Dopo aver firmato la vittoria della più lunga semifinale femminile della storia di Wimbledon, Jasmine Paolini travolge ancora una volta il pubblico del Centrale a modo suo, con il sorriso sulle labbra

foto Ray Giubilo

Sogno Jasmine. “Sto vivendo un sogno. Ho visto in tv tante finali da Wimbledon quando era bambina. Non c’è un posto migliore di questo campo centrale per battersi su ogni palla”. E poi, in italiano, “grazie a tutti gli italiani che sono qui!”.

Sul Centre Court dei suoi sogni di bambina, Jasmine Paolini ha appena vinto la semifinale più lunga della storia nel torneo femminile, 2 ore e 51 minuti per superare, 10-8 al tie-break del terzo, la croata Donna Vekic.

“E’ stata una partita durissima – ha detto Paolini sul campo – Lei stava facendo vincenti da ogni parte del campo. Io servivo veramente male”. Risata del pubblico. La tennista toscana, che balzerà nelle top 5 della classifica mondiale dopo Wimbledon, non solo ha un perenne sorriso sulle labbra, ma è capace di far sciogliere anche gli spalti del centrale.

“Questa partita me la ricorderò per sempre – dichiara – Per cercare di girarla ho provato a pensare solo punto dopo punto quando ero in difficoltà”. Quando l’intervistatore le indica nel box tutta la sua famiglia, ammette: “Non deve essere stato facile per loro guardare un match come questo. Sono così grata che siano qui, mi hanno sostenuto da sempre”. E di nuovo in italiano: “Grazie!”.

Le viene ricordato che è la prima giocatrice a centrare la finale del Roland Garros e di Wimbledon nello stesso anno dal 2016, quando ci riuscì Serena Williams, Jasmine evita elegantemente di raccogliere il paragone con il mostro sacro del tennis femminile e fa scoppiare in un’altra risata il Centre Court. “L’ultimo mese è stato una follia. Ho provato a focalizzarmi su quel che devo fare e godermi il tennis, che è lo sport che amo. Adesso però devo recuperare. Le mie gambe sono stanche”.

Nella sala delle conferenze stampa, più tardi, si presenta per prima Donna Vekic, sull’orlo delle lacrime dall’inizio alla fine. Vekic spiega perché anche in campo, nel terzo set, ha pianto: “Non erano le emozioni, ma avevo un dolore terribile a un braccio e a una gamba e non ero sicura di riuscire a continuare. Ma ho combattuto fino alla fine, ho avuto molte chance. Adesso è difficile trovare qualcosa di positivo, ci vorranno almeno un paio di giorni prima che mi riprenda. Al momento è molto dura”. Un paio di mesi fa la croata, scoraggiata dalla mancanze di risultati, era stata sul punto di lasciare il tennis.

Un paio di mesi fa, se qualcuno avesse detto a Paolini che stava per giocarsi la finale del Roland Garros e poi quella di Wimbledon, “gli avrei detto che era matto”, ha scherzato con la stampa la tennista toscana. Per Jasmine la semifinale è stata “veramente, veramente dura, mentalmente e fisicamente. Mi sono solo ripetuta di restarle attaccata, che una partita può girare. Ed è successo”. Quanto alla tattica, “ho provato a darle delle palle alte, e tornavano indietro ancora più forte. Sui game di servizio facevo fatica, lei andava via facile. Vanno riconosciuti anche i meriti dell’avversaria. Oggi tutte e due avremmo meritato la vittoria”. In vista della finale (mentre Paolini parlava l’altra semifinale era ancora in corso), “sono due vincitrici di Slam, con Barbora Krejikova non ho mai giocato. Sull’erba devi controllare il gioco il più possibile, difendersi è difficile. Dovrò servire bene, cosa che non ho fatto oggi”.

La folla di Wimbledon e i media internazionali sono innamorati dell’atteggiamento sempre sorridente della toscana. “Bisogna godersi il momento e ricordarsi – spiega – che siamo in una posizione privilegiata, e da dove veniamo. Al tempo stesso, bisogna mantenersi focalizzati su quello che si sta facendo. E’ un equilibrio non facile. Magari sabato sarò nervosissima, al momento sono abbastanza rilassata”.

Paolini ha una parola anche per il boom del tennis italiano e la semifinale di Lorenzo Musetti qui a Wimbledon contro Novak Djokovic. “Lorenzo è un’ottima persona e ha un talento enorme. Può giocare una buona partita. Noi italiani al momento siamo una ispirazione l’uno per l’altro. Jannik Sinner numero 1 mostra che tutto è possibile. Aiuta anche il fatto che in Italia ci sono molti tornei a livello Challenger, ITF e Junior e di sentire tutto il movimento dietro di te”.