L'INTERVISTA – Parla Oronzo Pennetta, papà tutto cuore di Flavia. Tra abbracci e strette di mano nella sua Brindisi, ricorda la nascita di Flavia (“doveva essere un maschietto!”) e chiude col botto: “Cosa vorrei? Una medaglia a Rio…e che faccia un figlio!” 

BRINDISI – Un vulcano di simpatia. La lava bollente di Oronzo Pennetta, padre di Flavia, ti travolge dopo poche battute. Vicepresidente del Circolo Tennis Brindisi, prossima sede di Italia-Usa di Fed Cup, è stato letteralmente preso d'assalto da amici e conoscenti. Saluti, abbracci, strette di mano. E Angelo Vinci, papà di Roberta, ha sentenziato: “Quest'uomo meriterebbe un monumento!”. Lui si è districato tra i saluti per parlare con TennisBest, coinvolgendo nella chiacchierata persino Vinci Senior. Oronzo è sempre lo stesso: schietto, divertente, allegro. Ma alla fine ci coglie in contropiede con una dichiarazione sorprendente per chi, tanti anni fa, era rimasto di pietra quando vide l'anello di fidanzamento regalato alla figlia da Carlos Moyà. “Vorrei che vinca una medaglia olimpica e poi faccia un figlio”.

 

Oronzo Pennetta, 10 anni fa Flavia non giocò a Brindisi contro la Russia a causa di una fascite plantare. Stavolta dovrebbe esserci: è un cerchio che si chiude?

Si chiude soltanto per Brindisi. Credo che possa giocare almeno altri due anni, fino alle Olimpiadi. E' una bella occasione per vederla nella sua città. Ci tiene molto: nella settimana di Italia-Usa era iscritta a un torneo, ma si è cancellata per poterci essere. Credo che la nazionale abbia bisogno di lei, ammesso che venga convocata. Intanto è già abbastanza tesa…

 

Lei è il vicepresidente del CT Brindisi, presieduto da Angelo Argentieri…il ginecologo che fece nascere Flavia. Pare che dovesse uscire un maschietto, invece…

All'epoca non c'erano gli strumenti per capire in anticipo se il nascituro fosse un maschio o una femmina. Allora, visto che avevo già avuto la primogenita Giorgia, speravo che uscisse un maschietto. Mi hanno preso in giro fino al parto. Mi dissero che era sicuramente un maschio….invece è arrivata un'altra femminuccia. Il ginecologo mi disse: “Guarda che è una femmina!”. Io ebbi uno scatto, comunque spiritoso. Ma sono contento così: magari tutti i maschi fossero come Flavia! E' una persona tenace, ha lavorato tanto e si è meritata tutto quello che ha ottenuto. Non è facile essere al suo livello a 33 anni….guardi, arriva il papà della Vinci, sentiamo anche lui!

 

(Arriva Angelo Vinci)
 

(Oronzo) “Lui è il padre di Roberta, hanno giocato insieme da piccole”.

(Angelo) “A questo signore bisognebbe fargli un monumento”

 

Signor Vinci, prima del ritiro rivedremo Flavia e Roberta giocare almeno un doppio insieme?

(Angelo): Dovete chiederlo a loro!

(Oronzo): “Hanno cominciato da piccoline, hanno vinto tanto…chissà che in vecchiaia non possano rifarlo. Onestamente ci spererei”.

 

E' stata Roberta ad ammettere che fu lei a mettere fine al sodalizio…

(Oronzo): Noi non lo sapevamo!

(Angelo): Quando ci sono divergenze di programmazione può capitare. Se una gioca in Europa e l'altra in medio oriente, è normale che il discorso salti. Da cosa nasce cosa e ognuna svolge la sua carriera. In quel periodo, chi aveva la classifica più alta giocava i tornei più importanti….

(Oronzo): Dai, speriamo che a fine carriera possano tornare a giocare insieme, però non prima di un paio d'anni!

(Angelo): Sono d'accordo con Oronzo!

 

(Angelo Vinci ci congeda)

 

Una domanda sulla Flavia di tanti anni fa. Come avete vissuto il periodo in cui aveva contratto il tifo?

E' passato tanto tempo. Abbiamo sofferto molto perchè si trattava di una cosa molto seria. E' stato il primo vero infortunio di Flavia, il primo di una lunga serie. Poi ci sono stati i due polsi, la spalla, la fascite plantare…per questo dico che è stata straordinaria. Non perchè è mia figlia: in quanti avrebbero avuto la forza di andare avanti nonostante due polsi operati? E il polso, nel tennis, non è proprio secondario: pensa a Soderling, Del Potro e tanti altri…

 

Ci ricorda l'episodio di Bali 2005, quando lei diede del “cornuto” all'arbitro?

Quando Flavia era piccola, per farmi un dispetto, faceva l'esatto contrario di quello che dicevo. E io mi innervosivo. A Bali c'erano pochi spettatori e mi diedero un warning che non c'entrava niente, le stavo soltanto dando qualche suggerimento, allora per protesta mi tolsi il pass. Lui mi disse: “Lei è il padre di Flavia”. E io risposi: “Macchè, non la conosco proprio!”.

 

Qual è stata la più grande gioia avuta da Flavia? E la più grande delusione?

Delusione? Forse il fatto di non essere mai stato sul posto quando ha vinto una grande partita, eppure ne ha vinte parecchie! Credo proprio che avrei fatto i salti di gioia. In generale non me ne ha mai date: puoi essere dispiaciuto per qualche sconfitta, ma non si può parlare di delusioni. Lo sport è così.

 

Il suggerimento più utile e importante che lei ha dato a Flavia?

Rimanere se stessa. Le ho sempre detto che tutti la cercheranno, la esalteranno, ma solo fino a quando giocherà. Un giorno tutto questo finirà. Per questo deve restare se stessa e non montarsi la testa. Ce l'ha fatta: per me è una grande soddisfazione.

 

L'ultimo obiettivo della sua carriera? Quale successo sarebbe in grado di commuoverla?

Non ho dubbi: vincere una medaglia alle Olimpiadi e poi fare un figlio. Quando leggerà la cosa del figlio, Flavia impazzirà! Mi raccomando, scrivetelo e fateglielo sapere!