, ci sarà un altro grande personaggio: Pat Cash. La USTA, infatti, lo ha invitato in qualità di coach di CoCo Vandeweghe, leader indiscussa del team americano. Con la finale al WTA Elite Trophy, la Vandeweghe ha acciuffato le top-10 a coronamento di una grande stagione, iniziata bene e proseguita meglio con l'arrivo di Cash. Con il “pirata” in panchina ha raggiunto i quarti a Wimbledon, le semifinali allo Us Open, e le finali a Stanford e Zhuhai. Se Cash è ricordato soprattutto per il titolo a Wimbledon, ha raccolto grandi successi anche in Coppa Davis, vincendo per due volte l'Insalatiera negli anni 80. Ma adesso è lontano da ogni scena australiana: anzi, ha approfittato dell'invito americano per tirare un paio di frecciate a Tennis Australia, soprattutto dopo che era stato fatto il suo nome come possibile capitano di Fed Cup. E così, in forza al “nemico” a stelle e strisce, ha detto: “Mi hanno invitato a partecipare alla Coppa Davis, c'era un biglietto a disposizione, ma non mi hanno offerto il viaggio e nemmeno l'ospitalità. È stato un po' deludente – ha detto Cash – penso che il il modo in cui vengono trattati gli ex giocatori non sia adeguato, e in Australia non fanno eccezione. Però adesso sono entrato nell'ambiente americano e sono bastati pochi minuti per essere trattato meglio che in Australia”.
COCO: "PAT È ARRIVATO NEL MOMENTO GIUSTO"
Cash è entusiasta della partnership con la Vandeweghe: “Non avrei potuto augurarmi di lavorare con una giocatrice migliore: è una delle poche che garantisce spettacolo. Quando scende in campo, sai che ci sarà un po' di azione”. Cash era a Zhuhai insieme a CoCo e al fisioterapista Julian Romero (colui che l'anno scorso, a seguito di una scommessa, la convinse a indossare la maglietta dell'Independiente). Dopo cinque mesi, l'americana è entusiasta del lavoro con Cash. “È arrivato nel momento giusto, in un periodo in cui stavo giocando male – dice CoCo – credo che il modo migliore per descrivere il suo ruolo è che sembra una figura paterna. Sarà molto interessante averlo nel clima della Fed Cup, lui che è stato una leggenda della Coppa Davis”. Va detto che Cash ha la doppia cittadinanza, quindi non avverte la stessa rivalità dei connazionali: sua madre è americana e ha sempre visto gli Stati Uniti come una seconda patria. “Se l'Australia avesse giocato con gli Stati Uniti, sarebbe stato uno strappo!” ha scherzato. La sua presenza potrebbe essere importante: se è vero che le americane sono favorite, il fattore campo, la carica delle bielorusse e qualche problema di formazione potrebbe mettere in difficoltà Kathy Rinaldi: per esempio, Sloane Stephens non ne azzecca una dopo il trionfo allo Us Open e a Zhuhai ha evidenziato anche qualche problema fisico. Detto che il team è completato da Shelby Rogers e Alison Riske, c'è la possibilità che tutto passi dalla racchetta della Vandeweghe. E chi, meglio di Cash, potrà consigliarla in un passaggio così delicato?