PESARO – Come sempre, gli assenti hanno avuto torto. Il match tra Paolo Lorenzi e Marco Chiudinelli ha saputo emozionare, molto. Non bello ma godibile (soprattutto grazie allo svizzero), ha regalato emozioni e incertezza fino all'ultimo punto. Un punto che ha messo fine a 4 ore e 43 minuti di battaglia. E solo pronunciare il punteggio è una fatica: 7-6 6-3 4-6 5-7 7-5. Una partita vinta, buttata via, poi combattuta, poi persa e infine acciuffata all'ultimo respiro grazie ai crampi che hanno invaso il corpo del basilese quando era a tanto così dall'impresa. Forse sarebbe stata inutile, ma lo avrebbe consegnato alla storia. Invece nella storia ci vanno entrambi per aver giocato il tie-break più lungo in 36 anni di World Group. Dopo aver cancellato 6 setpoint allo svizzero, Lorenzi l'ha chiuso 16-14, superando il 15-13 con cui Pat Rafter passò su David Rikl nel 1997. Niente record, dal momento che il tie-break più lungo nella storia della Davis l'hanno giocato Young-Jun Kim e Aqeel Khan durante un Corea-Pakistan del 2003. Avesse perso quel tie-break, probabilmente Lorenzi avrebbe perso la partita. Ma è rimasto attaccato al match con tutte le qualità che conosciamo: tigna, coraggio, rabbia, voglia di vincere. Lo ha portato a casa e la partita sembrava poter prendere i binari previsti alla vigilia. E si pensava che Chiudinelli, dopo un set giocato a tutta birra, potesse crollare.
LA PARTITA GIRA ALL'IMPROVVISO
In effetti ha avuto un vistoso calo nel secondo set (da 1-0 a 1-4), ma ha avuto la forza mentale di non sbracare. Inoltre ha tenuto un atteggiamento sempre positivo, senza drammatizzare una condizione fisica che via via peggiorava. A onor del vero, Lorenzi ha avuto un'occasione d'oro nel terzo set, quando ha sciupato una palla break sul 4-4. Ma dopo quel game nessuno immaginava quello che sarebbe successo. Sarà una frase fatta, ma solo la Davis poteva regalare qualcosa del genere. Preciso col servizio, resistente nello scambio da fondocampo, persino sontuoso sotto rete, Chiudinelli ha approfittato di un doppio calo di Lorenzi: prima fisico, poi tecnico (con la percentuale di prime palle scesa clamorosamente). “Chiudo” intascava il terzo set, poi il quarto era una lotta furibonda. Sul 5-5 Lorenzi aveva un'altra palla break per andare a servire per il match, ma lo svizzero la cancellava con un sontuoso ace a 207 km/h. Un passante vincente nel game successivo portava al quinto set, tra l'incredulità della gente. Ma i 5.000 dell'Adriatic Arena hanno sostenuto Lorenzi a tutta forza, creando quel clima da Coppa Davis che ha certamente influito. Il primo a finire ai box è stato proprio Paolo, dolorante alla coscia sinistra e costretto a farsi massaggiare nel bel mezzo di un game (sul 2-1 Chiudinelli e 15-30 sul proprio servizio). Al rientro teneva duro, ma la partita sembrava definitivamente passata nelle mani dello svizzero. Un passante di dritto, in corsa, vagamente steccato, portava lo svizzero sul 4-2 e poi 5-2.
I CRAMPI MANDANO KO CHIUDINELLI
A quel punto succedeva l'impossibile: prima Chiudinelli si faceva prendere dal braccino, poi sul 5-4 si procurava tre matchpoint consecutivi. “Avevo provato a palleggiare senza sbagliare, ma mi ero fatto prendere dalla tensione e ho sbagliato tre palle di fila – ha detto Lorenzi – solo a quel punto, con le spalle al muro, ho ripreso a comandare” ha detto Lorenzi a caldo, dopo aver sofferto le pene dell'inferno per chiudere contro un avversario che non stava più in piedi, travolto dai crampi. Giocando su una gamba sola, Chiudinelli ha avuto la palla per salire 6-5 e persino nell'ultimo game, al lumicino delle energie, era arrivato sul 40-40. Ma era destino che vincesse Lorenzi, il più combattente, forse il più forte. Sul piano strettamente tecnico, Chiudinelli avrebbe meritato qualcosa di più, ma a tennis non si vince solo con i colpi. Paolo Lorenzi lo ha dimostrato ancora una volta, prendendosi uno di quei successi che si sognano da bambino. “Mi fa piacere che qualcuno dica che io sono un esempio. Essendo arrivato tardi ai vertici, spero di convincere a non mollare chi magari cerca di ottenere tutto subito”. E così l'Italia sale 1-0, sempre più vicina al traguardo dei quarti di finale contro l'Argentina che sta dominando in Polonia. Nel tennis, come nella vita, può succedere di tutto. Però, dopo 283 minuti di tennis che non gli appartiene, fatichiamo a immaginare come Marco Chiudinelli possa tornare in campo. E tornarci per vincere.
COPPA DAVIS, PRIMO TURNO WORLD GROUP 2016
ITALIA – SVIZZERA 1-0
Paolo Lorenzi (ITA) b. Marco Chiudinelli (SUI) 7-6(14) 6-3 4-6 5-7 7-5