da Parigi, Andrea Merlo – foto Getty Images
Era opinione comune ritenere Parigi Bercy il viatico per la redenzione. Ultimo di nove fratelli, disseminati nella lunga stagione tennistica internazionale, ha sempre avuto la sfortuna di non incontrare i favori dei più forti giocatori del ranking, o quanto meno di non poterli ammirare al cento per cento della condizione. E’ stato teatro di espiazione, da parte di quei tennisti rei di aver disputato un’annata sotto tono, che proprio all’ombra de l’Arc de Triomphe trovavano spesso l’exploit capace di salvare la stagione: per proprio merito ma soprattutto per demeriti altrui. La situazione è cambiata in questo 2010, che ha regalato al pubblico parigino – figlio ormai esigente di una patria tennisticamente ingorda e vincente – un main draw degno della categoria in cui giustamente questa kermesse è inserita. Per le semifinali la Ville Lumière non si è presentata con il consueto fascino cristallino, ma anzi l’atmosfera brumosa di un sabato novembrino ha reso la notoriamente piacevole passeggiata dalla Gare de Lyon al Palais Omni-Sport di Bercy un incedere ovattato e fuligginoso. In compenso lo spettacolo sul campo è stato sfavillante, con due francesi impegnati e l’eventualità di veder disputare una finale interamente transalpina.
E’ bastato il primo incontro, tra Michael Llodra e Robin Soderling, a far consumare le mani agli spettatori a forza di applausi, anche se alla fine a chiudere con le braccia alzate dopo aver sfiorato più volte la sconfitta è stato lo svedese. Il piatto forte doveva però ancora arrivare, ed è stato all’altezza delle aspettative. Roger Federer e Gael Monfil hanno dato vita a una battaglia dai toni epici, che ha deliziato un’arena gremita e pulsante, letteralmente in estasi già dopo i primi game. Federer ha continuato sulla strada intrapresa a Basilea, con scambi brevi e anticipo accentuato, un servizio incisivo ma grandi margini di rischio che tuttavia nelle scorse settimane non lo hanno penalizzato. Monfils non è sembrato seguire una tattica ben definita, ha alternato fiammate da fondocampo a ricami qualche volta eccessivi. Entrambi hanno affidato l’inerzia dello scambio al proprio diritto, arma parimenti letale anche se usata differentemente, con Federer che ha preferito lo sventaglio e Monfils che invece ha insistito sul lungolinea.
Il primo game del match è già stato un riassunto di quanto sarebbe seguito, con lo svizzero che pur servendo tre ace è stato costretto a fronteggiare due palle break prima di chiudere in proprio favore il parziale. Entrambi hanno trovato nella prima di servizio un’arma vincente e il numero elevato di ace (a fine match saranno 18 per Federer e 15 per Monfils) ne sono la testimonianza. Sotto 3-2 il transalpino ha chiesto assistenza al fisioterapista (è parso avere problemi cervicali) ma il presunto patimento non ha lasciato tracce nella prosecuzione dell’incontro. Seguendo l’ordine dei servizi la prima frazione ha avuto come epilogo un tie-break, dove Federer ha conquistato subito un mini-break portandosi 4-2 per poi perderlo poco dopo facendosi raggiungere sul 5-5. Qui lo svizzero ha esagerato nella soluzione di tocco affossando la smorzata a metà della rete. Monfils non si è fatto pregare e ha chiuso il parziale d’apertura con lo score di 9-7.
Per la prima volta in sei confronti diretti il francese si è trovato un set avanti con Federer. Nel secondo set lo schema non è cambiato, ma anzi la legge del servizio si è fatta ancora più severa e ha concesso pochi spiragli a chi era in risposta. Ancora un tie-break quindi, ma questa volta Fed-Express ha inserito il turbo volando subito sul 3-1 senza concedere margini all’avversario. Archiviata la seconda frazione lo svizzero ha messo una seria ipoteca sul match, conquistando il break al secondo gioco e dimostrando di aver trovato quella velocità di crociera che gli consentiva di spingere forte e limitare gli errori. Ma Gael non è giocatore da arrendersi senza lottare, soprattutto se è spronato da uno stadio vibrante di passione. Alla prima occasione utile il dinoccolato francesino ha piazzato la zampata e ha strappato il servizio all’avversario, rimettendo in parità il parziale decisivo.
Sul 6-5 il numero due del mondo ha avuto due match point consecutivi, che successivamente sono diventati cinque in totale, ma seppur baciato dalla fortuna (come nel caso dei due nastri vincenti che hanno reso impossibile l’intervento di Monfils) al momento decisivo non ha saputo chiudere i conti. Il terzo tie-break in altrettanti set ha fatto affiorare il cuore leonino di Monfils che senza paura, ma anzi guidato da una grinta che sfociava in ferocia agonistica, ha dominato chiudendo 7-4 e conquistando il primo successo in assoluto su un Federer parso nel finale privo di motivazione. Dopo l’impresa sfiorata da Llodra, in finale il pubblico parigino potrà ammirare un proporio alfiere, chiamato un’altra volta a sovvertire il pronostico, in questa circostanza contro Robin Soderling. Sono state veritiere le parole di Roger in conferenza stampa: “La finale sarebbe potuta benissimo essere Federer-Llodra, ma questo è il tennis, in ogni caso penso che oggi siano stati disputati due incontri stupendi”.
© 2010 ìIl Tennis Italianoî – Tutti i diritti riservati