Dichiarazioni dalle conferenze stampa dei giocatori degli Internazionali d’Italia. Da un Fognini non troppo felice della scelta di metterlo sul Centrale, al gelato della Kvitova, la racchetta rotta di Venus, l’italiano di Raonic, le sicurezze di Kyrgios e la soddisfazione del duo Cecchinato-Caruso. (Foto Costantini / FIT)

(sulla scelta di metterlo sul Centrale)
“Ho promesso di stare buono. C’è un’organizzazione da rispettare, vanno messe d’accordo ATP e WTA, e non è facile. Il direttore del torneo mi aveva detto alcune cose che non sono state rispettare, ma aggrapparsi a questo sarebbe demenziale. Non voglio fare polemica”.

NICK KYRGIOS
“Ho battuto tre Fab Four su quattro, e con Djokovic non ho mai giocato. Non penso sia un’esagerazione quando dicono che sarò fra i migliori del mondo. Penso che mi serva ancora un po’ di tempo, devo lavorare ancora molto, giocare tanti match, crescere e diventare più atletico. Ma non penso sia esagerato: ho battuto la gran parte di loro”.

PETRA KVITOVA
“Spero di riuscire a prendermi un giorno per visitare la città. Di cosa andrò a caccia? Gelato. Mi piacciono più o meno tutti i gusti, specialmente vaniglia e fragola”.

MILOS RAONIC (alla domanda se capisce qualche parola d’italiano)
“Qualcosa sì. Non saprei bene cosa dire ora, sotto pressione, ma capisco la lingua perché nel mio team ci sono due persone italiane, e anche il mio preparatore atletico, che è croato (Dalibor Sirola, ex trainer di Seppi) parla italiano. Quindi quando parlano tra di loro riesco a capire e inserirmi nel discorso, e poi non possono dire nulla su di me senza che io li capisca (ride)”.

VENUS WILLIAMS
“Solitamente non rompo le racchette, ma è capitato, non so. Non mi è sembrato di averla picchiata così forte, però si è rotta. Forse non sono bene a conoscenza della mia forza”.

SALVATORE CARUSO
“Per essere la mia prima partita nel circuito maggiore sono soddisfatto, ho poco da rimproverarmi e questa esperienza mi dà maggiore consapevolezza. Lui ti fa giocare poco, ma più che la sua velocità di palla ne ho sofferto il cinismo. Non ha sbagliato nulla”.

FRANCESCA SCHIAVONE
“Non so se è la mia ultima volta qui. Ogni momento può essere quello buono per smettere, ma anche per continuare. Sono contenta di aver giocato un’altra volta qui, così come di andare di nuovo a Parigi. Ho sempre voglia di imparare, sin da piccola, sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo. E poi l’anno scorso mi sentivo sotto un treno, mentre quest’anno ho già vinto un titolo. Non si può mai sapere”.

MARCO CECCHINATO
“Rispetto alla sfida di Montecarlo ho alzato di molto il mio livello, sono più contento che rammaricato. Ho giocato alla pari con un top-10 e questo mi dà grande fiducia per il Roland Garros. Ormai comincio a conoscere il circuito maggiore, ho dimostrato di potermela giocare anche con gente forte. A Parigi (dove giocherà per la prima volta nel main draw) spero in un sorteggio non impossibile, per potermi giocare le mie carte”.

SARA ERRANI
“Il problema al diaframma (dolorante nel primo set, ndr) mi era già capitato, un paio di volte anche qui a Roma, ma non condiziona l’esito delle partite. In generale sto bene, la terra è la mia superficie. Le sconfitte? La metà dei giocatori perde ogni giorno. Bisogna solo continuare ad allenarsi per migliorare”.