L’EVENTO – Le parole dei protagonisti alla Grand Opening della Mouratoglou Tennis Academy. Djokovic e Serena sono esaltati dalla possibilità di usufruire di una struttura del genere, mentre “The Coach” ha spiegato la “mission” e alcune tematiche fondamentali: i costi, le opportunità e le difficoltà nel gestire e far sopravvivere un’accademia. “Ma io posso contare su collaboratori straordinari”La è un luogo impressionante. Chiamatelo paradiso terrestre, o magari paese dei balocchi, ma è da considerarsi un punto di riferimento imprescindibile per il tennis in Europa…e non solo. La presenza di due testimonial come Serena Williams e Novak Djokovic è tutt’altro che casuale: ecco alcune delle frasi più interessanti rilasciate dai protagonisti nella mezz’oretta di conferenza stampa presso due sale del lussuoso Beachcomber Hotel, albergo a 4 stelle dotato di SPA e di ben 160 camere, ormai parte integrante della struttura, al punto che nelle pareti si trovano diverse racchette autografate da tennisti. C’è anche una Wilson di Serena Williams, distrutta in un momento di rabbia…ma ugualmente conservata come un cimelio.

PATRICK MOURATOGLOU
“La Mouratoglou Tennis Academy risponde a diverse esigenze. La principale è aiutare i giovani tennisti a diventare campioni e persone di successo. Per questo è molto importante la scuola e la partnership con le migliori università americane. La seconda è portare tutti al massimo livello. Crediamo di avere la struttura necessaria, con campi in tutte le superficie e vari sponsor. Alcuni di loro non sono direttamente legati al tennis, ma vedono nel nostro sport un ottimo asset per promuoversi. Più in generale, tutti quelli che amano il tennis trovano quello che cercano: sia chi vive da queste parti, sia i giocatori provenienti da ogni parte del mondo”.

“Le prospettive di Tsitsipas? Prima di tutto vi do un consiglio: non caricatelo di pressione. So bene che in un paese come la Grecia è facile finire al centro dell’attenzione. Dovete sostenerlo, ma senza riempirlo di ansie. Lui ha un grande potenziale, è già numero 1 junior, ma ha un percorso molto lungo da percorrere. E le troppe attenzioni nei suoi confronti possono diventare molto pericolose”.

“Il business delle Accademie è molto complicato. In questo momento la più grande è la IMG Academy di Bradenton, ma è difficile fare un paragone con la nostra. Qui, ad esempio, abbiamo un hotel a 4 stelle. Più in generale, capita di veder nascere tante accademie che però durano poco. Novak ha fatto l’esempio di Nikki Pilic, ma adesso non so che cosa faccia. L’ha chiusa? Ecco, non mi stupisce. Noi dobbiamo gestire tanti aspetti, ma di accademie durature non ce ne sono molte: Bollettieri, Saddlebrook, in passato c’era stato Harry Hopman, in Spagna c’è Sanchez-Casal a Barcellona, ma so che è difficile. La forza della MTA è la bravura dei collaboratori. Io sono spesso in giro per il mondo insieme a Serena, ma sono coadiuvato da ottime persone (30 coach e 7 preparatori atletici, ndr). Se non ci fosse la qualità del lavoro, sarebbe destinata a scomparire. Io farò del mio meglio affinché duri il più a lungo possibile e succeda quello che desideriamo”.

“I costi sono alti? Tenete conto che per realizzare l’accademia abbiamo effettuato un investimento molto ingente, ma in realtà credo che siano assolutamente ragionevoli e in linea con quelli delle altre accademie. Tra l’altro non abbiamo avuto nessun aiuto esterno, i soldi utilizzati per la MTA sono tutti fondi privati. Ad ogni modo, sono fiero della mia fondazione, la Champseed Auction, il cui scopo è proprio quello di aiutare e sostenere i ragazzi provenienti da paesi più poveri o che comunque non si possono permettere di pagare la retta. Non risolve i problemi di tutti, però di molti sì”.

“Realizzare un’accademia nel sud-est asiatico? In futuro, perché no? E’ una zona stupenda, dove potrebbero esserci spazi interessanti, e in passato me l’hanno già chiesto. Sono aperto a idee di questo tipo, si vedrà. Credo che per certi paesi sia fondamentale avere un campione che faccia da traino a tutto il movimento, come è stata Na Li per la Cina e come è Kei Nishikori per il Giappone. In futuro, chissà. Per fare un’operazione del genere, tuttavia, bisogna essere totalmente sicuri della qualità e dell’affidabilità dei collaboratori”.



NOVAK DJOKOVIC
“Prima di tutto voglio ringraziare Patrick per quello che sta facendo per il tennis. Questa struttura è incredibile da vedere, ancor più da utilizzare. Mi sento come a casa e ho notato che negli ultimi sei mesi ha aggiunto parecchi tasselli. Qui si può fare eccellenza perché si occupa di ogni aspetto legato al tennis, con Serena ne parliamo spesso. Manca soltanto il campo in erba…. (interviene Mouratoglou, scherzando: “Mi vuoi mettere subito pressione?”). E’ davvero fenomenale e per me è un piacere condividere tutto questo con lui”.

“In Serbia non esistono accademie di questo tipo, si fonda tutto sui Tennis Club. Per crescere e migliorare, io sono andato in un’accademia in Germania, diretta da Nikki Pilic. Ci sono stato 4-5 anni, dai 12 ai 16-17. Era una delle migliori e spesso venivano ad allenarsi campioni come Boris Becker e Goran Ivanisevic, per me era stupendo poterli vedere da vicino. Spero che sia altrettanto per i ragazzi della MTA. E’ una delle migliori strutture che abbia mai visto, anche quelle della FFT a a Parigi sono notevoli, ma è davvero difficile creare un’accademia del genere”.

“Non credo che la Costa Azzurra non sia un buon posto per allenarsi. Vi assicuro che è molto popolare presso i giocatori: la qualità della vita è alta, poi il tempo è bello e consente di allenarsi all’aperto in tutte le stagioni. Questa accademia è perfetta: Patrick punta all’eccellenza ed è la migliore cosa possibile. Il loro sistema è buono per qualsiasi tipo di età e di giocatore. E’ il posto adatto per sviluppare non solo il gioco, ma anche il carattere di una persona”.

“In futuro mi piacerebbe realizzare una mia accademia. Con Patrick ne ho parlato, ho visto la cura che mette in ogni singolo aspetto. In questo momento non mi è possibile pensarsi perché ho troppi impegni, ma in futuro sicuramente”.

“Credo che il segreto per diventare un buon giocatore sia la capacità di mantenere i valori che si hanno da bambini. Quando hai 4-5 anni non giochi a tennis per i soldi, non puoi pensarci. Ti innamori del gioco. E’ fondamentale mantenere questo spirito”.

“Sto bene, grazie per avermelo chiesto. Gli Slam del 2017? No, è troppo presto parlare dell’anno prossimo….”

SERENA WILLIAMS

“Non ho ancora deciso cosa fare da qui a fine stagione”.

“Questa accademia è una grande opportunità e mi motiva moltissimo. E’ stupendo, è qualcosa che non potevano nemmeno immaginare quando ho iniziato a giocare a tennis. E’ sorprendente il fatto che venga gente da ogni parte del mondo. Credo che Patrick possa essere orgoglioso di quello che ha fatto, sia dentro che fuori dal campo”.