Tutta la delusione dell’azzurra dopo l’eliminazione rimediata agli ottavi di finale del torneo di Doha

Foto Paul Zimmer

«Dovevo essere più lucida, più mobile, non sono riuscita a servire bene. Ho fatto troppa fatica, e lei per niente…». C’è poco da recriminare quando si perde 6-2 6-2 e Jasmine Paolini – che a Doha proprio non ingrana, una partita vinta in tre partecipazioni – lo sa benissimo. Un paio di palle break non sfruttate all’inizio del match, poi il 2-0 del secondo set e poco altro. Ostapenko ha giocato benissimo, certo, come dimostrano i 37 colpi vincenti scagliati in 16 giochi ma, come sempre succede, la bravura di chi vince si rispecchia nelle mancanze di chi perde. «Avevo un piano in testa, non farmi aggredire, riuscire a muoverla in campo, costringerla a scambi lunghi – continua la campionessa di Bagni di Lucca – e invece mi sono fatta attaccare, le ho regalato il centro del campo, e sugli scambi brevi lei è capace di tirare davvero forte».

Jasmine dovrà fare in fretta a ritrovare la fiducia in se stessa, la forza e la profondità dei suoi colpi e quella mobilità a cui ci ha abituato nello scorso anno. Domenica comincia un altro “1000″, a Dubai, proprio quel torneo che l’azzurra ha vinto nel 2024, avviando di fatto la sua magnifica stagione. «Dovrò sfruttare questi giorni per allenarmi al meglio e presentarmi al top a Dubai. L’anno è appena iniziato, ci sta una partita andata male». Magari le potrà dare una mano il torneo di doppio che vede la nostra ancora in gara, con la fida Errani al suo fianco. «Sì, il doppio mi può restituire fiducia e serenità. Domani nei quarti non sarà facile, affrontiamo Stollar e Panova, due che servono molto bene, però a questo punto arrivare in fondo può essere ancora più importante».