A Vienna, il solito Lorenzi super-combattivo impegna Monfils per due set, ma si arrende con un doppio 6-4. In attesa di provare a migliorarsi ancora negli ultimi tornei, il bilancio del 2015 è già positivo: per la quarta volta chiuderà abbondantemente fra i top 100.L’Erste Bank Open di Vienna evoca ricordi particolarmente piacevoli a Paolo Lorenzi. Nel 2012, battendo prima Paire e poi Pospisil, vi raccolse il primo quarto in carriera nel circuito ATP, e quest’anno è tornato a caccia di punti importanti, aiutato dalla promozione dell’evento austriaco a ‘500’. Ha superato il primo turno battendo Rajeev Ram, poi si è arreso al secondo, cedendo con un doppio 6-4 a Gael Monfils, ma come sempre torna a casa a testa alta. I giocatori del calibro del francese sono fuori dalla sua portata, ma l’azzurro ha lottato con la solita grinta e umiltà che lo contraddistingue da anni, tanto da averlo reso una vera e propria icona per gli appassionati italiani. Che sia il primo turno di un Challenger nel suo amato Sudamerica, o un torneo del Grande Slam, per Paolino non fa differenza. Lotta dal primo punto come se fosse l’ultimo, con una mentalità vincente che gli ha permesso traguardi un tempo nemmeno immaginabili. Si è vista tutta anche contro Monfils, che ha più tennis e più fisico, e ha chiuso con quasi il doppio dei vincenti (26) rispetto agli errori (14), ma è stato comunque costretto a lottare da un Lorenzi mai domo. Ogni volta che il francese ha concesso qualcosa, Paolo se l’è preso, costruendo tassello dopo tassello un buonissimo match. Se il pubblico della Wiener Stadthalle si è divertito, il merito è soprattutto suo. È andato sotto di un break sia nel primo sia nel secondo set, ma si è rifatto sotto in entrambi i casi e si è anche permesso qualche giocata strappa applausi, come una volèe di fino a chiudere il miglior punto del match, condito da un paio di recuperi e pure un tweener di Monfils che per poco non diventava imprendibile. Un nuovo break gli è costato caro in entrambi i set, ma il bilancio è comunque positivo.
 
IL MIGLIOR LORENZI È NEI CHALLENGER
Se la prima di servizio (forse il colpo più progredito negli anni) l’avesse assistito un po’ di più, probabilmente il suo incontro sarebbe diventato ancora più interessante. Invece ha dovuto giocare con un misero 43%, troppo poco per pensare di battere Monfils, che ha chiuso in un’ora e sedici minuti andando a prendersi il quarto di finale contro Lukas Rosol, passato in tre set su Jo-Wilfried Tsonga. Il torneo viennese, dove ha vinto la settima partita stagionale nel circuito maggiore, è una buona occasione per fare il punto sulla situazione dell’azzurro. Sono passati già sei anni da quel 12 ottobre del 2009, quando mise per la prima volta piede fra i top 100, dopo una carriera a faticare nei tornei minori. Sembrava l’apice assoluto, una toccata e fuga da poche settimane, invece eccolo ancora lì, con una capatina nei top 50, il posto fisso in Coppa Davis e pure una finale ATP, nel 2013 a San Paolo. Ma quelli sono stati episodi. Il vero Lorenzi è l’uomo della continuità, che gioca quasi ogni settimana, cambiando continenti e superfici con una disinvoltura invidiabile, ma soprattutto alterna saggiamente gli appuntamenti del Tour ai più comodi Challenger, per mantenere una classifica che gli permetta di giocare in tabellone tutti i tornei dello Slam. Insieme fanno circa 100.000 euro netti a stagione, mica poco per chi fino a qualche anno fa finiva sistematicamente in rosso. Il prossimo lunedì salirà a quota 705 punti ATP, oltre tre quarti dei quali (535) raccolti nel circuito minore, specialmente grazie al poker di titoli fra Eskisehir (Turchia), Cortina d’Ampezzo, Pereira e Medellin (Colombia). Un metodo di fronte al quale qualcuno storce il naso, ma che viene reso indiscutibile dai numeri: fra un paio di mesi Lorenzi chiuderà di nuovo l’anno fra i primi 100, per la quarta volta dopo 2009, 2012 e 2014. Serve aggiungere altro?
 
ATP 500 VIENNA – Secondo turno
Gael Monfils (FRA) b. Paolo Lorenzi (ITA) 6-4 6-4