LE PAROLE DEL VINCITORE – Il campione serbo svela i segreti del terzo titolo a Wimbledon: il team, la vicinanza fra Roland Garros e Wimbledon che gli ha permesso di smaltire subito la delusione parigina, la famiglia e la voglia di guardare sempre avanti.Il matrimonio, un bebè e qualche filo d’erba, rigorosamente gluten-free. La ricetta della doppietta di Novak Djokovic a Wimbledon è tutta lì, nella grande serenità che lo accompagna fuori dal campo e in quel sogno coltivato fin da ragazzino, di fare “qualcosa di divertente” nella celebrazione di un eventuale titolo nel Tempio. Dopo il primo ne sono arrivati altri due, e quell’antipasto dal sapore sacro è diventato il suo marchio di fabbrica, come una risposta vincente o un punto di trenta scambi. “Mi è stato garantito che l’erba è senza glutine – ha scherzato in conferenza stampa, con accanto il trofeo più ambìto – Non è trattata, è completamente naturale e quindi la posso mangiare. Non mi crea alcun problema”. Quelli sarebbero potuti arrivare dopo un secondo set perso un po’ così, con sette set-point finiti al vento e un nuovo match da iniziare. Invece non ha fatto una piega. “È stato frustrante non riuscire a chiudere, specialmente perché contro un giocatore come Federer certe cose non te le puoi permettere. Sapevo che sarebbe potuta essere l’ultima chance del mio match”. In realtà, è stata l’unica nell’incontro dello svizzero, tornato a inseguire sin dalle prime battute del terzo set. “Sono riuscito a riordinare le idee, specialmente nell’interruzione per pioggia. Da quando sono rientrato in campo ho giocato veramente un gran match”. E dopo aver sparato l’ultimo diritto vincente si è lasciato andare, ha liberato tutte le emozioni e si è preso una piccolissima rivincita col pubblico, schierato apertamente dalla parte di Roger. Secondo un sondaggio della BBC, lo svizzero era favorito per il 75% delle persone. Quando Andy Roddick (al commento) l’ha saputo, gli è scappato un sorriso. Perché l’affetto è una cosa, i valori in campo sono ben altro. “Quando gioco contro Roger è normale che la gente stia con lui, accade in ogni parte del mondo. Non è solo una questione di gioco, ma c’entra anche la sua personalità, il suo carattere. Lui è il giocatore ideale per essere amato dal pubblico. Lo devo accettare, spero di riuscire un giorno a ricevere maggiore supporto dal pubblico”. A suon di vittorie, prima o poi, la gente sarà tutta per lui.
 
IL CALENDARIO L’HA AIUTATO
Sono stato bravo a gestire la pressione che mi ha messo nei miei turni di servizio. Roger può vincere un game di battuta in 30 secondi, ha più talento di me. In incontri come questo è necessario mantenere la calma, restare sereni fino alla fine. Ci sono riuscito e quando ha vinto ho realizzato di esserci riuscito di nuovo. È sempre un risultato incredibile. Anche se è il mio terzo titolo qui, è come se avessi vinto per la prima volta. Sono fiero di quello che ho fatto. Ho 28 anni, se a 14 mi avessero detto che avrei raggiunto questi risultati ci avrei messo la firma. Invece ho addirittura perso un paio di finali che avrei potuto vincere, e ho ancora tanti anni davanti a me, non mi sento vecchio. Voglio continuare a esplorare i miei limiti per vedere fino a dove posso arrivare”. Se non avesse perso quel match con Wawrinka a Parigi, ora sarebbe nella medesima situazione di Serena Williams: con la mente già proiettata allo Us Open, per andare a caccia del Grande Slam. Ma nonostante la sconfitta parigina, ha giocato un grande Wimbledon, dimostrando di aver smaltito subito l’enorme delusione. “Mi ha aiutato la vicinanza fra i due tornei. Nella mia situazione, dover subito preparare un altro Slam è stato fondamentale. Se c’è una cosa che ho imparato dal tennis, è quella di lasciarsi i pensieri alle spalle e guardare subito avanti”. E così, si presenterà a New York da campione di due Slam su tre. “Se avessi perso oggi la situazione sarebbe stata completamente diversa, invece ho vinto e sono onorato di avercela fatta di nuovo. Ora mi riposerò un po’, poi inizierò a pensare alla stagione sul cemento, per arrivare allo Us Open al massimo, così da provare a chiudere la stagione dei tornei del Grande Slam nel migliore dei modi. Ma ci penserò dopo, ora è il momento di festeggiare”.
 
“COLLEGHI, SPOSATEVI E FATE DEI FIGLI”
Magari si divertirà al party ufficiale del torneo ballando con Serena Williams (“se me lo lasceranno fare”), oppure bevendo una birra o un buon bicchiere di vino con coach Boris Becker, eguagliato proprio oggi con tre successi sull’erba di Church Road. “Non mi ha ancora detto nulla in merito, ma alla fine del match ci siamo abbracciati negli spogliatoi. Insieme stiamo vivendo grandi emozioni, ed è anche merito suo e del mio team se sono riuscito a smaltire subito la delusione del Roland Garros. Mi hanno spinto a guardare avanti, mi hanno supportato. Siamo un bel gruppo e insieme ci stiamo godendo tante soddisfazioni”. Come dimenticare, infine, la moglie Jelena. Un anno fa, di questi tempi i due si sposavano, e da allora ‘Nole’ è diventato ancora più forte. “È iniziato un nuovo capitolo della mia vita, che sto provando a godermi al massimo. Lo stesso è successo da quando insieme siamo diventati genitori, lo scorso novembre. Che io vinca o perda, so che ho una famiglia con me. Loro ci sono sempre. Quando torno a casa non sono più un giocatore di tennis, sono un marito e un padre. Poter scindere la mia vita da giocatore dalla mia vita fuori dal campo mi sta aiutando a fare molto bene. Da quando mi sono sposato e sono diventato padre, ho perso veramente pochi incontri, e ho vinto tanti tornei. Lo consiglierei a ogni giocatore: sposatevi, fate dei figli e godetevi la famiglia”.