ROMA – Tante parole interessanti nel viavai della Sala Conferenze, situata in una costola del Campo Centrale. Oltre a seminare dubbi sulla sua partecipazione (poi diradati nel pomeriggio), Andy Murray ha parlato dell'importanza del nuovo ruolo di Jonas Bjorkman. Flavia Pennetta ha scherzato quando le hanno chiesto su cosa deve lavorare, e Victoria Azarenka non l'ha presa benissimo quando le hanno detto che ha commesso “100” doppi falli. Ma le frasi del giorno sono quelle di Rafa Nadal, che ha difeso a spada tratta lo zio Toni dalle “richieste” di esonero pervenute da un paio di giornalisti. Buona lettura.
ANDY MURRAY
“Il matrimonio mi ha dato una mano? Può darsi. Il rendimento sul campo dipende da tanti fattori, compreso come ti senti fuori dal campo, come ti alleni e se sei felice. Io sono felice da un po', ma forse con il matrimonio ho fatto un passo avanti. Dopo essermi sposato mi sono preparato per una decina di giorni a Barcellona. Credo che il successo dipenda da un buon mix tra diversi fattori”.
“Negli ultimi due anni, per fortuna, non ho avuto problemi fisici. Ho cambiato la preparazione e mi sento sempre meglio. Ad esempio, a Madrid mi è capitato di terminare un match alle 3 di notte e giocare il giorno dopo: ho reso senza problemi. Inoltre non avverto grande pressione”.
“L'accordo con Bjorkman è arrivato prima della notizia della gravidanza di Amelie Mauresmo. Lei si era impegnata per 25 settimane all'anno, ma avevo bisogno di qualcuno che coprisse gli altri periodi. Poi è arrivata la notizia, dunque l'impegno di Bjorkman dovrebbe aumentare. Soprattutto dopo Wimbledon e fino al termine della stagione è probabile che la Mauresmo non sia disponibile”.
“Devo riconoscere che l'ultimo game della finale di Madrid è stato piuttosto strano. Rafa ha commesso alcuni errori che di solito non fa. Lui è molto più solido di così. Ma credo che la persona giusta a cui chiedere spiegazioni sia lui”.
FLAVIA PENNETTA
“Mi spiace molto perdere al primo turno. Roma è uno dei tornei più importanti per me. Sapevo che lei è una giocatrice solida, ma non ho trovato il punto dove farle male. E' stata più brava di me, solida e incisiva, mentre a volte io sono stata un po' troppo difensiva. Le ragioni di questa sconfitta? Un mix tra la bravura dell'avversaria e le mie difficoltà”.
"Dove devo migliorare? Ma su cosa vuoi lavorare a 33 anni…ormai quel che è fatto è fatto. Battute a parte, la cosa più importante è lavorare tutti i giorni per trovare le proprie sensazioni e cercare di trasferirle in partita. Perchè tra allenamento e partita c'è una bella differenza”.
MARIA SHARAPOVA
“E' stato bello sentirsi fisicamente al top. L'ultima volta che mi era accaduto era stato all'Australian Open. A Madrid ho fatto fatica contro la Kuznetsova, ma va bene così. Giocare questi match è un'ottima preparazione in vista del Roland Garros”.
“Ho migliorato il mio approccio alla terra battuta sia sul piano fisico che su quello mentale. Posso sostenere palleggi più lunghi e mi è più facile recuperare. Per arrivare a questo punto ci sono voluti anni. Apprezzo il fatto che il duro lavoro abbia pagato. Adesso posso godermi le battaglie perchè posso evitare di risparmiarmi”.
“L'esperienza in Fed Cup è stata positiva. Venivo da un lungo viaggio, poi quando sono arrivata ho saputo che ci sarebbero state 20.000 persone in tribuna. E' stato uno dei match con più pubblico nella storia, sono stata felice di questa opportunità. La finale? Parlerò con Anastasia Myskina dopo Wimbledon per definire il programma. Il 2016 sarà una stagione importante e io non sono più una ragazzina: devo stabilire le priorità”.
“Gli stalker? Nella mia carriera sono stata abbastanza fortunata, con tifosi abbastanza tranquilli. Tuttavia capita che qualcuno vada oltre e vorrebbe di più. A volte è meglio avere una maggiore sicurezza, ma la WTA è brava a controllare la situazione. In passato ho avuto qualche problema, ma anche i membri del mio team si sono travestiti da guardie del corpo…”
RAFAEL NADAL
“Non ho mai pensato di cambiare coach. Nel calcio è diverso: se le cose vanno male non si può cambiare la squadra, allora si scarica ogni responsabilità sull'allenatore. Ma nel tennis sei sempre faccia a faccia. Se le cose vanno male – e io non credo che vadano male – è colpa mia e non dell'allenatore”.
“Non dirò niente sul cambio di allenatore. Se io cambio non lo faccio perchè vinco o perdo: lo faccio perchè credo che sia meglio. Ho avuto lo stesso team per tutta la carriera. Non posso sapere cosa succederà domani, ma il mio allenatore è mio zio ancor prima che un coach. E la famiglia è più importante del tennis”.
“Mi presento a Roma con uno spirito positivo. A Barcellona ho giocato male, mentre a Madrid è andata bene, finale a parte. Ero più preoccupato dopo Miami”.
NICK KYRGIOS
“Parigi? Cercherò di allenarmi bene ed essere un fattore nel torneo, ma devo dire che gli australiani non ripongono molte aspettative sul Roland Garros…”
STAN WAWRINKA
“La vittoria in Coppa Davis non mi ha tolto energie mentali. Anzi, è uno splendido ricordo ed è qualcosa che mi porto dietro. Ma non mi ha certo aiutato a vincere dei match nel 2015….”
VICTORIA AZARENKA
“Ho fatto 100 doppi falli? Non so se ho un problema. Prossima domanda”
“Non ho ancora utilizzato le racchette con i sensori che permettono di registrare i dati degli allenamenti. Penso che sia interessante e che ci sia ancora molto da fare, non solo sui colpi o la lunghezza degli stessi. Però è un buon punto di partenza”.