“Sia a Indian Wells che a Miami ho trovato il mio miglior tennis in finale”. Con queste parole, Novak Djokovic ha accolto l'ennesimo titolo a Key Biscayne. Un torneo che gli porta bene, che ama e che vorrebbe mantenere a Crandon Park a dispetto delle voci che lo danno per spacciato. Non c'è molto da scrivere sul 6-3 6-3 che ha messo KO Kei Nishikori, battuto per la sesta volta consecutiva, come se lo sgarbo dello Us Open 2014 meritasse eterna vendetta. In un pomeriggio nuvoloso, Djokovic ha giocato un match quasi perfetto, forte di una superiorità abbastanza netta, acuita dall'enorme fiducia nei propri mezzi. Il giapponese era scattato meglio con un break nel primo game, ma Djokovic l'ha subito riacchiappato. A quel punto ha fatto match di testa e non ha mai dovuto soffrire. Neanche il riavvicinamento di Kei (break che l'aveva portato sul 3-4) lo ha intimorito. In particolare, Nole era troppo a suo agio nei game di risposta. Alla fine avrà tirato 14 colpi vincenti e sfruttato 29 errori di Nishikori, un'enormità contro un avversario così forte. Oltre alle difficoltà al servizio, Kei ha faticato a sfondare con il rovescio. Di solito lo gioca ad occhi chiusi e ottiene un buon numero di vincenti…stavolta ha tirato appena un winner.
IL RE DEI MASTERS 1000
Dopo un'ora e ventisei minuti, un dritto di Nishikori scappava via e le analisi tecniche lasciavano spazio ai numeri, alla storia che piano piano sta diventando leggenda. Djokovic ha firmato il sorpasso definitivo a Boris Becker, fermo a 713 partite vinte nel tour (mentre Nole è salito a quota 714). “Ovviamente questo è il dato più importante” ha scherzato il serbo, capace di ottenere un record che soltanto cinque anni fa sembrava impossibile anche solo da avvicinare: ha intascato il Masters 1000 numero 28, superando quel Rafael Nadal che sta perdendo un primato dopo l'altro. Prima gli scontri diretti, adesso i titoli Masters 1000….i prossimi? Bè, intanto ci sono i titoli totali: Djokovic è volato a quota 63, portandosi ad appena una lunghezza da Bjorn Borg e Pete Sampras, appaiati al sesto posto con 64. Nadal è appena più in alto, a 67. Di questo passo, l'aggancio potrebbe arrivare persino nel 2016. E poi ci sarebbero gli Slam, con Rafa avanti di tre lunghezze (14 a 11). Il problema di Nadal, purtroppo per lui, sembra l'incapacità di incrementare il bottino. In tre Slam su quattro sembra non avere chance, mentre sul rosso Djokovic è decisamente competitivo. E l'anno scorso gli ha rifilato tre set a zero nei quarti del Roland Garros. Il rendimento di Djokovic sulla terra battuta sarà il leit-motiv dei prossimi due mesi. Neanche il tempo di festeggiare Miami e sarà già a Monte Carlo, dove risiede e dove ha da difendere l'ennesmo titolo. “Ho tanta motivazione per l'inizio della stagione sulla terra battuta, che spero finisca con il titolo a Parigi – ha detto Nole – ma di certo non sono l'unico a voler vincere quel trofeo”.
IL PIU' RICCO DI SEMPRE
Intanto si gode il trionfo Miami, laddove nove anni fa aveva colto il suo primo grande titolo. Nole se lo ricorda e non ha mancato di sottolinearlo. “Ogni volta che torno a Miami mi tornano in mente i ricordi del 2007 – ha detto – fu il primo Masters 1000 della mia carriera, mi ha regalato molta fiducia. Iniziai a pensare di poter battere i più forti e vincere grandi tornei”. A proposito di record, ha eguagliato il primato di Andre Agassi, unico a vincere sei volte a Miami prima di lui. Come se non bastasse, ha vinto per tre volte consecutive ben sette tornei del circuito (mai successo prima) e ha completato l'accoppiata Indian Wells-Miami per la quarta volta (mai successo prima). Come se non bastasse, quella contro Nishikori è stata la sua undicesima finale consecutiva in un Masters 1000. Tuttavia, il primato dal maggiore senso simbolico è quello dei montepremi. A inizio anno si era discusso della lotta a distanza tra lui e Roger Federer su chi avrebbe sfondato per primo il muro dei 100 milioni. Con il milioncino intascato a Miami ha superato Federer (che si è un po' autoeliminato con l'infortunio al ginocchio) e sembra chiaro che l'inerzia sia tutta a suo favore. Il tennis è sempre più proprietà privata di Novak Djokovic. Non è bello da vedere come Federer, non ha il suo clan di fedelissimi come Nadal…però vince. Prima o poi finirà anche questo dominio. Resta soltanto da capire quando.
ATP MASTERS 1000 MIAMI – Finale
Novak Djokovic (SRB) b. Kei Nishikori (GIA) 6-3 6-3
MASTERS 1000 – I PLURIVINCITORI
Novak Djokovic – 28
Rafael Nadal – 27
Roger Federer – 24
Andre Agassi – 17
Andy Murray – 11
Pete Sampras – 11
Thomas Muster – 8
Michael Chang – 7
Boris Becker – 5
Jim Courier – 5
Gustavo Kuerten – 5
Marcelo Rios – 5
Andy Roddick – 5
Marat Safin – 5