Dopo cinque giorni sono usciti tutti i 28tennisti francesi nei due tabelloni principali dello Slam di casa. Quarant’anni dopo il lampo di Noah, la quantità c’è, mancano le punte. In attesa che maturino i giovani
PARIGI – E poi non ne rimase nessuno. Con la sconfitta di Rinderknech contro Fritz si sono spente martedì sera le residue speranze del pubblico di casa di avere un francese nel terzo turno del Roland Garros e a nulla è valsa l’incredibile gazzarra inscenata dai tifosi del “Suzanne Lenglen”, che ha spinto il placido Taylor ai confini della crisi di nervi, tanto da voler (o dover, a causa dei continui fischi) rinunciare alla fine alla consueta intervista sul campo di Marion Bartoli. Erano ventotto gli atleti (18 uomini e 10 donne) inseriti nei due tabelloni, grazie al massiccio inserimento delle wild card, ma nessuno è arrivato al sesto giorno di gare (un anno fa ci riuscirono Simon e Gaston tra gli uomini, Cornet, Jeanjean e Parry tra le donne). Un tracollo clamoroso, proprio nell’anno del quarantennale del trionfo su questi campi di Yannick Noah, l’ultimo urlo di un francese nei tornei maschili del Grande Slam (tra le donne invece bisogna risalire solo al 2013, con il miracolo di Bartoli a Wimbledon). “Cosa ci potevamo aspettare di più – scrive l’Equipe – quando il nostro primo giocatore in classifica è Humbert, numero 40 del ranking?“. Un po’ diverso il discorso delle ragazze, ma Caroline Garcia, che è ancora numero 5 del mondo, ha confermato di essere lontanissima dalla campionessa che solo pochi mesi fa raggiungeva le semifinali a Flushing Meadows e trionfava nel Masters Wta.
Il fatto è che, in una situazione media di assoluto valore almeno tra gli uomini (la Francia vanta 11 giocatori tra i primi cento, solo gli Usa ne hanno di più, 13) manca il Campione con la maiuscola, il giocatore in grado di vincere i grandi appuntamenti. Restano gli ultimi colpi delle glorie ormai avanti con l’età, il ventesimo Roland Garros di Gasquet, il ritorno a buoni livelli di Pouille – impreziosito dai suoi racconti di sconfitte e depressione – l’epica vittoria di Monfils contro Baez, un successo che però è costato carissimo sul piano fisico all’anziano Gael, che infatti ha dovuto rinunciare a scendere in campo nel secondo turno contro Rune.
«Nessuno si aspettava che potessimo vincere qui – ha chiarito Nicolas Escude, Direttore Tecnico della Federazione – ma un paio di anni fa abbiamo cominciato un lavoro che speriamo possa produrre presto dei frutti, avvalendoci anche della collaborazione di un ottimo tecnico come Ivan Ljubicic (direttore del progetto “Ambition 2024”, intento a valorizzare i giovani francesi in vista delle Olimpiadi di Parigi, ndr). Dobbiamo tornare presto ad avere almeno qualche giocatore tra i primi trenta della classifica». Nell’attesa fanno ben sperare i risultati di due ragazzi del 2004, Luca Van Assche (numero 82 Atp), che qui ha battuto Cecchinato, e Arthur Fils (63), che ha vinto due settimane fa il suo primo torneo Atp a Lione, mentre il vero crac potrebbe essere Gabriel Debru, nato nel dicembre del 2005, numero 505 del ranking, che ha vinto un anno fa il Roland Garros junior. Se son gigli, fioriranno.