Per un set Fognini gioca un gran tennis contro un avversario intimorito, poi le gambe si bloccano. Fognini: “La notizia positiva? Che non ho più dolore e ho giocato un buon primo set. Il resto, con calma, tornerà”.– Per 25 minuti, ci aveva fatto credere ai miracoli. Al rientro da uno strappo agli addominali che gli doleva anche nel deglutire un bicchiere d’acqua, ha giocato un primo set su livelli notevoli, va detto contro un avversario morbido sulla carta, morbidissimo sul campo. Comunque sia, Fognini sembrava quello dei giorni migliori, delle accelerazioni che ti lasciano a metri dalla palla, di tocchi che pochi altri si possono permettere. “Anche perché lui ti permette di scambiare, contro tipi come Goffin, Bautista, senza parlare dei top, sulla carta poteva essere ancora più difficile. Infatti per un set sono andato via liscio”. Già, venticinque minuti e c’è stato il ribaltone: un parziale di 11 giochi a zero, nei quali Fognini è parso in difficoltà soprattutto al servizio. Annunciava allo staff che anche “le gambe non si muovono più” e che le buone sensazioni sembravano improvvisamente sparite. Così, di colpo, come qualche volta succede al rientro da un lungo periodo di stop.

In questi 11 giochi persi consecutivamente, non ha mai dato l’impressione di credere in una remuntada, quasi sapesse che il destino era scritto. Ha pure tenuto mentalmente fino alla palla dello 0-4 nel terzo, quando ha sbagliato indolente una smorzata, ha tirato quattro palle in tribuna, si è preso un warning e qualche fischio.

Da bordocampo, Flavia Pennetta (assediata dai tifosi per gli autografi) lo incitava ad ogni punto, coach Perlas gli urlava “Entrenas!”, invitandolo a utilizzare gli ultimi game se non a cercare di vincere la partita, quantomeno a riabituarsi al ritmo partita. Lui gli ha risposto con un sorriso tenero e un occhiolino a Flavia: “Tiro più piano di lei…”. Un attimo per sdrammatizzare una situazione che va risolta torneo dopo torneo. “La nota più positiva – ci ha raccontato con grande lucidità – è che non ho dolore agli addominali, nemmeno dopo il doppio di ieri. Però ad un certo punto le gambe si sono bloccate. Quasi mi sono venuti i crampi, a me che faccio della velocità e resistenza alcune delle mie armi principali”. E poi la testa: “Quella va e viene anche quando sto bene, figuriamoci oggi. Dopo aver vinto il primo set, ho cominciato a pensare troppo. Lui ha alzato il ritmo, ha sbagliato meno, io ho provato a spingere ancora di più ma poi ho perso la bussola. Serve tempo per tornare al top. Quanto? Difficile a dirsi ma la notizia positiva è che il problema fisico è superato, ora c’è da rimettere a posto il resto. Ma sono tranquillo, ci si arriva”.

Prossima tappa, il torneo (ormai) di casa sua, a Barcellona. Secondo medici e staff, serviranno dalle due alle tre settimane per assimilare, fisicamente e psicologicamente, l’infortunio che ha subìto e tornare al top della condizione. Vorrebbe dire presentarsi a puntino per gli appuntamenti di Roma, Parigi e Coppa Davis, i tre momenti che possono valere una stagione e fargli mantenere lo status fin qui raggiunto. Volendo comunque guardare il bicchiere un quarto pieno, per un set Fognini ha mostrato accelerazioni che ancora riescono ad un numero di giocatori che potremmo contare sulle dita delle mani. Ora bisogna aggiungere il resto. “Tempo al tempo” ci ha salutato.

A noi spiace soprattutto non vedere domani, sul campo centrale mezzo diviso tra francesi e italiani, Fognini versus Monfils, che i più ricorderanno non essere mai stato un match banale.