Dopo la vittoria su Sorribes-Tormo, Jasmine ammette di aver compreso meglio lo spirito del gioco su erba

foto Ray Giubilo

The New Jasmin ha capito che l’erba non è poi così nemica. «All’inizio ero nervosa – ammette dopo la vittoria con la Sorribes Tormo – perché in passato non ero io la favorita, questa invece era una partita che dovevo vincere. Poi lei è una che ti fa pensare tanto, che gioca tanti slice, la conosco bene perché abbiamo la stessa età, sapevo che sarebbe stata difficile. Nel secondo set mi sono liberata un po’ e ho alzato il livello, diciamo che è stata una partita di alti e bassi». Più alti, anche perché stavolta, scherza Jas, «nel torneo non c’è la Kvitova, con cui negli ultimi due anni avevo perso al terzo». Ma l’erba è sempre un imprevisto, «qui puoi trovare subito avversarie che giocano bene sul verde, come la Muchova, o la Osaka, e tutto può succedere anche se sei testa di serie».
La Paolini 2024 edition è però una cosa diversa, una Paolini numero 7 del mondo, reduce da un buon torneo a Eastbourne («dove l’erba non è tanto diversa, forse qui rimbalza un po’ più bassa») e che soprattutto ha capito che sul verde bisogna correggere un po’ il tiro, ma non strafare.
«Ad Eastbourne siamo arrivati presto proprio per mettere alcune cose a posto con Renzo – spiega – lavorare soprattutto sul servizio e la risposta, che qui sono più importanti, o pensare ad utilizzare di più lo slice. L’errore che facevo in passato era di stravolgere il mio gioco, finivo per colpire di controbalzo ‘perché sull’erba si fa così’, invece non è vero, non devi stravolgere il tuo gioco ma fare solo qualche adattamento. La cosa più difficile sono i movimenti, per questo Renzo mi dice sempre di stare bassa». Ma non nelle ambizioni.