Il tennista senese, intervistato da “Il Tennis Italiano”, racconta la situazione con il coronavirus in America e spiega i suoi obiettivi
Il tennis sta ripartendo e si avvicina, giorno dopo giorno, agli US Open. Lo slam a stelle e strisce andrà in scena senza numerosi campioni, tra cui l’infortunato Roger Federer e Rafa Nadal, che ha annunciato la sua assenza a New York. Proprio stamattina, invece, sul fronte femminile è arrivato il forfait di Bianca Andreescu, campionessa in carica. Insomma, sarà un torneo diverso da quelli precedenti, oltre che per le tante assenze, anche per l’emergenza coronavirus che negli Stati Uniti continua a creare scompiglio e non accenna a placarsi. Di questo ha parlato Paolo Lorenzi, italiano che da diverso tempo risiede però a Sarasota, negli USA. Il tennista senese ha scelto di partecipare agli US Open, e conferma che i protocolli messi in atto dalla USTA garantiscono un livello di sicurezza più che confortante.
“Credo che la bolla sia l’unico modo di riniziare a giocare – spiegato Lorenzi ai microfoni de “Il Tennis Italiano” -. La sicurezza al 100% non può esistere, ma non esiste nemmeno per una persona che esce per andare al lavoro. Ovviamente non è l’ideale per giocare a tennis, ma credo possa dare abbastanza sicurezza a tutti”.
Lo stop forzato ha messo in difficoltà tutti i giocatori, ma in particolare chi era solito scendere in campo continuamente con una programmazione molto intensa. Tra questi c’è anche Lorenzi, che conferma i dubbi sulla sua forma fisica in vista della ripresa: “E’ una situazione molto strana, perché io ero abituato a giocare 33-35 tornei all’anno, mentre ora sono sei mesi che non gioco una partita ufficiale – afferma -. C’è tanta voglia di riniziare a giocare, la motivazione è altissima ma è difficile capire in che condizioni sono”. Da New York in poi, però, il senese ha intenzione di riprendere a pieno regime e disputare parecchi tornei: “Dopo gli US Open la mia idea è quella di spostarmi in Europa, magari di giocare qualche torneo in Italia, magari le qualificazioni a Roma e poi Parigi”.
Lorenzi ha anche spiegato le differenze tra come viene vista la pandemia in Italia e negli Stati Uniti, in particolare nella cittadina di Sarasota: “Devo dire che, essendo in una città piccola come Sarasota, non abbiamo avuto un lockdown stretto come a Miami o in altre città grandi – racconta -. Adesso negli Stati Uniti c’è molta attenzione, la gente non è così tranquilla. Se in Italia si sono un po’ lasciati andare, qui sono ancora abbastanza attenti. In Italia la vita sembra essere abbastanza normale, mentre qua dopo l’aumento di casi negli ultimi due mesi è cambiato tutto, stanno molto più attenti. Si può uscire ma la gente è molto attenta”.